capitolo otto "Misteri nascosti"
L'ombra si avvicina di un metro e non so chi è..
<<Gabriel sei tu?>> sussurro con un tremolio nella voce
<<Isabelle?>> mi volto ed è Gabriel con il suo costosissimo telefonino in mano in funzione di torcia
Allora chi è quello ? Mi rivolto e l'ombra che c'era dietro di me è scomparsa
<<come sei entrata qui?>> mi chiede avvicinandosi
<<perché è vietato ai nuovi?>> dico sarcastica con un sorriso sulle labbra che non appena vedo l'espressione in faccia di Gabriel si leva
<<no...>> continua a guardarmi, stranamente. Come se io non dovessi essere lì. La sua faccia sembra, anzi è stupita. <<come sei entrata qui, seriamente?>> dice con una faccia seria
<<perché?... cioè ... è vietato!>> inizio a d agitarmi e con me anche le mie mani
<<è una cosa strana. Ma si!...>> abbassa la testa, strizza gli occhi per qualche secondo, stringe i pugni e prima che potè aprire bocca .. inizio a parlare io
<<Ti ho visto>> sputo con la testa abbassata e vedo da sopra le mie lunghe ciglia che alla mia parola lui ha alzato di scatto la sua testa <<Il colore dei tuoi occhi era cambiato.. erano gialli.. e le tue pupille si erano allargate.. eri diventato scontroso.. >>
<<Isabelle..>> sussurra il fiato smorzato
<<spiegami. Perché io non ci sto capendo più niente..>> alzo la testa per guardarlo in faccia e mi rendo conto che sul mio viso scendono le lacrime. Mi sta guardando come se provasse pietà.
"Mi chiedo, pietà per cosa?"
<<come sei entrata qui!>> riprende il suo fare scontroso che aveva prima con quel ragazzo. Io non rispondo. Tengo la testa rivolta verso il pavimento. Mentre lui è in preda al nervoso.<<rispondi.. per favore..>> mi supplica mentre fa qualche passo verso di me
<<spiegami prima cosa ti sta succedendo..>> alzo la testa e lo fisso negli occhi
<<te lo spiegherò più tardi.... Insieme agli altri ma ora no.>>
<<perché ora no?! Cosa centrano gli altri, con questa storia?!>> gli urlo contro. Lui alza la testa per guardarmi. Seguo il suo sguardo e non è me che guarda.. mi volto e vedo che c'è l'ombra che c'era prima, solo che ora è molto più distante di prima.
<<dobbiamo andarcene ora!>> mi ringhia da dietro Gabriel mentre mi prende per il braccio e mi trascina su per le scale.
<<perché?>> chiedo quando siamo arrivati in corridoio
<<perché cosa?>> mi chiede con voce arrabbiata
<<perché tutto. Non sto capendo nulla>>agito le mani in preda al nervoso e alla paura e anche se non sono arrabbiata come lo è Gabriel, alzo la voce pure io
<<ehi>> mi prende la faccia e me la accarezza<<ti dirò tutto. Promesso ma ora dobbiamo raggiungere gli altri. Solo con loro posso parlare.>> mi sussurra dolcemente <<vieni>>
Ci dirigiamo in cortile dove ci sono i tavoli per studiare nelle ore buche. Mi siedo e lui cammina avanti e indietro davanti a me con il telefono in mano.
<<puoi sederti? Facendo così mi metti più ansia di quella che ho già..>>
Ma lui, no! Aumenta il passo, avanti e indietro, aumentando la velocità di digitazione con il telefono
<<Hei>> è Joseph <<ho ricevuto il tuo messaggio>> dice a Gabriel mentre mi guarda. Subito dopo si siede dalla parte opposta del tavolo e apre un libro gigantesco che dall'aspetto sembra antico
<<abbiamo corso più che potevamo.. ci siamo inventate una storiella..>> sono arrivate Sarah e Alexis
Tutti si siedono nel tavolo circolare. Alexis e Joseph mi guardano storto e Sarah e Gabriel cercano sfogliando nel grande libro antico qualcosa che neanche io so.
<<okay. Sono tutti qui. Ora mi devi dire tutto!>> dico decisa e a testa alta a Gabriel
Lui per qualche minuto mi guarda con uno sguardo apparentemente vuoto, poi storce le labbra, guarda Sarah con fare preoccupato, chiude il libro e poi ritorna a guardarmi.
<<possiamo farti delle domande?>> inizia Joseph.
<<si certo>> rispondo tranquillamente. Ma il mio corpo ribolle di impazienza, nervosismo e paura di quella che starò per sentire.
<<sinceramente..>> dice mentre prende apre il registratore del suo cellulare <<tuo padre, quando è morto?>>
<<perché dovete registrare? Non sono mica una carcerata..>> loro non rispondono ma si limitano solo a guardare e perciò mi limito a rispondere alle loro domande <<il mio vero padre è morto due o tre mesi prima che nascessi. Carlo è il mio patrigno da quando avevo due anni>>
<<come si comporta con te il tuo patrigno?>> interviene Alexis
<<Diciamo che non è la persona che amo di più al mondo...>> sospiro<< ma cerco di non odiarlo perché sembra far felice mia madre e anche se io lo odio con tutta me stessa non devo odiarlo..>> loro si guardano in faccia per qualche momento
<<perché dici che lo odi?>> mi chiede Sarah
<<perché non fa altro che criticare tutto di me..>>
<<ti ha mai "toccata?>> interviene Gabriel
<<in che senso?... intendi "picchiata"?... quando ero piccola.. cioè fino a quando avevo dodici anni.. circa>>
<<cosa sai dei tuoi genitori?>> mi chiede Alexis
<<mh.. non so molto. Io e mia madre non abbiamo un bel rapporto a causa di Carlo ma io le voglio un bene infinito. Comunque sia lei ama molto leggere, soprattutto libri antichi, ad esempio come il vostro.. sa dipingere .. non mi viene in mente nient'altro.. mia madre mi raccontava poco di mio padre... mhh.. mio padre amava anche lui leggere, lui libri un po' più recenti, guardare la televisione.... La mamma mi ha detto che lui fin da quando era nato era "speciale"e quando c'è stato l'incidente un dottore è andato da lei e gli ha detto che papà poteva diventare ancora più speciale ma lei doveva dargli una risposta. Lei rispose di no, a papa non piaceva essere speciale voleva essere una persona normale..>> loro continuano a guardarmi<<in realtà non so cosa significhi..>> sorrido a testa bassa
<<fammi capire bene..>> dice Alexis mentre sfoglia velocemente il librone antico..<<tu sei la figlia di Marco e Sandra Evans?>>
<<si perché?>> chiedo impaziente della risposta
<<perché sei la figlia di una famiglia molto conosciuta..sopratutto qui..>>
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