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Capitolo 9✅

It's better to burn out,
than to fade away.
È meglio bruciare ,
che spegnersi lentamente.
Neil Young, My My, Hey Hey

Era passato un mese e mezzo da quando Zayn ed io ci eravamo messi assieme e la nostra relazione procedeva così a rilento da sembrare più una bella amicizia che due ragazzi che stanno insieme. Ero convinta che fosse colpa mia dato che non gli lasciavo ne baciarmi ne tanto meno toccarmi. Parlavamo molto però, pranzavamo insieme, uscivamo fuori ad appuntamenti di cui cambiavamo sempre il programma all'ultimo momento. Era bello avere una persona che ti dava così sicurezza al proprio fianco.
Chase non lo vedevo quasi mai, avevamo gli esami e lui si era iscritto alla squadra di basket della scuola, le uniche opportunità che avevamo di incontrarci era la notte quando io non riuscivo a dormire, ma avevo deciso di non scendere più in cucina con il rischio di incontrarlo.

<Mi hanno detto che tra poco ci sarà la partita di basket e Chase gioca da titolare!>, disse Carmen. Eravamo tutti quanti, tranne Chase, al bar dei vinili vicino al college e stavamo consumando i nostri milkshake chiacchierando del più e del meno.
Sussultai sentendo il suo nome e Zayn sembrò notarlo perché mi guardò interrogativo, io scossi la testa e lui continuò a fare quello che stava facendo prima.

<Dobbiamo assolutamente andarci!>, disse Hope appoggiando la testa alla spalla di Josh che incominciò ad accarezzarle i capelli.

<Ew, davvero? Proprio di fronte al mio milkshake? >, dissi io fingendomi disgustata dalle loro smancerie, scoppiammo a ridere e ricominciamo a parlare del più e del meno. L'idea di andare alla partita di Chase mi piaceva, volevo rivederlo e volevo parlargli a cuore aperto di quello che abbiamo passato. C'erano molte cose da fare ed io avevo bisogno di farle il più in fretta possibile.

Uscimmo dal locale e salii dietro la bici di Zayn. Come sempre restammo in silenzio godendoci quei fuggenti attimi di libertà, ma Zayn non aveva intenzione di farli durare a lungo:
Fermò la bici relativamente vicino a casa mia e smontò.

<Hey, tutto ok?>, chiesi confusa.

<No, che non è tutto ok! Ti rendi conto che non ti comporti come la mia ragazza?>, lui sembrava davvero arrabbiato ed io ero molto confusa dal suo improvviso cambiamento di umore.

Cos'era questo scatto d'ira? sembrava stare bene fino a pochi minuti fa!

<Avevi detto che ci avremmo provato e con calma ci saremmo riusciti... >, lui mi prese per le braccia e mi strattonò giù dalla bici, la sua presa ferrea mi avrebbe di certo lasciato dei lividi sugli avambracci.

<Zayn, mollami! >, gli urlai io dimenandomi tra le sue braccia. Lui mi strinse più forte a sé cercando di farmi stare ferma. Ero terrorizzata. Chi è questo ragazzo?

<Non mi basta più guardarti da lontano senza neanche poterti sfiorare, non mi basta dire in giro che sono il tuo ragazzo e non poterti avere>, nei suoi occhi vi era una disperazione ebbra e malsana che mi terrorizzava così tanto da non potermi muovere. Troppi ricordi riaffioravano nella mia mente, ricordi che avevo schiacciato in fondo alla mia mente e che ora stavano tornando ad annidarmi la testa nutrendo i vermi del mio passato.

<Zayn.... Mi spiace... Parliamone se ti va, ma ora lasciami!>, implorai io ma la sua stretta si spostò sul mio viso prendendomi il mento con forza e costringendomi a voltare il viso verso di lui.

<Parliamone, parliamone, parliamone.... Vuoi sempre parlarne! Ma io non voglio più fare come dici tu, d'ora in poi si fa come dico io>, con uno scatto fulmineo fece scontrare le nostre labbra. Cominciai a spingerlo indietro, a dargli pugni, calci... Ma nulla sembrava poterlo allontanare da me. Le sue mani mi si infilavano sotto la maglietta leggera provocandomi un senso di schifo nelle viscere. La sua lingua si infilò a forza nella mia bocca ed io persi quasi del tutto le speranze... Avrei dovuto aspettare che la smettesse così che io potessi scappare? L'avrei fatto se nella mia testa non ci fosse stato un continuo rumore di allarme che mi faceva lottare contro il corpo di Zayn.
Non riuscivo a respirare, mi sentivo soffocare quasi, le lacrime mi si infilavano nelle narici e i singhiozzi mi scuotevano dalla testa ai piedi. Ero disgustata, amareggiata e delusa da quello che stava facendo Zayn. Mi ero fidata di lui e non importava nulla. Le sue mani si fecero voraci e scivolarono lungo la mia schiena, urlai sulle sue labbra ma la mia voce venne ingoiata dalla sua bocca.

Finirà presto... finirà presto

Uno strattone bruschissimo interruppe il contatto tra le mie labbra e quelle di Zayn. Non riuscivo a vedere con chiarezza tra la patina delle mie lacrime ma riuscivo a scorgere due forme indistinte che si rotolavano a terra dandosi pugni e calci.

<Tu... Ci sei sempre tu in mezzo!>, disse la voce di Zayn.

<Sei uno lurido maiale>, un'altra voce, la più melodiosa e bella che avessi mai sentito esplose in un ringhio disumano. Tanta bellezza sommata a tanto dolore, poesia per le mie orecchie ed il mio cuore distrutto da baci che non volevo e mani che avevano reclamato la mia carne senza pietà.

Vi furono altri innumerevoli minuti di rumori soffusi, di pugni che si scontrano con la carne, gemiti di dolore, grugniti, ed io ascoltavo tutto immobile, accasciata per terra, la testa appoggiata all'asfalto incapace di muovermi. Tutto tacque. Due braccia forti mi fecero salire fino ad un petto caldo e massiccio. Il suo profumo mi invase le narici, mi rannicchiai piccolina al suo petto come una bambina indifesa.

<Piccola... >, la sua voce spezzata mi faceva piangere. Gli angeli non dovrebbero parlare con la voce affranta, era ancora più doloroso del buco nel petto che mi stava dilaniando il petto. Glielo volevo dire ma non riuscivo ad articolare le parole, ero davvero esausta stranamente, magari era per colpa delle adrenalina o per colpa del suo profumo estremamente calmante.

<I-io... Non... >, cercai di borbottare, ma Chase mi mise un dito sulla bocca dolcemente e senza altre parole procedemmo chissà dove e per chissà quanto, magari stavamo andando in paradiso ma io non avevo la forza di guardare. Mi addormentai cullata dal suo respiro ed il suo profumo e anche se dove stessimo andando non fosse stato il paradiso ma bensì l'inferno o un posto oscuro e spaventoso non mi sarebbe importato finché il mio angelo personale fosse stato affianco a me a tenermi la mano.



Ero intorpidita, stordita. Non riuscivo a pensare né a muovermi e lasciavo che la mente pian piano si ricordasse cos'era successo il giorno prima.


Zayn... Lui.... O no.... Che cosa è successo ieri...?

Il dolore che il sonno aveva messo da parte cominciava a farsi sentire, non era una cosa solo fisica ma la provavo dentro, come se qualcuno mi avesse preso il petto a pugnalate e mi avesse estratto il cuore ancora pieno di battiti che pian piano si spegnevano.

<Umh... >, un rumore soffocato provenì dalle mie spalle, aprii gli occhi di scatto e notai con sollievo di essere nella mia camera. Il mio corpo riprendeva lentamente la sensibilità e cominciavo a avvertire il peso materiale di qualcosa sul fianco. Abbassai gli occhi e vidi che era un braccio molto muscoloso, sussultai. Il profumo inconfondibile non mi lasciò alcun dubbio: avevo dormito con Chase Black. Inizialmente la cosa mi fece entrare in panico ma riflettendoci bene non mi dispiaceva così tanto in fondo.
Mi accoccolai meglio tra le sue braccia posando la testa sul suo petto, era caldo e confortevole e mi sentivo al sicuro come non mi ero mai sentita. Appoggiai i palmi delle mie mani sui suoi pettorali ed alzai lo sguardo al suo viso, feci una smorfia, era ridotto male: aveva il labbro inferiore spaccato, una escoriazione sulla mascella e un sopracciglio tagliato.
Gli accarezzai dolcemente la pelle non coperta da lividi o tagli e sospirai piano.

Aveva fatto a botte con Zayn per me?
Beh, è logico! Vedi una ragazza che viene abusata da un ragazzo, è logico che la salvi, no?
Però perché dormire con me? Poteva tornare in camera sua...
Magari aveva sonno... O magari...

<Nessuno ti ha mai detto che i tuoi pensieri sono rumorosi più delle tue parole?>, la voce di Chase mi fece rabbrividire. Con un gesto lento mi fece rotolare sul suo petto e mi portò dall'altra parte del suo corpo per poi stringermi a sé. Non riuscivo a respirare per l'emozione ed avevo il cuore a mille, sentivo delle piccole fitte di dolore ma ne valeva la pena.

<Mi sembra di avere un orsacchiotto tra le mani>, disse lui ridacchiando e accarezzandomi I capelli. Un orsacchiotto? Quindi io dovrei essere un animaletto di pezza inanimato?
Sbuffai scocciata e mi alzai di scatto dal letto, notai che il fianco destro mi faceva un male cane, camminai fino allo specchio a figura intera della mia stanza e alzai la maglietta che avevo ancora indosso da ieri: una macchia violacea e gonfia grande come un pugno spuntava dalla mia pelle, doveva essere il punto in cui ero caduta...
Un paio di mani grandi e calde si posarono con delicatezza sull'ematoma, sussultai girandomi di scatto verso Chase. Aveva una espressione corrucciata, era arrabbiato, si vedeva, ma c'era dell'altro.... Rimorso?
Lasciai cadere di nuovo la maglietta al suo posto e lui ritrasse la mano come scottato dalla mia pelle.

<Siediti pure, torno subito così ti disinfetto le ferite>, lui non disse nulla ed io andai in bagno per prendere il mio beauty case, spostai un paio di cose e quando il mio sguardo incontrò la lametta mi venne l'istinto di prenderla in mano ma mi frenai afferrando di colpo l'occorrente per Chase e chiusi l'armadietto. Quando tornai indietro lui era seduto sul mio letto con le gambe incrociate. Mi sedetti affianco e presi l'acqua ossigenata, bagnai il coton fioc e lo poggiai sul suo labbro spaccato, lui strinse i denti e ringhiò.

<Scusami... Ti dovevo avvisare che avrebbe fatto male>, lui continuò a guardarmi negli occhi come in cerca di riposte a delle domande inespresse.

<Ti ringrazio per ieri... Non so cosa avrei fatto se non ci fossi stato tu. >, lui annuì ed io passai a disinfettare la sua mascella, gli feci chinare la testa leggermente di lato e poggiai una garza anche lì.

<Se rivedo Zayn starti a meno di tre metri di distanza lo uccido>, sussultai leggermente per tutto l'odio recondito che ci aveva messo in quella frase.

<Hey... Non farà più nulla... Ormai non stiamo più insieme>, dissi io a mezza voce.

<Posso chiederti perché ha reagito così? Ovviamente non è assolutamente colpa tua se è un lurido maiale ma... Che è successo? >, chiese lui.

<Si è arrabbiato principalmente perché non gli ho mai permesso.... Emh... Insomma... Di baciarmi, toccarmi e cose simili... Lui mi aveva chiesto una possibilità e sapeva che non provavo nulla nei suoi confronti ma non gli era importato... Almeno così credevo>, Chase restò in silenzio per un po'.

<Quindi lui non ti è mai piaciuto...>, annuii e lo feci rimettere dritto per disinfettargli il sopracciglio. I suoi occhi di ghiaccio stavano ancora nei miei e sembravano guardarmi dentro, un fuoco lento che mi faceva ardere fino alla punta delle dita.

<Mi dispiace tu abbia dovuto fare a botte con lui>, ridacchiò senza divertimento e mi chiese con aria allucinata:

<Quindi sei più preoccupata che io abbia dovuto fare a botte con quello lì che tu abbia dovuto subire le sue molestie?! >, io balbettai frasi sconnesse ma poi gli dissi:

<Io riesco a sopportare certe cose... Ma non mi piace il fatto che qualcun'altro ne paghi parte delle conseguenze>, lui mi prese il viso tra le mani ed io mi ritrassi in panico, quella presa così ferrea sul viso mi faceva ricordare le dita di Zayn sulla mia pelle e mi sembrava di non riuscire respirare.

<Non chiedermi scusa, vedi, sei tu che ora hai paura di essere toccata... Non chiedere MAI scusa a nessuno per quello che ti è successo>, disse lui duro.
Stavo per essere.... Io... Stavo...
Lacrime salate mi correvano per tutto il viso e profondi singhiozzi mi facevano sobbalzare sul letto. Chase mi guardò triste e mi strinse a se, nascosi la testa nel suo petto e lui mi accarezzò i capelli con dolcezza. Odiavo sentirmi così fragile e indifesa ma quando c'era Chase nei paraggi le mie debolezze sembravano esplodermi nel petto.

<Shhhhh... Dai... Andrà tutto bene>, era così rilassante il suo calore, la sua voce, le sue mani...

<Che ore sono? >, chiesi io dopo una decina di minuti passati a piangere.

<Sono le 10 di mattina ormai... Ho pensato che oggi non volessi andare a scuola>, annuii e mi allontanai dalla sua maglietta, risi asciugandomi le lacrime.

<Sei tutto bagnato, vatti a cambiare se vuoi>, lui rise e mi guardò accorto per poi andarsene in camera sua.
Mi svestii velocemente e cercai di non osservare il mio corpo coperto da lividi, rabbrividii. Mi misi l'asciugamano in vita e camminai fino alla camera di Chase, lui uscì proprio in quel momento.

<Hey, io mi faccio una doccia veloce, se vuoi dopo vediamo cosa fare>, dissi e lui non mi rispose. Aveva lo sguardo puntato sulle mie braccia coperte di lividi violacei, la sua espressione era dura e stringeva i pugni.
No... Non fare così.
Gli accarezzai la mano e l'avambraccio, fremette riportando lo sguardo nei miei occhi.

<Torno tra poco> , sorrisi ed entrai in bagno.
Una bella doccia mi serviva proprio: avevo i capelli che sembravano un nido di vespe e puzzavo di sangue e sudore. Chase invece sembrava essersi fatto una doccia mentre ancora dormivo perché profumava del suo bagnoschiuma e i suoi capelli di vaniglia.
Uscii dal bagno ed entrai in camera mia, Chase era sdraiato sul letto che leggeva un libro, era strano vederlo così rilassato e a suo agio nella mia stanza.
Lui mi squadrò da capo a piedi e mi sorrise malizioso leccandosi le labbra.

<È un invito?>, chiese lui ridacchiando, sospirai e scoppiai a ridere.

<Sei uno scemo, Chase>

<Lo so, ma almeno sono riuscito a farti ridere.... >, gli sorrisi ed inizia a frugare nell'armadio in cerca di una delle mie felpe, ne trovai una rosa chiaro e la infilai sopra un pantaloncino corto del pigiama. Ovviamente Chase sgombrò la stanza per lasciarmi cambiare.
Scesi le scale e lo vidi tirare fuori dal frigo cose a caso con aria confusa, sorrisi e lo raggiunsi togliendogli dalle mani un pacco di pasta.

<Cosa vuoi mangiare per colazione? >, chiesi io, lui ci pensò su.

<Bacon e uova.... Poi anche del pane se c'è>, annuii ed inizia a preparare, lui si offrì di aiutarmi ma io lo bandii dalla cucina dato che non sapeva nemmeno tagliare delle fragole.

<Verrai alla mia partita?>, chiese divorando il suo bacon.

<Si, me ne aveva parlato anche Hope, verremo tutti quanti a fare il tifo>, lui mi guardò deluso e ansioso, non capivo.

<Tutto ok?>, chiesi io, Chase annuì e prese un sorso di caffè.

<Parlami un po' di te Chase, non ti sei presentato, non parli mai della tua famiglia... Sei un mistero>, lui rise e mi guardò negli occhi con una punta di malizia.

<E perché vorresti sapere cosa mi piace fare, Cindy?>, io feci spallucce arrossendo e lui rise ancora.

<Io non sono di Los Angeles, sono nato nella vecchia e caotica New York, mio padre è un importantissimo produttore discografico e la mamma è un chirurgo di successo, mio fratello minore che si chiama Johann, in onore di Bach e vuole fare l'avvocato da grande.
Io sono sempre stato il modello da prendere come esempio, sempre sotto i riflettori e sempre sotto tutte le clausole che i miei mi imponeva per "crescere bene". Quando li ho detto che sarei andato alla UCLA invece di Yale o Harvard mi sembravano sul punto di svenire. >, rise ricordando quell'avvenimento.
Beh... Almeno una famiglia lui ce l'ha.
Ero felice e triste per lui... Era strano.
Annuii e gli feci cenno di continuare.

<Mio padre mi chiama qualche volta per chiedermi se sono ancora vivo o se ho bisogno di soldi mentre mia madre mi ha ripudiato più o meno. Ho fatto undici anni di boxe e poi ho mollato perché i miei volevano che iniziassi a suonare la chitarra ed il pianoforte.>, annuii e spreparai la tavola.

<Invece tu? Sono certo che non hai raccontato la verità sulla tua famiglia agli altri, o almeno non tutta .>, rabbrividii e non ebbi il coraggio di girarmi verso di lui.

<È una storia lunga... >

<Abbiamo molto tempo>, ribatté lui, sospirai e mi appoggiai al ripiano vicino al lavandino.
Gli spiegai a grandi linee la mia situazione famigliare e lui restò in silenzio a lungo anche dopo che ebbi finito.

<Quindi non vedi tuo fratello da anni... >, io annuii e Chase mi fece segno di venirgli appresso. Mi avvicinai a lui con lentezza e accortezza. Quando gli fui vicino mi prese per mano, la sua pelle era calda e morbida, mi accarezzò il palmo con il pollice ed io sentii le gambe cedere. Era una sensazione strana e a me del tutto estranea.

<Mi dispiace che ti abbia detto quelle cose quella mattina... Non sei una psicopatica bugiarda e codarda.... Ero solo... Emh... Non lo so>, scossi la testa,

<Non fa nulla>, lui mi guardò negli occhi incatena di quelle sue iridi di ghiaccio nelle mie.

<Non te lo meritavi, se non vuoi dire agli altri del tuo.... Emh... Disturbo, è una tua scelta, non mia, non avevo il diritto di dirti quelle cose >, restai un attimo sorpresa dalla sua gentilezza... Non era mai stato un ragazzo molto affettuoso, o magari mi sbagliavo a reputarlo uno stronzo arrogante.

<Beh, tu mi hai salvato perciò adesso siamo pari>, sorrisi e lui annuì.
Ci sdraiammo sul divano io da una parte e lui dall'altra, quella distanza mi faceva un po' male ma facevo finta che non fosse nulla.

<Vuoi vedere un film?>, lui annuì e mi chiese quale volessi vedere.

<The ring?>, rise alla mia reazione terrorizzata.

<In verità non è nelle mie intenzioni guardare un horror...>, mi afferrò le caviglie e mi trascinò vicino a lui sorridendo malizioso.

<Beh nel caso tu abbia paura puoi sempre stringerti a me>, arrossii e mi allontanai un pochino.

OK, questo film è davvero spaventoso.

Sobbalzai e tirai un urlo nascondendo la faccia nel divano.

<Quella bambina è orribile!>, lui rise.

<Non tradire i sentimenti di Samara! È bella a modo suo>, mi girai verso di lui e gli diedi una spallata.

<Hey, non scherzare con me: sono grande e grosso e ho fatto undici anni di boxe>, fece un vocione che doveva appartenere ad un "uomo grande e grosso", risi e salii a cavalcioni sulle sue gambe iniziando a dargli pugni sul petto e sulle braccia.

<Beh, vediamo chi allora vincerà in questa battaglia all'ultimo sangue!>

<Ahahaha che carina! Mi fai davveeeeero paura >, ridemmo mentre io lo colpivo e Chase cercava di coprirsi facendo finta gli facessi male.
Ad un certo punto mi bloccò le mani, i suoi occhi furono calamitati sui miei.

<I-i-io...>, riuscii a balbettare, lui si spostò verso di me lentamente, quasi a rallentatore.
Eravamo così vicini che riuscivo a sentire il suo respiro sulle labbra, caldo e affrettato.

Solo un paio di millimetri e...

<Siamo a casa!!>, la voce squillante di Hope spezzò l'aria. Io riaccesi la TV, rossa come un peperone mentre Chase si alzò in piedi di scatto tossicchiando piano.

<Preparo la cena?>, chiesi io a tutti, Josh e Christian si offrirono di aiutarmi e tra il primo che mi tirava i pomodorini addosso ed il secondo che si infilava le carote nel naso facendo facce strane preparammo la cena per tutti.
Chase ed io ci lanciammo occhiatine di sottecchi per tutta la serata, era come se tra noi due fosse nato un qualcosa di diverso da quello che avevamo prima.
Era notte fonda e non riuscivo a dormire. Ero tentata di farlo... Per davvero... Mi stavo convincendo ad andare in camera di Chase e dormire, solo dormire, lo giuro! Avevo bisogno di un po' di riposo e da sola non riuscivo ad addormentarmi. La mia paura non era di non riuscire a controllarmi con un ragazzo così bello affianco ma piuttosto non volevo risultare incapace di fare le cose da sola, non volevo sembrare una bambina e in più la paura di un suo rifiuto mi terrorizzava.
Un rumore fuori dalla mia porta mi fece sobbalzare.

<Chi è?>, chiesi io terrorizzata all'idea di vedere la bambina inquietante fuori dalla porta.

<Sono io, piccola>, sorrisi e appena entrò gli feci segno di avvicinarsi aprendo le braccia, quando si stese affianco a me mi appallottolai sul suo petto come un gatto e sospirai.

<Stavo per venire io in camera tua... Ho un sonno...>, lui ridacchiò e mi accarezzò i capelli dolcemente.

<Che c'entra il dormire con me con il dormire bene?>, lo guardai sorridente.

<Ho scoperto che se dormo con te riesco a prendere sonno perciò preparati a dormire con me per taaanto tempo>, lui mi strinse a se con una dolcezza quasi disumana e mi sentii sempre più intorpidita fino ad essere un uno stato di dormiveglia.

<Non ti fare strane idee, eh? Ho solo sonno>, lui ridacchiò e non ribattè.

<Notte notte, piccola>.
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Ciao a tutti!
Vi piace la storia? Tra poco c'è il compleanno di mio fratello e sono un po' triste che lui non lo possa festeggiare anche con i suoi amici.
Ciao ciao❤️❤️

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