C'era una volta una bambina, nata in un luogo che pareva incantato, dove la terra e il mare si incontrano come amanti promessi da millenni. La bambina somigliava ad una principessa, ma non possedeva né regno né ricchezze. Sognava di vedere luoghi remoti e danzava tra le sue fantasie, al suono di una musica che solo lei poteva udire. Aveva un cuore grande, eppure le mancava qualcosa. Qualcosa che nessuno poteva darle; ma lei non cessava di desiderarlo, mentre dalla sua finestra contemplava il mare.

C'era una volta un bambino, nato in una città di case austere e palazzi di vetro. Il bambino guardava il cielo, sperando di vedervi l'arcobaleno; sua madre gli diceva sempre che alla fine dell'arcobaleno i folletti lasciano un tesoro prezioso, e lui si era ormai convinto che si trattasse della felicità. Desiderava prenderne un poco, ma, per quanto osservasse il cielo con ingenua ostinazione, l'arcobaleno non apparve, e lui crebbe tra speranze e note malinconiche, come un fiore solitario in un arido deserto.

C'era una volta una bambina, che il tempo trasformò in una donna. Non aveva smesso di amare il mare, né di cercare ciò che le mancava. Era un bisogno disperato, quello che si portava dentro, come un immenso vuoto a cui un giorno riuscì a dare un nome. Credeva di averlo colmato, ma dovette fuggire via, lontano dal suo mare.

C'era una volta un bambino, che il tempo trasformò in un uomo. Continuava a cercare l'arcobaleno perché, nonostante tutto, non aveva perso la speranza di vederne uno. Il suo cuore era immenso, ma nessuno sembrava capace di leggerne i segreti. Lui sognava che qualcuno ci riuscisse, ma finì per piegarsi, come un fiore solitario di cui nemmeno la natura vuole prendersi cura.

C'era una volta una donna, che dentro di sé custodiva ancora i suoi sogni di bambina. C'era una volta un uomo, che aveva paura di non essere cresciuto. Lei cercava di colmare il suo vuoto, lui aspettava l'arcobaleno.

Forse la vita non è una fiaba, e loro lo sapevano bene: avevano provato sulla pelle la crudeltà del mondo; eppure... non c'era niente di sbagliato nel cercare il lieto fine.