Una chiamata inaspettata
Edward si svegliò piuttosto presto, aveva passato una notte serena e si sentiva molto meglio. Sapeva di dover affrontare sia il fratello che John.
La decisione presa con Norbury li avrebbe sorpresi ed esasperati, ma gli era sembrata la scelta migliore
Nel bagno, all'interno della stanza, si rasò per quanto possibile vista la medicazione, indossò la divisa pulita che gli aveva preparato la signora Evans. Fece tutto in maniera silenziosa perché Steve dormiva ancora, mezzo scoperto. Scosse la testa e lo coprì. Lui mugugnò girandosi dall'altra parte, dormiva ancora come quando era adolescente.
Ripensò a quello che era accaduto la notte precedente, si senti addolorato dal modo in cui suo fratello si era attaccato a lui.
Non era così che doveva essere, non dopo i continui contrasti che avevano, non riuscivano a trovare un modo meno doloroso di affrontarsi. Fece un profondo respiro, si sistemò la cravatta, prese la giacca e uscì.
Sentì il cellulare vibrare, quando vide il chiamante gli prese un colpo. Era Ellen, sua sorella che chiamava dalla Scozia dove era arruolata.
Si diresse rapidamente in terrazza per non disturbare. Vide che l'aveva chiamato altre tre volte. Prese la chiamata preoccupato che fosse successo qualcosa.
Ellen sbottò in un: "Finalmente Edward! Mi hai fatto penare."
Era allarmata e cominciò a chiedergli con insistenza come stava e cosa era successo. Così Edward venne a sapere che la notizia di un attentato al generale Cooper alla Cittadella, si era propagata. Il suo disappunto fu totale e pieno d'imbarazzo.
Poi prese a tranquillizzare Ellen e con calma le raccontò una mezza verità. Non le disse mai che era partito tutto da Norbury. Le fece credere che fosse un episodio isolato. Alla fine riuscì a convincerla che stava bene.
"Fratellone cosa mi combini! Cerca di non farti ammazzare. Dà retta a Steve."
"Ho rischiato lo so, la prossima volta starò più attento."
"Edward lo sai che sei la nostra guida, anche se ci siamo spesso scontrati. Quindi cerca di evitare di metterti in pericolo. Prenditi cura anche di te, soprattutto di te." Edward non trovò le parole, rimase muto senza respirare, non se lo aspettava questo affetto.
"Ehi fratellone ci sei?" Ellen rise, lo immaginava rosso in faccia e imbarazzato. "Daniel ti saluta, è qua vicino. Ti vogliamo bene, Generale." Gli urlarono in viva voce, poi chiuse la conversazione.
Edward rimase immobile con il cellulare in mano, non riuscì per un po' a connettere. Aveva mentito per gli accordi presi con Norbury per evitare uno scandalo che avrebbe coinvolto la Cittadella. Si maledì per la sua menzogna.
Fissò il prato di Roses House, che li aveva visti bambini, e sentì in torto, si sentì ipocrita.
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