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Un piano pericoloso.


Più tardi si ritrovarono tutti riuniti a tavola, arrivò anche John, un po' provato, ma decisamente vigile.

I due fratelli avevano aiutato Mary a preparare la cena, Edward era stato costretto a indossare il grembiule. Mary era intransigente, non voleva che si sporcasse inutilmente.

Steve finiva per ridere di nascosto, lo prendeva in giro, senza pietà, anche John finì per rilassarsi sentendosi in famiglia.

Cenarono parlando con leggerezza, Roberts aveva recuperato e questo aveva tranquillizzato il Generale, sciogliendo la tensione della giornata.

Edward aveva un dubbio, si fece serio.

"Dottore, ma le cartelle che aveva con sé che fine hanno fatto? Ha detto che me le stava portando."

John lasciò quasi cadere la forchetta, si girò verso di lui.

"Già, con tutto quello che è successo mi sono scordato di dirvi che le ho lasciate nel raccoglitore della posta, dentro l'atrio della palestra, prima di arrivare al parcheggio. Ero insospettito da quella strana richiesta, in più avevo l'impressione di essere seguito. Spero che siano ancora lì. Erano quelle di Reginald Norbury!"

John si passò una mano fra i capelli inquieto, si sentì stupido per aver abboccato così.

"Via, dottore, le ritroveremo, è stato bravo a insospettirsi, volevano quelle cartelle a ogni costo. Prima hanno cercato di provocarla in mensa per far pensare che fosse prevenuto verso Norbury. Farla apparire un drogato che si apparta in un posto abbandonato come l'hangar, avrebbe reso tutto più credibile. Renderla inaffidabile era il loro scopo."

Edward modulò la voce, vedendo il suo volto contratto. "Probabilmente con un'auto l'hanno trasportata via dal parcheggio."

"Se non le recuperiamo, allora è un bel guaio." Steve guardò suo fratello perplesso.

"Non preoccuparti la posta viene raccolta una volta alla settimana e siamo ben lontani da quel giorno. Ma io avrei un piano! " Aggiunse Edward pensieroso, con la mano che si accarezzava il mento, fissando il fratello.

"Quello sguardo non mi piace, non mi dice nulla di buono. Cosa vuoi fare? Niente di rischioso spero!" Steve stava per perdere la pazienza come al solito. Scostò il suo piatto, si alzò dal tavolo.

"Chi ha aggredito il nostro dottore voleva anche le cartelle, ma non le ha trovate. Quindi le cercherà, e quale ottimo sistema che portarli allo scoperto con un'esca." Edward sorrideva sornione, lanciò uno sguardo di sfida verso il fratello minore.

"Scusa, esca? Ho capito bene? Vuoi mandare John a riprendere le cartelle. Ma non è in condizioni!" Steve si irritò ulteriormente, si avvicinò al fratello maggiore.

"Non John! Che diamine! Io, andrò io! Se controllano il mio cellulare, John accennerà al fatto che domani andrò ha recuperare le cartelle, me li porterò dietro." Edward si alzò dal tavolo, quasi sfiorò Steve che gli stava in piedi di lato.

"Ma è pericoloso per Dio." Il fratello minore quasi urlò incredulo. John fissava entrambi chiedendosi cosa sarebbe successo viste le loro facce tese. "Questa è l'idea più idiota che abbia sentito! È pericoloso, potresti non uscirne bene. Hai visto cosa hanno fatto al dottore." Steve camminò per la cucina esasperato.

Si avvicinò cercando di farlo desistere, ma Edward evitò il confronto. Continuò fissandolo dritto in faccia. "Tu mi seguirai, starai nascosto, portati anche qualcuno di tua fiducia. Non sarò solo. Interverrai in caso di bisogno."

"E ce ne sarà di bisogno, Edward! Mi sembra una furbata da irresponsabile! Conosci i metodi dei tirapiedi di Norbury." Steve si era fatto talmente vicino al fratello che sembrava minacciarlo, John cercò di calmarlo.

"Quelle cartelle vanno recuperate, Steve. Tuo fratello sa cosa rischia. Ci sarai anche tu a sorvegliarlo. Edward mi sembra comunque irremovibile."

Il Generale annuì, sapeva del pericolo, ma voleva chiudere presto quella storia. Fece un cenno di ringraziamento al dottore. "Se riusciamo a prenderli e risalire a Norbury chiudiamo in fretta la faccenda."

"Già, spero tu abbia ragione." Steve scosse la testa dubbioso, mentre suo fratello si mise in silenzio ad aiutare Mary a sparecchiare.

"Eddy, non farti del male." La vecchia nutrice gli prese la mano e la trattenne nella sua, aveva sentito tutto e si era preoccupata.

Edward le sorrise teneramente, le prese il volto fra le mani e la baciò sulla fronte. "Stai tranquilla Mary, starò attento. E poi ci sarà Steve con me! "Lei sapeva molto della sua vita, era l'unica persona che custodiva molti segreti, che era rimasta fedele a Roses House. Mary gli restituì una carezza leggera.

"Bene, Steve, domani sarai con me o contro di me?" Si rivolse al fratello che lo aveva sbirciato scambiarsi le carezze con Mary, sapeva del suo legame affettivo con lei.

"Sei irrimediabilmente testardo." Steve colpì il tavolo con le mani aperte. "Speriamo che tutto funzioni."

John si alzò e cercò di calmare il più giovane.

"Non essere così pessimista, tuo fratello è un adulto responsabile, sa i rischi che corre. Puoi solo aiutarlo a non farsi troppo male. Digli che domani ci sarai, altrimenti vado io con lui."

Lo affermò deciso, anche se avrebbe preferito che Edward non corresse inutili pericoli. Certo non poteva accompagnarlo, ma faceva leva su Steve. Edward aveva bisogno di sapere che suo fratello gli era vicino.

"Così lo appoggi! Va bene mi arrendo." Alzò le mani in gesto di resa, si volse verso suo fratello che aveva ascoltato silenzioso. "Ci sarò domani."

Con il volto tirato aiutò a riassettare in cucina, insieme a loro due. "Mary, stai tranquilla, lo seguo io questo Idiota." 

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