Tornare a casa
Edward entrò nello studio di John, lui si era tolto il camice e si stava sistemando la divisa, iniziava a muovere meglio la mano. Certo in nodo della cravatta era sbilenco, Cooper sorrise, si avvicinò e lo aiutò maneggiando con perizia la stoffa.
"Come stai?" Gli chiese Roberts, mentre aspettava che lo sistemasse.
Lui lo redarguì con un'occhiata severa. "Bene, ho dormito come un bambino, immagino grazie alle pillole." Ridacchiò inclinando il capo di lato. "Mi hai praticamente sedato."
John lo canzonò. "Hai russato, non ti sei nemmeno mosso."
Roberts si lamentò del nodo troppo stretto. "Mi stai soffocando, odio le cravatte che tu ti ostini a portare."
"Devo, fa parte della divisa, e sono il comandate." Cooper gli allungò uno scappellotto affettuoso sulla spalla, strinse le labbra, la voce si fece incerta.
"Grazie per ieri sera, se non mi avessi cercato, io.....non so se..."
"Non pensarci, è passata, ora avrai il sostegno della famiglia." Lui abbassò la testa e annuì.
"Hai ragione, scozzese testardo, devo andare avanti." Afferrò i berretti e porse a John il suo.
Uscirono dallo studio con una nuova consapevolezza.
"Ti sei chiarito con tuo fratello?" Gli chiese mentre si avviavano verso il campo di atterraggio.
Lui annuì. "Certo, so di non essere ancora stabile, ma ora che sono tutti qui mi sento meglio."
Proprio in quel momento l'elicottero comparve, atterrò con una manovra da manuale. Era proprio Daniel che lo portava.
Edward aspettò che fossero in sicurezza, fece un profondo respiro, aveva una gran voglia di rivedere i suoi fratelli. Roberts lo osservava con attenzione.
"Smetti di tremare Eddy, tra poco li abbraccerai."
Sentiva dentro la stessa emozione del suo amico, e poi avrebbe visto Ellen con cui aveva instaurato un rapporto reciproco di lunghe conversazioni al cellulare.
Il comandante cercò con lo sguardo sua sorella. La vide e sussultò. Ellen gli era mancata molto, ammirò la sua figura snella, la sua sicurezza, il suo portamento elegante, gli piaceva come l'aria le scompigliava i capelli castani. Non indossava la divisa, era di spalle e parlava con Daniel.
Fu orgoglioso di vedere il fratello più giovane dirigere le operazioni di scarico, aveva acquisito autorevolezza, era diventato un pilota esperto
Si sbracciò per salutarlo con la mano aperta, lui toccò la spalla di Ellen e la fece girare. Quando Edward la vide in volto rimase senza fiato.
L'aveva immaginata e sognata un'infinità di volte, e si era rammaricato di aver seguito gli insegnamenti del padre, di essere stato prepotente e arrogante con le loro scelte di vita.
Ellen lo raggiunse a passo veloce, avida di abbracciarlo.
Cooper non si mosse, non fece nulla se non aprirle le braccia, gli si buttò contro appena lei fu vicina. Quel contatto lo fece sussultare, gli piantò la faccia sulla spalla, la abbracciò da farle male, le disse frasi incomprensibili.
"Eddy mi stringi troppo!" Ellen lo allontanò con delicatezza e intanto guardava il volto rilassato di John che annuiva soddisfatto, l'aveva messa al corrente di quello che era successo con una precisione maniacale.
Lui si staccò, ogni orgoglio messo da parte. "Scusa sorella, sono un casino in questo periodo." Aveva gli occhi lucidi e tremava parecchio.
"Sta tranquillo, Roberts mi ha già detto tutto." John si massaggiava la mano ferita e si allontanò di un passo.
Il fratello maggiore era incapace di rispondere, lei gli accarezzò il volto e lo abbracciò ancora. Daniel che aveva visto la difficolta di Edward lasciò cadere i borsoni, li raggiunse e lo strinse per le spalle, lo tenne vicino cingendolo da dietro.
"Eddy ti prego, rilassati ora, sei la nostra roccia, non scordartelo mai." Erano stretti tutti e tre come un unico corpo. Il comandante biascicò appena due parole.
"Una volta forse lo ero, ora non più." Rimase con il volto nascosto, affondato sul corpo della sorella. Daniel teneva le mani sulle sue spalle magre.
"Edward, sei mio fratello comunque." Daniel gli accarezzò la nuca.
Ellen lo staccò, gli prese il volto per guardarlo meglio.
"Siamo qui per te e per Steve. E non ce ne andremo." Edward annuì, con un sorriso incerto.
Daniel ribadì. "Siamo stati lontani, ma la nostra casa è qui. Con voi due."
Li osservò, il suo cuore si placava nel vederli così risoluti, perché si rendeva conto quanto avesse bisogno di loro.
"Scusatemi per il male che vi ho fatto." Abbassò la testa, ma Ellen gli sollevò il mento e lo baciò sulla guancia.
"Sei perdonato ampiamente fratellone, avrai tempo per guarire perché noi ci saremo."
Ridacchiò sorpreso per tanta comprensione e aggiunse per giustificarsi. "Sono un casino sorella, ne ho combinate abbastanza, chiedi a John." Roberts li guardava rasserenato e rispose tranquillo.
"Edward è un po' fuori fase, ma ora ha l'aiuto di cui aveva bisogno."
"Grazie, sei stato un ottimo amico e anche un bravo medico, John."
Lei gli regalò un sorriso che gli scaldò il cuore, Roberts sentiva di aver fatto la scelta giusta nel riportarli a casa, la giovane tornò a puntare i suoi occhi chiari sul fratello.
"Qualunque cosa sia successa con papà, tu sei e sarai sempre il mio fratello responsabile e attento."
Il comandante respirò per prendere fiato. "La mia testa è in confusione, vi voglio bene, ma non sono più l'uomo che conoscevate."
La sorella gli afferrò il volto con le mani, lo scosse e gli ribadì con forza.
"Sei il mio sensibile e delicato fratello maggiore, ma sei anche il Generale che ha fatto grande la Cittadella, piantatelo dentro in questa zucca dura." Le puntò l'indice sulla fronte, e risero quando lui indietreggiò per la troppa foga di Ellen.
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