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Ferite e fratellanza.

"Giorno Moreen, ti ho portato un ferito eccellente." Steve salutò la sua infermiera preferita. "Vedi di restituirmelo intero."

Moreen sorrise guardandolo divertita, professionalmente lo  frequentava spesso. Erano in sintonia quando lavoravano insieme. Vide Edward entrare con la mano che reggeva un fazzoletto oramai zuppo di sangue sulla parte destra del viso.

"Generale Cooper, cosa le è successo?"  Si volse sorpresa e allarmata a guardare interrogativamente Steve.

"Si è fatto sparare e gli è andata bene. Non sto a spiegarti, vedi cosa puoi fare."  Si sedette in fondo all'ambulatorio. Crollò sulla sedia.

Moreen fece stendere Edward sul lettino che non aveva nessuna voglia di parlare.  L'infermiera controllò la ferita e sospirò sollevata. "Non è profonda Generale, col tempo non si vedrà nemmeno. Però è dolorosa, purtroppo."

"Sempre fortunato il fratellone, niente cicatrice."  Sbottò con ironia, ma tirò un sospiro di sollievo. Moreen lo ignorò conoscendo il loro rapporto, si occupò di Edward, che all'inizio resse bene, ma poi cominciò ad agitarsi.

"Steve, vieni a darmi una mano?"   Si era resa conto che si stava innervosendo, si muoveva un pò troppo, si fermò e lo guardò comprensiva. "Facciamo che Steve la tiene un po' fermo Generale, mentre pulisco e riduco il taglio. Poi le aumento l'anestesia e non la faccio più soffrire, alla fine sistemo la ferita in modo pulito."

Edward fissò il fratello disperato, che si era avvicinato sogghignando. Sbuffò rassegnato all'irruenza di Steve.  Che infatti lo afferrò per la testa senza tanti complimenti e la girò verso Moreen, per permettergli di lavorare meglio.

Edward sussultò per il dolore, imprecò i modi barbari del fratello. "Mi strozzi, Steve! Allenta la presa, sei un tormento con quelle mani!"

"Forza, non fare il bambino piagnucoloso." Poi si rivolse a Moreen, "fagli male, che se lo merita."

Edward grugnì e adirato con la mano libera gli strinse il braccio. 

" Avanti smettetela tutti e due.   Steve basta! Sii serio, aiuta tuo fratello." L'infermiera si chiese se aveva fatto bene a farsi aiutare dal Maggiore.

Edward lo avrebbe ucciso, a volte era così irritante, solo poco prima lo aveva stretto a sé con una delicatezza inaspettata.

Steve lo guardò ghignando, ma vedendo il volto pallido e sanguinate di Edward si fece serio e fu più leggero. Lo aiutò a sopportare, distraendolo con stupide battute, ma cercando di non farlo muovere. Molte volte si contraeva e gli riusciva difficile trattenerlo senza stringerlo troppo. Edward si lamentava e brontolava. "Avanti fratello mio, ci siamo quasi, ora sentirai meno dolore."

Finalmente la ferita fu ridotta, Moreen mise dei punti adesivi, per proteggerla applicò un vistoso cerotto.

Steve lasciò lentamente la presa, diede al fratello un buffetto leggero sulla guancia sana.

"Sei carino fratello, bel cerotto!" Moreen li interruppe per l'ennesima volta.

"Va meglio Generale? Passato il bruciore?" Si era avvicinata comprensiva. "Per un po' sentirà solo fastidio, ma se sentisse dolore prenda degli antidolorifici, perchè sono fastidiose queste ferite, gliene procuro alcuni."

Edward si sedette sul lettino riprese fiato, si toccò la guancia.  "Era necessaria questa medicazione? Mi sembra ridicola."

"Se si infetta non sarà così ridicola Generale. Dia retta." Moreen strizzò l'occhio a Steve che si stava rilassando, si era preso un bicchiere d'acqua. Ne portò uno anche al fratello che lo aveva guardato assetato.

"Mi sa che siete in combutta voi due." Edward sospirò, mentre mandava giù gli antidolorifici. Moreen gli allungò un blister di altri medicinali. "Ne prenda uno alla volta, ma so che vedrà sicuramente il dottor John. L'aiuterà in caso di bisogno. Le dirà se deve prendere degli antibiotici."

Ringraziarono Moreen, Steve raggiunse il fratello si assicurò che fosse stabile e lo scortò fino al suo ufficio.

"Informo John della tua "performance", Eddy, credo si sentirà in colpa."

Troppo stanco per rispondere alla provocazione, Edward andò a cambiarsi nel bagno del suo ufficio, si tolse la giacca e la camicia sporca di sangue. 

Steve non lo perdeva di vista, mentre parlava con John raccontandogli quello che era successo, ci mise un bel po' prima di tranquillizzarlo. Lo dovette aggiornare punto per punto.

Edward gli passò davanti spossato, si diresse nella terrazza, si lasciò andare sulla comoda poltrona di vimini. Appoggiò la nuca e chiuse gli occhi, si abbandonò alla stanchezza.

Steve chiuse la conversazione accigliato.  John aveva deciso di chiamare Moreen per capire che tipo e quanto grave fosse la ferita.

Vide il fratello assopito sulla poltrona, si tenne a distanza, lo lasciò riposare senza stressarlo ulteriormente.

Posò le cartelle sulla scrivania. Doveva cambiarsi anche lui, la giacca era sporca del sangue di Edward, poi dopo, sarebbe andato a interrogare l'attentatore.
Meglio mettere fine a questa storia penosa, prima terminava, meglio era per tutti.

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