Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Dopo la bufera.


I Cooper tornarono a casa insieme. Il Generale aveva preso la sua Ford nera e guidava verso Roses House. Steve lo fissava seduto al suo fianco, era affamato, si chiese come facesse Edward a sopportare il digiuno. Il fratello maggiore ruppe il silenzio per avvisarlo delle decisioni che aveva preso. "Oggi ho sentito sir Henry, mi ha chiamato quando te ne sei andato. Dopo cena ti devo parlare." Non si volse perché era attento alla guida, ma sentì il fratello mutare respiro.

"Questo già mi mette ansia. Lo sento dal tuo tono. Prima ceniamo poi parliamo, d'accordo?" Steve si era irrigidito, prese a guardare fuori dal finestrino.

Quando varcarono i cancelli della magione, Edward si rilassò. Era stanco e la giornata era stata lunga e ancora non era finita. John li vide salire le scale corrucciati, pensava che il motivo fosse il ferimento del Generale.

Mentre Edward manifestava tutta la fatica accumulata, Steve era stranamente serio. Notò la vistosa medicazione sul volto del Generale, e si rese conto di quale pericolo avesse corso. Cercò di capire quale fosse il motivo della tensione tra i due. "Credevo di trovarvi più sereni stasera e invece siete tesi come corde di violino. Che vi prende?"

"Dopo cena il mio amato fratello, ci dirà degli accordi raggiunti con Sir Henry. E la cosa già mi puzza." Steve si tolse la cravatta sgarbatamente. "Adesso ceniamo, nessuno dei due oggi ha mangiato."

John fissò Edward, che non disse nulla, si raddrizzò stancamente. Sembrava molto provato, decise d'intervenire.

"Generale, va tutto bene? Non sarebbe meglio rimandare la discussione? Sembrate stanchi entrambi, non ne uscirebbe un confronto sereno."

Edward titubò, poi si passò la mano sulla fronte e decise di rimandare tutto al mattino.

"John ha ragione. Rinviamo a domani. Ho solo voglia di cenare tranquillo, non di discutere. Spero ti vada bene."

Steve lesse tutta la tensione sul suo volto e accettò. "Sono d'accordo fratello. Sia tregua per stasera."

La signora Evans, quando li vide arrivare, apparecchiò la tavola e prese a sgridare Edward per il rischio che aveva corso. Lui cercò di tranquillizzarla così prese ad aiutarla per preparare la cena, indossò il tanto odiato grembiule senza brontolare. Si rilassò, sciolse la tensione, spadellò verdure e scaldò l'arrosto. Steve lo prese in giro come al solito chiamandolo "donnina di casa." Edward accettò di buon grado le sue prese in giro, ma fu felice di averlo accanto.

"Ecco il pane più buono di tutta Londra, fatto dalla nostra cara signora Evans, sentirà dottore." Edward portò in tavola il paniere. Sembrava aver ritrovato l'allegria.

Steve aveva tagliato l'arrosto e lo stava servendo. Il suo piatto era esagerato.

"Fratello! Santo cielo, nemmeno fossimo usciti da una carestia!" Edward non poté fare a meno di ridere, ma si ricordò della ferita e si trattenne.

"Gesù, Steve, ma come farai a mangiare tutta quella roba. Sei assurdo!" John scosse la testa.

"Ho fame Doc, e devo recuperare. Non sono come Edward." Lanciò uno sguardo risoluto verso il fratello, che aveva un piatto normale.

La cena continuò allegra, senza tornare sull'argomento della giornata. Alla fine Edward cominciò ad accusare tutta la stanchezza accumulata. A volte con la mano sfiorava il cerotto sulla guancia, sentiva aumentare il dolore. Si rivolse a John con il viso tirato. "Spero abbia altri antidolorifici. Perché credo di averne bisogno. Ho già terminato quelli di Moreen."

John aveva già visto la sua stanchezza. "Tranquillo ne ho a sufficienza. Mi dica quanto dolore sente, troviamo il più efficace."

"Sinceramente ho pure mal di testa. Veda lei." John si alzò, andò a prendere la sua borsa e mise sul tavolo un paio di pillole. "Queste la faranno stare meglio, e passare una notte tranquilla."

Steve si alzò e versò dell'acqua al fratello. Riempì un bicchiere e glielo allungò.

"Edward, dormo nella tua stanza stanotte. Non farò rumore, promesso. Dovresti già essere a letto, è tardi e la giornata è stata impegnativa." Il Generale mandò giù le medicine, si alzò stiracchiandosi regalò il solito bacio a Mary. Poi si girò verso il fratello. "Non venire troppo tardi, sei una calamità quando entri nella stanza, voglio dormire. Buonanotte."

Percorse il corridoio ed entrò nella camera, che aveva due comodi letti. Era più ampia di quella di Steve, tirò le tende sbadigliando, si vide allo specchio con quel cerotto vistoso e ridicolo.

Brontolò seccato dalla stupidaggine che aveva fatto, sicuramente non aveva calcolato di trovarsi un'arma davanti. Indossò il pigiama e si lasciò cadere nel letto addormentandosi subito.

Quando più tardi Steve entrò tenne la luce bassa e cercò in silenzio un pigiama del fratello. Lo indossò, fu incuriosito da Edward, che sembrava dormire profondamente.

Si avvicinò lentamente per non svegliarlo, lo osservò come non faceva da tempo.

Si era addormentato con il volto dalla sua parte, sembrava sereno, la medicazione sulla guancia era vistosa.

Questo fece sorridere Steve al pensiero dell'imbarazzo di suo fratello, che non riusciva proprio a sopportarlo.

Si avvicinò di più, il viso di Edward non appariva più contratto, la fronte era distesa e la bocca aveva un sorriso sottile. I capelli neri scompigliati avevano qualche filo grigio sulle tempie.

Edward si mosse e mugugnò.

"Fratello cosa stai facendo? Mi stai osservando?"

Aprì un solo occhio, lo fissò assonnato. Steve fu sorpreso, lo credeva addormentato.

"Come hai fatto a capire che ero qui vicino?"

"Ho percepito il tuo respiro. La smetti di osservarmi! Cosa ti prende questa sera? Non mi vedi tutto il santo giorno?"

"Sì, ma non ti ho mai osservato, fratellone!"

"E che cosa ne hai dedotto."

"Che sei invecchiato, Edward."

"E quindi è un bene o male fratello mio?"

"Beh, hai qualche ruga in più, ma sei sempre lo stesso, forse più saggio."

"Bene, quindi adesso mi lascerai dormire spero."

Edward biascicò le ultime parole insonnolito. Poi vinto dalla stanchezza e dalle medicine si assopì.

Steve sentì l'istinto di doverlo sentire, toccare. Attese un po', sicuro che si fosse addormentato, allungò la

mano lentamente e affondò le dita fra i capelli corti e lo accarezzò come non faceva da tempo.

Scese con le dita sulle tempie e si fermò a toccare quei pochi capelli grigi che cominciavano a contornagli il volto. Lo accarezzò piano col timore di svegliarlo, di farsi trovare emotivamente scoperto.

Steve ritrasse la mano tremando, con il cuore in gola e lo lasciò dormire.

Per quanto lo facesse irritare era suo fratello, si accorse di non avergli mai detto di volergli bene.

Si rese conto che se il proiettile si fosse spostato di pochi centimetri ora lui sarebbe stato solo e non avrebbe mai potuto dirglielo. Scosse la testa spaventato e si mise a letto.

Non sarebbe sopravvissuto se gli fosse successo qualcosa. Se Edward non avesse più respirato, avrebbe smesso di respirare anche lui. Eppure sapeva che domani avrebbero litigato. Si sarebbero allontanati ancora. Senza capire realmente perché. Si girò dalla sua parte come faceva quando era piccolo, si addormentò fissando il volto di suo fratello che dormiva vicino a lui.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro