A pranzo con lo zio e con i vecchi ricordi.
Sir William condusse i due ospiti al ristorante interno, che si trovava nella parte bassa dell'edificio.
Percorsero un lungo corridoio con le pareti adornate da arazzi e quadri di pregevole valore. Certo un visitatore non poteva immaginare una tale magnificenza. Roberts era sorpreso e osservava stupito, mentre Edward che già conosceva il posto, non si distraeva.
Seguiva lo zio remissivo, pervaso dai ricordi, ma infondo contento di rivedere i luoghi che aveva frequentato col padre. Arrivarono in un ampio giardino dove si trovava il ristorante interno che Edward ricordava molto bene. Ebbe un attimo di esitazione, lo zio se ne avvide, lo aspettò paziente.
"Te lo ricordi vero nipote? Anthony ti ci portava spesso." Li condusse al tavolo dove si accomodarono.
È rimasto tutto come allora, molto elegante e silenzioso." La voce di Edward si udì appena. "Papà a volte ci portava anche Steve, ma finiva per annoiarsi."
Sembrava molto più disteso da quando erano arrivati, si accomodò, di fronte allo zio.
Sir William iniziò da subito a rivangare il passato.
John osservò Edward con una punta di preoccupazione, sapeva della sua ansia quando riaffioravano i ricordi. Si era appoggiato rassegnato alla sedia, preparato a subire tutto quello che lo zio avrebbe raccontato.
"Steve era un mistero per Anthony, sempre così irrequieto, non sapeva come gestirlo. Forse lo sbaglio più grande, fu di mettervi in competizione, caro nipote." Edward annuì silenzioso fu educato nel rispondere.
"Lo è stato, zio! Purtroppo Steve ancora oggi soffre per quel periodo sfortunato. La sua rabbia per le mie decisioni a volte è incontenibile, pretende un rigore che non posso sempre avere." Il Generale prese a girare il bicchiere nella mano. "Finiamo spesso per litigare senza motivo. Anche se cerco di placarlo."
Lo zio increspò le labbra, lui sapeva molto dei due fratelli. "Anthony lo amava molto, ma ha commesso alcuni errori." Si interruppe ed Edward lo guardò sorpreso, era una cosa che il vecchio Cooper non aveva mai ammesso.
"Zio, cosa vuoi dire?" Eddy lo incalzò, ma lui lo fermò con la mano alzata.
"Nulla nipote, cose che sai già! Anthony era orgoglioso di tutti i suoi figli, ma era rigoroso e autoritario, molte volte ho cercato di farglielo capire, ma era ostinato. Sai il suo passato."
Respirò profondamente, una ruga scura segnò la sua fronte. "Tuo nonno è stato un uomo
difficile." Si riprese subito e continuò alleggerito.
"Avevo un rapporto speciale con Anthony, sai che ero protettivo nei suoi confronti, ho faticato a superare la sua perdita e quella di tua madre. Così come la perdita di tuo fratello Benjamin.
Edward strinse il bicchiere più forte, si accorse che John lo guardava sorpreso. Capì che non sapeva tutto nè della sua famiglia, nè dell'incidente.
"Forse John non è al corrente di tutto. Non so se Steve gli abbia raccontato cosa successe quella notte. Si sentirà tagliato fuori dai nostri discorsi."
Il Generale si voltò verso Roberts, che martoriava il tovagliolo a disagio.
"Steve mi ha accennato dell'incidente che ha provocato la morte dei vostri genitori, di avere altri due fratelli, i gemelli Daniel ed Ellen, ma di Benjamin non ha parlato."
Aveva di fronte due facce tese. Il Generale sospirò e cercò di porre rimedio al suo disorientamento.
"Steve avrà pensato di sorvolare su Ben. Vedi John, lui era nostro fratello più piccolo, aveva dieci anni. Era arrivato tardi in famiglia." Edward sorrise, allargò la mano sulla tovaglia, prese tempo. "Era il più amato proprio per questo. Ricordarlo ci fa sempre male. Ben era insieme ai nostri genitori la sera dell'incidente, lo avevano accompagnato a una recita della scuola."
Si interruppe di nuovo, fissò John livido. "I miei genitori morirono la notte stessa, Ben entrò in coma, una settimana dopo ci lasciò per le conseguenze delle lesioni che aveva riportato. Era il più piccolo dei Cooper. Il più amato da noi fratelli."
Edward addolorato abbassò la testa, sir William portò la mano sul suo polso e lo tenne stretto con forza. John fu pervaso dal loro stesso dolore, ma preoccupato per il respiro affannato di Edward decise di cambiare argomento.
"Pranziamo adesso, abbiamo chiuso la storia di Norbury e mi sembra il caso di festeggiare, che ne dite?" Entrambi annuirono stemperando la tensione. Edward si allentò un po' la cravatta, e Sir William ordinò il pranzo. Finalmente i Cooper si distesero.
"Dopo che mi hanno sparato, che hanno drogato Roberts, mi sembra che possiamo finirla qui. Che se la sbrogli Collins." Il Generale si era ripreso, riempì i bicchieri di vino, e mandò giù un sorso troppo velocemente e tossì.
Sir William guardò il nipote che era quasi astemio, e rise.
"Piano ragazzo mio, tu e il vino non andate d'accordo!" Si fermò a sorseggiare il vino rosso. "Avrà una bella gatta da pelare, nipote, sir Henry tende a pretendere favori ovunque. Mi dispiace per lei, mio caro dottore, che appena arrivato abbia avuto subito problemi."
Sir William indirizzò un'occhiata d'affetto verso John, che si era inserito nella famiglia Cooper con discrezione. "Visto che dimostra di essere un devoto amico dei miei nipoti, sappia che io sono a sua disposizione."
Edward appoggiò il bicchiere, sorpreso e sentenziò. "Mio caro John, sei stato adottato niente meno che dà nostro zio Sir William Zachary Cooper, ora siamo quasi imparentati."
Finalmente si sciolse, rise divertito vedendo il volto confuso del dottore.
"Beh, Sir William devo dire che i suoi nipoti non mi fanno annoiare mai, ho già fatto notare a Edward, che non so se sia stato un bene conoscerli. Sono così sorprendenti, a volte addirittura "maneschi." John si divertì a pungolare Edward, che capì a cosa si riferiva.
Presero a pranzare con leggerezza, dimenticando le tensioni della giornata. Sir William era un fiume in piena, raccontò della collaborazione di suo figlio Graham nel suo ufficio, della laurea in avvocatura della figlia Leanne.
Erano i cugini di Edward, che rimase in silenzio tutto il tempo annuendo di tanto in tanto. Aveva anche una zia paterna, Costance, con altri cugini al seguito che volevano rivederlo e passare una serata insieme.
Edward protestò appena, sapendo di non avere una scusa pronta, per declinare l'invito. Sir William si placò solo quando praticamente li cacciarono dal ristorante. Tornò ai suoi doveri e li accompagnò fino all' uscita.
"Fatti sentire nipote e portami, anzi trascina, anche Steve. Lei dottore si prenda cura dei miei nipoti, me li tenga in salute. Sia paziente, so cosa possono combinare quando sono insieme. Sappia che sono a sua completa disposizione."
Sir William strinse Edward in un abbraccio inaspettato che sorprese anche lui. Poi giunse l'auto nera e salirono.
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