Era un tiepido pomeriggio d'autunno, quando Nancy Tullis, appena finite le lezioni, si dirigeva nell'alloggio che condivideva con la sua conquilina all'interno del dormitorio femminile. Arrivata a pochi passi dalla porta, posò i libri che teneva sottobraccio nella borsa e frugò in essa cercando le chiavi. Trovandole, aprì la porta ed entrò in quell'alloggio universitario di due vani in cui viveva, con un bagno, un salotto e una camera da letto doppia, e appese il cappotto all'appendino, accanto a quello della sua conquilina. "Heyy, sono a casa" disse, e non ottenendo alcuna risposta  continuò "Sei in bagno? In tal caso sbrigati, devo farmi una doccia"
Cominciò a camminare titubante verso la camera da letto che condividevano. Tutto sembrava in ordine, fino a quando vide qualcosa di   davvero inusuale. Colpì la sua attenzione, per l'appunto, un flacone arancione su cui vi era scritto il nome del medicinale, "fluoxeren", completamente vuoto e posato sul comodino. "Allora, ti decidi a rispondere?" esclamò. La chiamò un'altra volta ma, ancora senza risposta, impaziente, cominciò ad avviarsi verso il bagno. "Se è uno scherz" si interruppe a metà frase. Aveva calpestato una cartina bianca appallottolata sul corridoio che portava al bagno. La prese e la spiegò. Era uno scontrino di due flaconi di fluoxeren, acquistati in data odierna. "Oh gesù, che roba è" disse tra sé e sé, sperando che la ragazza lo sentisse, affinché smettesse di giocare a nascondino e liberasse il bagno per spiegarle cosa aveva comprato. Niente. Cominciandosi ad alterare, la chiamò un'ultima volta, e ancora una volta, non ottenne risposta, allora percorse velocemente la decina di passi che la separavano dalla porta del bagno e bussò. Non accadde nulla, così lasciò perdere ogni misura di privacy e aprì.
Urlò a squarciagola.