Non so perché, ma improvvisamente qualcosa si accende nella mia mente. Un'idea. Una follia.

Senza avere contezza della reale motivazione, mi ritrovo a chiedermi il perché quel ragazzo appaia improvvisamente tanto distaccato rispetto a qualche istante prima. Dopotutto, mi ha appena tenuta tra le braccia e non è sembrato del tutto indifferente al mio fascino. Com’è possibile che non abbia avvertito la stessa elettricità che ho sentito tanto potente  attraversarmi il corpo? Penso in preda a un certo sgomento.

Sono una pazza esaltata.

Mi allontano dal ragazzo ancora chino e intento a sistemare i libri e me ne vado in un altro corridoio scorrendo svogliatamente i titoli dei libri che sono alla mia altezza e tralasciando quelli che non sono alla portata dei miei occhi. La mia mente vaga ma a tenerla impegnata non è la scelta del prossimo libro o il ritardo di Brian, ma ancora quel ragazzo e la prepotenza con cui si sta insinuando nei miei pensieri.

La frustrazione acuisce la sgradevole sensazione di nodo allo stomaco facendomi venire in mente che non ho mangiato ancora nulla.

Mi volto e noto una freccia che indica il punto ristoro all'interno della libreria. Decido di avviarmi verso la caffetteria e intravedo subito un tavolino libero verso il quale mi fiondo alla velocità della luce.

Un attimo dopo una ragazza minuta, dai lunghi capelli color platino, si avvicina domandandomi cosa voglia ordinare.

«Un panino e una Coca Zero, grazie», rispondo.

La ragazza mi sorride e scompare dietro il banco e poi in cucina.

Avverto una vibrazione nella tasca del cappotto così estraggo il cellulare e con il pollice  tocco il display che si illumina.

È un messaggio di Brian: «SEI ARRABBIATA? GIURO CHE MI FARÒ PERDONARE. HO UNA SORPRESA PER TE. TI AMO. TUO BRIAN XXX»

Sorrido leggendo quel messaggio, ma avverto anche una certa amarezza in me perché mi rendo conto di quanto sia cambiato per me il significato di quelle “X”. Prima, infatti, erano sufficienti a mandarmi in fiamme, ora invece, sono solo parole che rimandano a promesse infrante, aspettative che tali rimarranno.

La ragazza che ha preso poco prima la mia ordinazione riappare col mio panino e il bicchiere di Coca alla spina.

Addento il mio sandwich al tonno e pomodoro famelica mentre scorro le notizie di Facebook e seguo il mio blog.

Improvvisamente sento alle mie spalle una voce familiare e decido di voltarmi leggermente in modo da avere una migliore visuale ed è a quel punto che lo vedo nuovamente.

È proprio lì, al bancone del bar, alle mie spalle, intento a ordinare un caffè, mentre parla con un’altra biondina in divisa nera e amaranto che gli cinguetta di rimando in maniera fastidiosa.

Vorrei tapparmi le orecchie, ma mi limito a ritornare al mio cellulare, respingendo il piattino sul quale c'è ancora un terzo del mio panino.

“Accidenti non ho più fame”, borbotto mentalmente.