Capitolo 2
Nel cuore della notte, dopo essere sprofondata in un sonno agitato con le lacrime incrostatesi tra viso e cuscino, avverto due braccia che mi afferrano da dietro attirandomi a un petto caldo e duro.
«Scusami. Non volevo ferirti. Non volevo rovinare il tuo compleanno. Sono uno stronzo.»
La voce di Brian suona come un sussurro lontano mentre il sonno mi tiene inchiodata nella dimensione dove i miei desideri diventano realtà.
Lo sento mentre affonda il suo viso nei miei capelli e inspira violentemente come se volesse stordirsi con il mio profumo, ma neanche quel suo calore riesce a ridestarmi.
È come se la mia mente volesse tenermi lontana da quella realtà costruita sulla menzogna.
Brian sembra però ben concentrato sul suo obiettivo e la mia totale avulsione verso le sue attenzioni tanto insistenti non lo persuadono dal far scivolare una mano lungo la mia vita fin lungo la mia coscia, rimasta scoperta dai movimenti involontari fatti durante il sonno.
Indugia qualche istante per poi puntare dritto e determinato verso il mio pube. Avverto le sue dita prepotenti cercare e infine raggiungere la minuscola, ma potente vetta dalla quale ha origine il fiume dell’estasi . È il calore di quel gesto a svegliarmi del tutto.
Sento il suo corpo schiacciato contro la mia schiena, la sua eccitazione spingere contro il mio fondoschiena mentre le sue dita hanno iniziato la loro danza intorno al mio nucleo del mio piacere.
Vorrei cacciarlo indietro, dirgli di non toccarmi, ma il piacere e il dolore si mescolano in un cocktail che mi manda in frantumi.
Lentamente si sposta sopra di me reggendosi sulle braccia muscolose e possenti, mentre i suoi pettorali sfiorano appena il mio seno. Avverto l'indolenzimento dei miei capezzoli, ma non ho tregua né possibilità di sottrarmi a quella tortura che ottenebra la mia facoltà di pensiero soggiornando la mia volontà, perché lui mi ha già sfilato una bretellina della camicia da notte liberandomi entrambi i seni avventandosi affamato su di essi.
Reclino la testa all'indietro devastata dagli spasmi del piacere. Non ho più contezza delle mie membra. Evaporo sotto la presa dell'uomo che ho sempre adorato.
Quando ha finito di tormentarmi i seni mi lancia un occhiata lasciva e sento il suo petto muoversi ritmicamente come il mio, sorride prima di perdersi dentro di me.
L'abisso mi inghiotte ed esplodo per la seconda volta mentre Brian lancia un gemito soffocato aggrappandosi al mio bacino e poi sprofondando con la faccia nel mio collo.
«Sei il mio mondo.» Sussurra mentre il suo respiro si fa più regolare.
Mi sciolgo e lo abbraccio cullandolo sul mio petto, senza dire una parola. No riesco a rispondere perché è come se le mie emozioni si fossero improvvisamente annullate.
Vorrei dirgli che mi ha spezzato il cuore e che lo odio per questo motivo, ma le mie labbra sembrano dissociarsi dalla mia mente lasciando fuoriuscire da esse solo un flebile: «Ti amo».
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