Ci fu silenzio solo per un attimo, un silenzio teso, micidiale, catartico. Poi Juliet esplose. Le pupille si allargarono, la bocca divenne quasi completamente arida. Eppure, riuscì a dar voce a tutto il suo terrore verso quell'uomo che fino a un istante prima aveva desiderato toccare con tutta se stessa.
—Ma che cosa diavolo avete intenzione di fare, maledetto farabutto!— sibilò, sollevando il mento. Se sua madre o suo padre l'avessero sentita, sarebbe di sicuro finita in un convento, ma non le importava. Nulla importava in quel momento se non porre un freno alla sfrontatezza di un maledetto damerino da quattro soldi. Al diavolo le buone maniere!
Scattò indietro con la rapidità di una lince, un animale pronto all'attacco. Sentiva il cuore palpitare e rimbombare feroce contro lo sterno, lo sentiva nelle orecchie, dietro le tempie, mentre la mano destra si avventava leggera contro la guancia del duca. —Non osate... non osate mai più.—

Ma Dio solo sapeva quanto avrebbe voluto che Cristopher Morgan la baciasse. Lui la guardava vagamente allibito, a metà tra l'incredulo e l'amareggiato, colpevole forse di un gesto che sapeva non avrebbe dovuto nemmeno avere l'istinto di compiere. Sembrava che fosse calato un oscuro silenzio attorno a loro, come se ogni suono, rumore e respiro fossero evaporati, rapidi e afoni al pari del sonno che arriva e ti porta con sé. Juliet non riusciva a placare il battito accelerato del suo cuore, Christopher continuava a fissarla senza parlare, timoroso che qualunque parola avesse pronunciato avrebbe spezzato quel piccolo paradiso che aveva tanto sognato. —Perdonatemi— disse alla fine, chinando la testa. —Io non so cosa mi abbia preso. Non avrei mai dovuto avvicinarmi a voi, Miss...—
—No— confermò lei, deglutendo per frantumare il groppo che le aveva chiuso la gola e bloccato le parole fino a quel momento. —Non avreste dovuto. —

Christopher la guardò di nuovo, la fissò con gli occhi appena socchiusi e Juliet si sentì di nuovo nuda e vulnerabile. Quello sguardo la terrorizzava, eppure aveva la capacità di tenerla incatenata e immobile, con i piedi imprigionati al pavimento. Era in trappola, tesa e rigida come la corda di un violino, era piccola e minuta e lui... lui era un uomo imponente che soppesava minuziosamente ogni centimetro del suo corpo. Cercava di scavare dentro di lei con quei suoi occhi che adesso Juliet detestava, ma non si sarebbe piegata, non gli avrebbe permesso di domarla.

Resse il suo sguardo al meglio delle proprie capacità, poi gli puntò contro un dito e lo appoggiò sul petto solido del duca. —Statemi lontano— ringhiò. Alla fine, sotto l'espressione amareggiata di lui, Juliet serrò le labbra in una linea dura e decisa. Non le importava che cosa pensasse di lei in quel momento. Voleva solo andarsene e dimenticarlo, ed era certa che ci sarebbe riuscita. Christopher Morgan non avrebbe avuto più alcun potere su di lei, questo era poco ma certo. E così, con gli occhi lucidi e il respiro ancora rapido, Juliet Palmer indietreggiò e tornò in salone, al sicuro, lontano da un uomo che sapeva aveva solo voluto prenderla in giro. Di nuovo. Mentre se lo lasciava alle spalle senza voltarsi indietro, desiderò urlare tutta la sua rabbia, ma tacque. Una signorina per bene, come diceva sua madre, sapeva sempre quando era meglio tenere la bocca chiusa.

***

Spazio autrice: questo è un breve ritorno, giusto per farvi sapere che sono di nuovo qui. È vero, sono sparita per quasi un anno e me ne pento, questa storia l'avevo elaborata tutta, dall'inizio alla fine, nella mia testa tanto tempo fa e mi sento in colpa per tutti voi che l'avete cominciata e poi siete rimasti a bocca asciutta con la domanda "che cosa succederà adesso?"
Ebbene, sono tornata, pronta e carica, con in serbo tante sorprese e novità. Attenti, da adesso comincia il lato dark di Loving Juliet! Spero ricomincerete a seguirmi, e, sopratutto, spero di non deludere le vostre aspettative ;)

—Alicia