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33. Speranza |Seconda parte|

Avrebbe dovuto essere meno audace. Aveva portato Juliet all'orgasmo, l'aveva violata, l'aveva profanata, strappandole l'innocenza... quel gesto significava la fine. Nessuno l'avrebbe più voluta in moglie, nessuno di ragionevole, e lui poteva incolpare solo se stesso per ciò che era accaduto. L'aveva rovinata.
Sospettava che Juliet non si rendesse conto di quanto, da quel momento in avanti, le cose sarebbero state difficili per lei. Una ragazza giovane, ancora acerba, che era stata marchiata da un uomo che, a parte prenderla come amante, non poteva offrirle altro. Non quello che voleva. Ed era davvero sicuro di quello che voleva? Christopher se lo domandava spesso. E se tutto concernesse solo il proprio bisogno fisico? Se non fosse davvero lei in tutto quello che era, ciò che desiderava?

Poi, però, Christopher cedette alla ragione. Non c'entrava la lussuria. C'entrava Juliet, in tutto e per tutto, nelle sue stranezze e nei suoi modi, c'entravano i suoi occhi e le sue mani, la sua bocca e il suo sorriso... Le aveva detto di amarla. E in quel momento, quando la vide montare in sella allo stallone nero, davanti a sé, comprese che non ci fosse cosa più vera che avesse mai detto.
Sapeva quanto ritrovare Lord Palmer fosse importante per lei, che Juliet non sarebbe stata davvero felice finché non lo avesse riabbracciato e, che Dio l'aiutasse, sperava con tutta l'anima che fosse ancora in vita.

Christopher aveva perduto suo padre qualche mese prima; conosceva il dolore e il vuoto che uccidevano chi rimaneva indietro. Se c'era una persona che non meritava di viverli, quella era Juliet. Perché la vita, a quella ragazza, poteva ancora offrire molto e lei meritava di avere tutte le opportunità possibili.

-Oltre il fiume, a destra- disse spezzando il silenzio. Era primo pomeriggio e il sole cercava di farsi strada tra la cappa che creavano le nubi contro gli alberi, ma il freddo non era pungente come il giorno precedente. Di questo, Christopher era grato. Lei indossava solo il mantello che le aveva donato Rose.
-Lo troveremo- rispose Juliet di rimando. Sentire che non le interessava delle indicazioni che lui le stava dando, ma si basava solo sulla convinzione di ritrovare il genitore gli spezzò il cuore. Lei ragionava con l'anima, lui era abituato a farlo con la mente. E se c'erano probabilità che Darcy avesse lasciato vivere suo padre, erano minime. Ma questo, a Juliet, non poteva dirlo. C'era una cosa che teneva in piedi quella ragazza ed era la speranza. Christopher non era nessuno per sottrargliela.

-Sì- sussurrò e anche pronunciare quelle parole gli spezzò il cuore. Sperò che lei non notasse il tono crinato della sua voce.
Condusse il suo cavallo a un'andatura più veloce e la affiancò.
-Juliet?
Lei non si voltò subito. Probabilmente era immersa nei propri pensieri, ma doveva ascoltarlo perché inspirò a fondo prima di schiudere le labbra.
-So quello che pensi- mormorò. -Che sono un'ingenua a credere che mio padre sia ancora vivo, ma io devo almeno tentare, Christopher, o impazzirò.- Continuò a inspirare forte mentre si lasciavano il River Way alle spalle e si immergevano nel sottobosco, poi tornò a parlare con un alto tono di voce. -Lui potrebbe essere morto, o in balia di chissà quali sofferenze, e io ho... ho fatto una cosa sbagliata e non so come diamine ho potuto!

Sembrò che stesse colpevolizzando se stessa, quando il vero colpevole non era altro che Christopher. Sentirla pronunciare quelle parole, che quello che avevano fatto era qualcosa di sbagliato, fu come ricevere un pugno nello stomaco. Nonostante sapesse che aveva ragione, fu un colpo tremendo da incassare.
-Non meritavi che ti facessi questo- fu tutto quello che lui riuscì a dire.
Juliet scosse la testa. -No, non è colpa tua. Sono stata io, io ho insistito, io ti ho obbligato a...
-Tu non mi hai obbligato a fare nulla, Juliet!- scattò Christopher fermando il cavallo di colpo. Juliet si costrinse a fare lo stesso. Gli rivolse un'occhiata interrogativa. -Hai detto di amarmi, Christopher, ma non significa che lo volessi- puntualizzò in tono amaro. -Nessuno potrebbe volere una come me, tanto meno potrebbe amare una come me.

Fu la sincerità che colse nelle sue parole che lo condusse sull'orlo della rabbia. Si sporse verso di lei e le afferrò il viso in un gesto che voleva essere dolce, ma fu invece violento. I cavalli nitrirono agitandosi, ma entrambi riuscirono a mantenersi saldi sulle selle. Come la prima volta che si erano visti, Christopher catturò il suo sguardo fiammeggiante nel proprio, senza lasciarlo nemmeno per un istante. Sentiva la rabbia montare secondo dopo secondo, ma le trovò solo poi, le parole da dirle.

-Smettila, maledizione.
-Christopher, guardami!- esplose lei divincolandosi dalla sua presa. Tirò le redini e saltò giù dal cavallo che rimase sorprendentemente fermo al suolo. Lui la seguì, afferrandola nuovamente, stavolta per un braccio. Juliet gli sfuggì ancora una volta, il fuoco che le ardeva negli occhi.
-Mio padre è la fuori da qualche parte- gridò, e le sue parole rimbombarono tra le chiome degli alberi, perdendosi nel vento freddo per pungere con violenza le orecchie del duca.
-Lui potrebbe essere morto! E io sono andata a letto con qualcuno che non mi sposerà mai, che vorrà fare di me solo la propria amante, se davvero lo vorrà, perché è questo che si fa con quelle come noi, perché non sono bella o attraente, perché tu hai solo ceduto all'istinto degli uomini e per questo non puoi essere incolpato. Ma io, io sono la vera colpevole. E quando mio padre lo verrà a sapere...

-Juliet, guardami.- Christopher la interruppe spezzando il filare senza senso delle sue parole. -Guardami e dimmi cosa vedi.
Lei allora lo fissò. Lo fece a lungo, con il respiro che lentamente tornò alla normalità, e gli occhi che mantennero il loro bagliore fulminante.
-Vedo un uomo che non sembra nemmeno più così potente in questo momento.

-Non vedi altro?-
Juliet inspirò di nuovo. Sembrava che facesse fatica a parlare con calma.
-Vedo l'uomo per cui so di provare cose che sono sbagliate.
-Juliet, lo vedi quello che provo io?
-No- replicò lei, con una smorfia triste. -Vedo solo che abbiamo fatto l'amore, lo leggo nei tuoi occhi. E che se mi amassi davvero, tu mi sposeresti.

Fu Christopher stavolta a tacere e riflettere a lungo su quanto tutto quello significasse. La stava accompagnando nell'impresa di raggiungere suo padre, pur conoscendo i rischi, e non si rendeva conto lei, come poteva non rendersi conto di cosa per lui fosse davvero importante in quel momento?

La prese per le spalle, senza trovare resistenza da parte sua. La guardò e lei gli restituì lo sguardo, ma qualcosa iniziò a vacillare. -Ti ho detto di amarti- sussurrò Christopher. -E ti giuro che al momento sei quanto ho di più caro. Ti ho detto di amarti- ripeté avvicinandosi di più. La voce era bassa, quasi intima quanto quella che lei aveva sentito la notte precedente. Conosceva l'effetto che le faceva, e in quel momento voleva che lei lo ricordasse.

-E se ti ho profanata, io ti chiedo perdono, ma era la cosa che più desideravo al mondo e ora io... io sento che potrei non averne mai abbastanza.

-Basta- lo implorò lei. Gli appoggiò le mani sul petto cercando di allontanarlo. -Ti supplico, basta.
-E ti prenderò, anche se fuggirai, perché adesso sono sicuro di quanto ti voglio e che non c'è assolutamente nessun'altra che desidero al mio fianco.
-Christopher, non ho una dote, non sai quello che stai dicendo...
-Per tutta la vita, Juliet.- Christopher la strinse a sé scostandole i capelli dal collo, quei capelli che sapevano di sporco e di sale, ma che non poté fare a meno di respirare. Si chinò e le tracciò un bacio sulla pelle; la sentì sciogliersi all'istante, la strinse forte perché aveva paura che lei potesse correre via. Ma Juliet non lo fece, tutt'altro: mossa dal piacere, inclinò il collo lasciando che lui la baciasse a lungo, lasciando che la stuzzicasse e accendesse in lei quella magia che non si era ancora sopita. -Troveremo tuo padre, Juliet- ansimò Christopher, senza smettere di tracciare la scia dei baci sul suo collo. -E tu diventerai mia moglie, se lo vorrai.


Spazio autrice: ehilà! Pian piano sto tornando, vi prego lasciatemi dei commenti perché qui la questione si fa seria! 😂

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