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Parte 61

Ho il cuore che mi batte a mille. Nonostante lo stile all'esterno della villa sia prevalentemente moderno, al suo interno sembra che il tempo si sia fermato. Dal soffitto ricadono enormi lampadari carichi di gocce di cristallo che forniscono una luce calda ed avvolgente. Ci sono candelieri d'argento ovunque. Il mobilio è prevalentemente ottocentesco. In ogni angolo, anche il più nascosto, ci sono degli enormi divani in pelle capitonè color porpora dove vedo impegnati in conversazioni od approcci un po' più intimi, ragazzi che, nonostante le maschere, e l'abbigliamento più o meno elegante, sembrano avere più o meno la nostra età.

Chi è tutta questa gente? E perché siamo stati costretti ad indossare delle maschere ed assumere identità false?

Max si allontana da me.

«Ci vediamo davanti alla porta dalla quale siamo entrati tra due ore. Non un minuto di più. Divertiti e non metterti nei guai» mi intima e poi si avvia sulla immensa scalinata che porta al piano superiore.

Resto solo. Intendo, solo con altre centinaia di persone almeno.

Se mi avesse avvisato prima, mi sarei vestito adeguatamente e non coi jeans strappati e la t-shirt.

Vabbè sarà per la prossima volta, ammesso che esca vivo da qui.

Sono perplesso ma una leggera eccitazione si fa lentamente strada dentro di me. Attraverso l'ennesimo corridoio in penombra, illuminato esclusivamente, dagli enormi candelieri poggiati su ogni singolo mobiletto o tavolino. Mi decido ad aprire una delle porte alla mia destra e resto impalato come un salame per qualche istante.

Cristo. Ma che razza di posto è questo?

Dal pavimento di marmo scuro si ergono maestose colonne doriche alte fino al soffitto, mentre, al centro della stanza, sopra un piano rialzato è sistemato un grandioso letto a baldacchino coperto da lenzuola di seta porpora.

Sto per richiudere la porta ed andare via quando, da un porticina infondo alla enorme stanza, esce una ragazza. Ha lunghi capelli corvini che le ricadono sui seni, non indossa altro che la sua mascherina argentata e piumata ed un bustino del medesimo colore. Avanza verso di me ed il suo fisico longilineo, il suo portamento, la fanno sembrare una ballerina. Mi aspetto che, da un momento all'altro, faccia una piroetta od un arabesque per giungere fino a me.

«Scusa per il disturbo. Sono nuovo e non conosco questo posto» dico con la voce tremante e non so se è per la sorpresa o per l'eccitazione che quella situazione sta scatenando in me.

«Credo che tu non abbia sbagliato. Mio signore. Piuttosto è stato il destino a far si che tu abbia scelto proprio questa stanza tra mille altre» fa un sorriso lascivo e di colpo la vedo davanti a me.

«Ok. Ma non saprei da che parte iniziare» e mi sorprendo di quelle parole che ho appena dette.

Ora penserà che sono un inesperto, gettato in questa "cosa" più grande di me.

Allunga una mano, è calda, e mi accarezza il viso. Subito un brivido mi percorre la schiena.

«Forse dovresti rilassarti, magari potrei farti un massaggio, sai sono molto brava» continua facendo scendere la sua mano leggera lungo la mia spalla e poi sull'avambraccio.

«Cosa dobbiamo fare qui?» chiedo.

Lei mi fissa per qualche istante come se non capisse.

«Tutto quello che vuoi» dice infine.

«Io sono Veronique e tu?» si presenta.

Sto per rispondere con il mio vero nome quando mi fermo ripensando ai documenti falsi.

«Joshua» rispondo.

«Bene. Joshua. Come sei abituato a rapportati in una situazione del genere? Intendo, che ruolo ti piace interpretare quando sei in intimità con la tua partner?» chiede.

«Che significa?» chiedo shoccato.

«Avanti. Josh. Non mi sembri uno sprovveduto. Dimmi come ti piace giocare» inclina la testa di lato e sembra non solo attendere una mia risposta ma, piuttosto, credo mi stia valutando.

La fisso ed involontariamente mi lecco le labbra asciutte, cavoli se non sono eccitato ora.

Sarebbe strano non esserlo davanti a quella donna meravigliosa.

«Ok. Visto che è la prima volta per te. Voglio dire, qui. Allora sarò io a darti alcune dritte. In poche parole, ti farò da cicerone. In questo modo vedremo come ti comporti quando sei più sciolto e poi decideremo, insieme» mi fa con voce sensuale e poi sento la sua mano scivolare nella mia.

Mi sta conducendo verso il centro della stanza ed io la seguo come ipnotizzato.


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