«Avremmo bisogno di parlare con i vostri genitori» sento la voce della dottoressa dietro il paravento bianco, sistemato attorno al mio letto, mentre parla con mio fratello Elliot.

Mi guardo intorno e mi sembra di scorgere altri letti sistemati come il mio. Quella sala è asettica, fredda e mi turba. Chissà perché vorrà parlare con i miei? Mancava solo questa rottura di scatole. Figuriamoci mia madre cosa farà quando sarà costretta a raggiungerci qui per colpa mia.

«Nel frattempo ho fissato un appuntamento con un nostro psicologo che dovrebbe essere qui a momenti» continua.

Che diavolo me ne faccio di uno psicologo?

«Capisce bene che ci sono dei valori che indicano una grave carenza e questo non fa altro che stressare il fisico di sua sorella. In particolar modo, c'è una considerevole diminuzione dei leucociti che, unita all'eccesso di cortisolo e la carenza di zinco, sembrano essere il campanello d'allarme di un malessere psicofisico da valutare seriamente. Fortunatamente, la situazione sembra più grave di quello che è detta così ma merita un'attenta valutazione specialistica. È una cosa che si può risolvere ma dobbiamo capire la natura di questo malessere che l'ha portata a questo principio di anoressia».

A quelle parole sprofondo in uno stato di shock. Oh. Mio. Dio. Non pensavo di essere arrivata a tanto.

«Potrebbe morire?»chiede balbettando mio fratello con una voce flebile.

«No. Assolutamente. È una fase iniziale. È debilitata ma, fortunatamente, è recuperabile. Ha però bisogno di un grande sostegno psicologico in primis da parte della sua famiglia. Possibile che nessuno di voi si sia accorto del suo calo di peso o di questo malessere? Suppongo anche che sua sorella soffra di amenorrea. Mi perdoni se uso questi termini, cercherò di essere più comprensibile. Sa se sua sorella ha un ciclo mestruale regolare?» continua la dottoressa.

Oh, Gesù. Ma che accidenti si mette a chiedere ad Elliot del mio ciclo? È tutto talmente assurdo.

«Ma io l'ho sempre vista mangiare, non ha mai smesso» replica disperato Elliot ed io mi sento mortificata dal fatto di averlo messo di fronte a questa realtà.

«Magari il suo problema non è derivato dal voler avere una forma fisica differente ma da un trauma più profondo. Ha subito un forte stress?» indaga.

«Beh. Sì. È stata drogata e praticamente violentata al ballo della scuola l'anno scorso. Poi il suo ragazzo l'ha svergognata per tutta la scuola. Ha avuto un anno difficile ed io sto per partire per il college, mentre i miei genitori. Loro non ci sono quasi mai per ragioni di lavoro ma questo non significa che siano dei cattivi genitori con noi» sento la voce di Elliot rotta dai singhiozzi ed il cuore mi va in frantumi.

«Mi dispiace veramente per sua sorella, ma non si preoccupi, vedrà che ce la farà. Ora la lascio. Tra poco arriverà lo psicologo per una prima valutazione» si salutano e dopo qualche istante vedo comparire Elliot al mio fianco. Ha gli occhi gonfi e rossi e continua a tirare su con il naso.

«Ehi. Scricciolo» dice.

«Non sono anoressica e non sono stata violentata!» urlo indignata.

«Amelia. Non voglio che ti agiti ora ma devi promettermi che ti farai aiutare» mi prega Elliot ed io non posso far altro che annuire.