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Parte 3

Oh, mio Dio. Ho la bocca secca a furia di tenerla spalancata e sento una goccia di saliva all'angolo che minaccia di scivolarmi giù per il mento. Probabilmente sto sbavando ma non mi importa poiché sono in piena divinazione. Prima però di annichilire completamente la mia reputazione, serro le labbra ed abbasso lo sguardo sulle mie mani, pregando Dio che non si sia accorto della mia esistenza.

É bello. Anzi no. È divino. Alto, slanciato, indossa una t-shirt bianca semplice, sopra un paio di pantaloni larghi color cachi ficcati dentro degli anfibi militari che gli arrivano a metà polpaccio.

La maglietta è abbastanza aderente da lasciare poco spazio all'immaginazione. Il fisico è asciutto, muscoloso, il tessuto si tende sui pettorali scolpiti mentre dalle maniche corte fuoriescono dei bicipiti da togliere il fiato.

Mi passa accanto, lo seguo con la coda dell'occhio, e cerco di mantenere la calma inspirando a pieni polmoni l'aria circostante per cercare di cogliere il suo odore ma, sembra una furia ed avanza ad ampie falcate lasciandosi dietro solo la mia temporanea infatuazione nei suoi confronti.

Il cellulare mi vibra tra le mani ma, a parte un sussulto da parte mia, non merita molta considerazione in questo momento di beatitudine.

Mi volto per scorgerlo un altro istante, prima che varchi una porta che da al piano superiore del locale.

Oh. Gesù. Mi si ferma il respiro. Si è voltato verso di me. Un solo brevissimo momento in cui i nostri occhi si sono incrociati. Suppongo lui stia guardando altrove e magari, se proprio ora mi voltassi, vedrei, alle mie spalle, un'avvenente ragazza fargli gli occhi dolci, guadagnandosi quello sguardo strappa mutandine. Nonostante tutto, mi crogiolo nella beatitudine di quella mistificazione della realtà, prodotta dalla mia mente.  Quel brevissimo istante, diventa un'eternità in cui il mondo cessa di roteare sul suo asse per permettere a me, comune mortale, di cogliere la bellezza di quel dio.

Quell'occhiata nella mia direzione basta ed avanza a farmi avvampare e far correre la mia fantasia a mille.

Completamente galvanizzata da quella visione divina, abbandono i dubbi ed i pensieri negativi per cercare di passare in rassegna tutti i perfetti tratti somatici di quel ragazzo, richiamandoli ad uno ad uno nella mia mente. Vediamo, dunque, ha occhi color nocciola. Sì, due gocce di cioccolato che formano un connubio perfetto con quel viso dai lineamenti marcatamente mascolini ma che, nonostante tutto, lasciano ancora intravedere qualche traccia di una fanciullezza passata da poco.

Il ragazzo sta per attraversare la porta, trascinandosi dietro la sorellina recalcitrante che, approfittando della momentanea esitazione del fratello, sferra un attacco micidiale ai danni di quest'ultimo, mordendogli la mano che la tiene inchiodata a lui e facendolo urlare per il dolore, proprio davanti ai miei occhi.

Trasalisco.

«Cazzo. Clara. Ma sei impazzita. È la tua dannata festa ed io mi sto sorbendo una comitiva di mocciosi folli per poi ricevere questo proprio da te. Avevo gli allenamenti stasera e sabato prossimo il coach mi farà iniziare in panchina perché oggi non mi sono presentato, pur avendogli fornito una valida giustificazione. E vuoi dirmi che ho fatto tutto questo casino per vedere mia sorella scappare dalla sua stessa festa perché una stupida bambinetta, che si crede Barbie, ha deciso di escluderla dal suo stramaledetto club di lettura?! Ma se avete appena imparato a leggere, come accidenti fate a creare un club di lettura, mi domando. al massimo guarderete le figure. Non puoi andare fuori di testa per una cosa del genere» urla furibondo tenendosi la mano e chinandosi sulla bimba per essere alla sua stessa altezza.

Clara, la fatina terribile, china, improvvisamente, il capo, cingendosi le mani dietro la spalla e mettendosi a fissare la punta delle sue scarpette dorate, come se, consapevole del suo errore, se ne vergognasse al punto da non riuscire a sostenere lo sguardo del fratello.

«Scusa Matt. Mi dispiace per la tua partita di sabato, so quanto ci tenessi. Mi sento talmente stupida» ribatte la piccola con un filo di voce, aggrappandosi a lui e stringendolo talmente forte da scomparire quasi del tutto tra le braccia forti e grandi del ragazzo «comunque io so leggere ed anche molto bene» aggiunge.

Clara inizia a singhiozzare e poi il suo pianto si fa talmente chiassoso da attirare l'attenzione anche di altri clienti in sala.

Buongiorno a tutti. Scusate eventuali errori grammaticali ma, sto scrivendo di getto e pubblicando. Segnalatemi eventualmente inesattezze che riscontrate. Vi piace che questa nuova storia?

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