Parte 27
Matt
Odio quando mia madre mi costringe a fare la spesa, manca solo che mi metta anche a cucinare, se non ci pensasse già Sandra, la nostra governante, è lei infatti che sto accompagnando al supermercato.
«Stai scherzando spero? È il quinto supermercato che giriamo. Sono davvero stufo» borbotto esasperato mentre entro con la macchina nell'enorme parcheggio del Whole Foods Market.
«Signor De Luca. Questo è l'ultimo, glielo giuro, poi possiamo tornare a casa» dice Sandra costernata «se vuole può aspettare qui, non ci metterò molto» continua mentre si fionda fuori dalla mia Audi.
L'idea mi suona allettante se non fosse per il fatto che, alle sei di pomeriggio, fa un caldo asfissiante. Quindi direi che, nonostante l'aria condizionata, preferisco l'ambiente più ampio di un altro dannatissimo supermercato.
«No. L'accompagno. Non sia mai che mia madre lo venga a sapere» ribatto seccato mentre la seguo verso l'entrata.
Vago, insieme alla domestica, per i corridoi del supermercato fissando gli scaffali senza il minimo interesse e smanettando freneticamente sul mio cellulare, in attesa che Sandra finisca l'ennesima spesa della giornata.
Aspettate. Fermi tutti. Non ci posso credere. Forse sto sognando. Sgrano gli occhi e con il carrello vado a sbattere contro un enorme pila di scatole di cereali che viene giù come le tessere del domino.
Cazzo.
Faccio un gran casino e la cosa mi imbarazza parecchio perché tutti si voltano a guardarmi, compresa lei.
Incontra i miei occhi e la vedo trasalire a quel semplice contatto visivo tra noi. Le guance già leggermente abbronzate diventano di un rosso incandescente, subito abbassa i suoi occhi, che assomigliano a due lapislazzuli, e si allontana da me in fretta, come se avesse visto un mostro spaventoso dal quale deve mettersi in salvo velocemente.
No. Non posso lasciarla scappare. Sento un fremito che mi sconvolge l'intero essere ed il cuore inizia a battermi all'impazzata. Per un istante mi faccio prendere dal panico. Non so quale sia la mossa più giusta. La mia mente va a mille ed in preda agli spasmi del delirio. Mi sento come una foglia in autunno, fragile perché quasi secca ma ancora aggrappata alla vita dal sottile stelo che la lega ancora al ramo. All'improvviso la prima folata di vento fresco la fa tremare ma essa si tiene ancora avvinta a quel ramoscello. Così mi sento. Fragile ed esposto, se mi soffiasse addosso credo che cadrei evaporando a contatto col suolo.
Un ammasso di viscere e nervi che mi rendono la cosa più simile ad un uomo. E tutto questo sconquasso è generato da un uragano piccolo piccolo, dai capelli color grano, dal fisico simile ad un filo d'erba. Potrei piegarla tra le dita ma, in realtà, è lei ad avermi in giogo.
Matt. Datti una calmata. È solo una ragazza, una delle tante che hai desiderato e poi avuto. Cadrà anche questa, abbi fede. Mi ripeto ma so che lei non è come le altre.
«Signor De Luca! Mattew!» mi urla dietro Sandra ma io non l'ascolto più e corro verso la mia meta. Ecco cosa devo fare. Devo afferrarla prima che il vento della vita me la strappi via.
Giro tra i corridoi alla sua ricerca come un disperato e poi la vedo mentre, in punta di piedi cerca di afferrare una bottiglietta su di uno scaffale evidentemente molto più alto di lei. Sorrido mentre la vedo tormentarsi le punte dei piedi costrette ad uno sforzo ostinato. Allunga un solo braccio, sperando che quella torsione del corpo le permetta di sfidare la sua naturale forma.
Mi avvicino e mi rendo conto che, rispetto all'ultima volta, indossa dei vestiti più proporzionati alle sue misure. L'abbronzatura, poi, le conferisce un'aria più in salute.
Mi allungo senza fatica verso la bottiglietta, sfiorandole le dita e vengo percorso immediatamente da una scossa elettrica che arriva dritta li...
Si volta immediatamente e per poco non perde l'equilibrio, così l'afferro e la stringo a me al volo.
Sento il suo profumo di rosa, la sua pelle tra le mie dita, i suoi occhi sono su di me, finalmente, e le sue labbra carnose e rosse si dischiudono leggermente. Un momento infinito in cui persino la luce del sole sembra essere fiacca rispetto allo splendore di quell'essere che ho tra le braccia. La natura s'inginocchia davanti al suo più bel frutto. Ha la beltà divina di una ninfa marina. Quel suo sguardo può far innamorare l'essere più riluttante e polverizzare il cuore più a lei asservito.
Oddio che dolore. Sento il mio sesso premere dolorosamente contro i bottoni del jeans.
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