☁️Le Cronache di Mìriage - il Regno della Tavola d'Oro☁️
Storia di
DanieleTommasoni
Titolo: Le Cronache di Mìriage - il Regno della Tavola d'Oro
Genere: Fantasy
Capitoli letti: +10
Come mi sovviene ogni qual volta che una nuvola mi viene incontro, offrendomi un viaggio in cieli lontani, non posso che fare un salto nel vuoto e sperare che il racconto sui cui atterrerò, non sia solo uno sbuffo di vapore insignificante, nemmeno degno di essere portato via dal vento, ma che sia un sogno tale, da farti dimenticare della sua natura onirica.
Quale sarà il tuo caso, cara mortale?
Non posso che dirtelo subito, poiché potrebbe essere palese dal fatto che, della tua storia, ho letto più di dieci capitoli, non che tu abbia aiutato con la loro suddivisone ;)
E ora...
Preparatevi a soccombere alla fantasia che in questa storia ha affibbiato ad ogni cosa nomi propri degni del più stretto dialetto elfico. Un'avventura tolkieniana, non nella Terra di Mezzo, ma nella Terra del Fuoco, in cui la mitologia Cristiana incontra la magia, dove nella storia della Creazione si racconta di angeli che divengono maghi e horcrux dorati, oh Margut, queste mie erano nuove!
TEMA:
la trama e la sua solidità; eventuali argomenti di riflessione ricorrenti
Il sipario si apre, un vecchio padre racconta una storia al giovane figlio, la tradizione più antica, ma che per fortuna perdura ancora a Míriage, dove non esiste persona che non sappia di come tutto ebbe inizio e parlando di inizi, questo è un classico metodo per ragguagliare i lettori e fornirli di ciò che serve per immergersi senza fatica in mondi distanti dalla Terra, e in questo caso, è stato fatto con classe. La fusione tra due cose, che per molti possono avere quasi pari peso e importanza, ha reso la cosmologia della Terra del Fuoco, realistica e fantasiosa, una genesi che sembra molto più divertente di quella a cui voi mortali credete!
Certo, come storia per la buona notte, caro Tètrot ti sei guardato bene dal raccontare qualche disgrazia in più, maledizione o punizione più violenta, che invece si sveleranno in seguito e di certo non mancheranno nei quattro regni.
La scelta di fornire ai lettori una mappa è stata sicuramente saggia, e la sua grafica meriterebbe dei complimenti, ma soprattutto delle critiche. Essendo stato usato uno sfondo unico, non si distingue bene il mare dalla terra, se non per ambigue linee che ne delimitano i confini, ma che sembrano invece delle strade principali o muraglie, facendo sembrare territori come: il Regno di Ban, Puzta, il Regno di Vartras e molti altri; degli acquitrini o delle pianure paludose, nelle quali sorgono villaggi e persino città, e se non fosse per la Valle degli Scorpioni, che so di certo essere un deserto, si potrebbe pensare che i quattro regni siano una gigantesca Venezia.
E dopo una breve lezione di geo-storia, siamo 2226 anni dopo la creazione, mi dimentico di Margut e mi ritrovo al cospetto del Re Aurion in persona e del generale Aman, immersi in un colloquio privato, ma non troppo, dato che posso metterci orecchio persino io. Poco si intuisce, ma quel poco è chiaro, il precedente generale ha tradito il Re e il saggio Aman, non manca di sottolineare che sia stato a causa di un errore dello stesso sovrano, di certo non ha paura di essere decapito.
Venne emessa la sentenza di morte per Irat e per un po' venne anche creduto morto. Complimenti, quando un uomo cade in un precipizio, nessuno mai si prende la briga di vedere se non sia rimasto appeso incolume a qualche sporgenza? I cartoni non vi hanno insegnato niente?
Nonostante ciò, il non-morto si rifa' presto vivo, con al seguito un esercito mal assortito di evasi, che probabilmente, con ancora la palla al piede, attaccano e tentano di espugnare Vartras...chissà perché...
Falliscono, come ci si aspetta da uomini detenuti da mesi o anni in una cella fredda e malnutriti, in quella che doveva essere la prigione in cui rinchiudevano i peggiori criminali, certo, nessuno aveva mai detto che fosse la più sicura.
"Gli anni passarono a velocità strabiliante..." e si arriva dunque al fatidico 2240, anno della Grande Guerra, periodo combattuto dell'alleanza dei quattro regni, contro un nemico comune, Sauron...no, scherzo, più semplicemente, il Guerriero Mascherato, che sia Zorro il cattivone?
Nonostante tutto la guerra finì e il dolore fu un peso talmente grande per tutti, che i quattro sovrani chiesero agli stregoni di cancellare dalle menti di tutti i ricordi della Grande Guerra, gli unici a tenerne memoria rimasero i sovrani stessi e i loro generali.
È nel 2248 che Inizia dunque l'avventura vera e propria (ma che in realtà ebbe inizio il giorno stesso della Creazione), con Margut in ansia per un importante incarico, tenere un discorso alle giovani reclute, affidatogli dal generale Aman. Tutto fila liscio, grazie anche all'aiuto di Gareth, il migliore amico.
Passatina alla taverna di Arsia, assieme alla fidanzata di Gareth, Lillian e dopo aver incontrato il bullo di turno ser. Vanion, subito il caro Margut viene richiesto dal Re in persona e quel giorno scopre di essere appena stato nominato generale.
Per quale motivo un sovrano con al seguito fidati servitori, manda fra tutti il vecchio Aman a dare la notizia? Un generale sprecato per fare il messaggero, ma nonostante questo, Margut viene a conoscenza del segreto che Aman e il sovrano hanno protetto per tutti quegli anni e ne rimane sconvolto, ma è solo l'inizio. Presto un atto d'ingiustizia gli porta via la sua amica e distrugge il suo rapporto quasi paterno con il Re. Come se non mancasse, il suo migliore amico cade in una depressione tale che decide di fuggire da Vartras e così ha inizio la sua missione, riportarlo a casa.
Chissà perché tutti lo hanno messo in guardia dal bosco Sfingeo e in particolare dalla Valle degli Scorpioni, in cui, guarda caso, ci finisce intrappolato (era palese dal primo avvertimento che ci sarebbe finito, i successivi mi hanno fatto pensare "Cosa glielo dici a fare che tanto ci finisce dentro comunque!?", ormai ero certa lo avesse capito anche lui). Ma è in quel momento che inizia il suo viaggio con Iulia, colei che gli aveva appena salvato la vita ed entrambi presto scoprono che il loro incontro non era un caso, ma che una profezia vecchia come Míriage stessa, aveva affidato loro una missione, il suo fallimento avrebbe fatto cadere il mondo nelle grinfie di una male in agguato da tempo, e pronto ad attaccare.
La trama è avvincente, ma poco originale (spietato da dire, ma non per questo è da buttare, sia chiaro). Ad ogni capitolo sembra che si aprano numerose vie e il lettore è sempre pronto ad immaginarsi decine di strade diverse, quando alla fine i protagonisti prendono quella che meno ti aspetteresti. C'è sempre la morte dietro l'angolo e questa viene sempre cacciata via da colpi di scena. La morte iniziale della giovane amica invece è qualcosa di misterioso. È un fatto cruciale per l'intera trama, tanto che sembra quasi un "sacrificio" che il Creatore ha fatto per innescare tutta la reazione a catena di fatti, che alla fine hanno portato Margut nella Valle degli Scorpioni, ma soprattutto da Iulia. Non ci sono cliché o banalità così invadenti, nonostante la storia in sé sia l'ormai conosciuto racconto sulla lotta tra bene e male, il modo in cui questa lotta viene trattata, introdotta e affrontata, potrebbe e deve essere il pizzico di originalità di cui questa storia ha bisogno, ma che si scoprirà solo leggendo.
Ma parliamo anche di alcune debolezze o accorgimenti.
È abbastanza difficile credere che Lillian sia davvero riuscita ad uccidere Vanion tutta sola, nonostante le dinamiche e il colpo di sorpresa. Rimane anche un mistero, la scelta di Aurion di non voler uccidere Irat alla fine dei conti, anche se in qualche modo potrebbe essere quel tassello mancante introdotto solo per ritrovarselo alla fine. Abbastanza strana è anche l'ignoranza di Margut nel comprendere lo stato d'animo del suo migliore amico. Dalle parole di Gareth e dalla sua successiva scomparsa, ci si poteva aspettare di trovarlo ai piedi delle mura dopo un bel tuffo ad angelo, ma ovviamente, l'apparente mancanza del generale è stata forzata a beneficio della trama stessa. Ciò che non mi spiego è come sia davvero possibile che i regni di Mìriage non abbiano notato i segni della Grande Guerra, parlo quindi di problemi legati non solo alle perdite umane, ma anche a segni lasciati sul terreno, improvviso calo di scorte d'armi, di cibo e blocco dei commerci, insomma un dopoguerra che passa inosservato. Questi sono i punti importanti che ho trovato più deboli di una trama che alla fine riesce mettersi in moto nonostante queste piccole note, ma che ancora non spicca di originalità e ma confido su una rotta turbolenta e avvincente verso un finale strepitoso, bello o brutto che sarà.
Voto:8
•○●○•
CONTENUTO:
personaggi, luoghi e atmosfera generale
Ed ora tocca a te Margut, tu che ne hai passate molte e molte ancora forse ne passerai, poiché al tuo futuro, nemmeno una profezia può porre dei binari. Come personaggio sei apparentemente semplice, una sorta di Capitan America della Terra del Fuoco, leale al tuo Re e alla giustizia, ma allo stesso modo ai tuoi amici, e questo quindi ti pone spesso in difficili situazioni. Confesso che per poco ho creduto che quella fatidica notte, quando la morte incombeva già sulla tua amica, tu avresti preso una decisione radicale, scegliendo di rubare la Tavola d'Oro per salvare in qualche modo la sua vita. Ma sarebbe stato contro la tua natura vero? Sei un personaggio a tutto tondo con il volto dell'eroe, la coscienza di fare le scelte più giuste e non egoistiche, ma per ora in te vedo solo questo. Altruista, generoso, leale, irascibile quando serve, e sei stato così dall'inizio della storia, ma ancora non è finita, e le crescite personali, assieme a qualche spinta verso un dinamismo più marcato, sono sempre dietro l'angolo. Per adesso, caro Margut, sembri il tipico eroe che parte e arriva tale e quale a com'era prima, ma ribadisco, il viaggio è ancora lungo e come è stato detto, persino i lettori ne usciranno cambiati da questa avventura.
Di Gareth e Lillian, beh, non saprei che dire, poiché nonostante siano tuoi stretti amici, il loro compito da coprotagonisti per qualcuno si conclude in fretta, per qualcun altro sembra passare in secondo piano. Gareth è un ragazzo simpatico, responsabile, una spalla fidata e compagno d'avventure ideale, peccato che scelga di farsela da solo la sua avventura. La sua fuga è in parte colpa tua Margut, quale persona non si renderebbe conto che il suo migliore amico soffre a tal punto da dover fuggire di casa? E come hai fatto a non accorgertene, anzi, al tuo posto avrei persino pensato al peggio dopo quelle parole e non solo ad una fuga (ma questo punto è già stato chiarito).
Tra il vecchio Aman, l'arrogante Vanion e suo padre, persino il Re scorpione e la tua compagna che una profezia vecchia di millenni ha unito a te, quello che mi sconcerta di più è il Re di pongo, sua altezza plastilina Aurion. Suvvia, non dico che un sovrano non possa essere in parte influenzato e manipolato dalla nobiltà della sua città, ma lasciarsi trattare da un ragazzo neo-generale, a suon di velate minacce e grida, sembra abbastanza irreale, nonostante Margut e Aurion abbiano un rapporto di amicizia, sono sempre Re e sottoposto, come se non bastasse Aurion si scusa anche e cerca di sanare la loro amicizia. No, non è un comportamento da sovrano. Non è molto saggio per di più. Tra gli errori commessi in passato, il fatto di aver lasciato fuggire una presunta minaccia, in perfetto stile "Ma sì, lasciamolo fuggire, tanto la fame e il freddo lo prenderanno", non infallibili quanto una freccia o un bel colpo di spada, ma tua la corona, tue le decisioni caro Aurion, tanto che importa se lasci fuggire un uomo che probabilmente ti vuole morto o medita una vedetta tale da scatenare la Grande Guerra? (Solo teoria di una fan).
Ma ora gradirei tornare a te Margut, eri ancora piccolo quando ricevetti in dono una spada di Artesio, che scopristi subito, essere un'arma formidabile, per non parlare di quanto sia utile contro degli scorpioni giganti. Lungo il tuo cammino hai trovato molti ostacoli, sorte che tocca spesso a chi decide di percorre i sentieri più alti, eppure è proprio la strada che hai scelto che spesso pare diramarsi in due sentieri, lealtà al tuo sovrano o salvare un'amica? Soccorrere qualcuno ormai spacciato o cercare un amico? Sconfiggere il Male o l'amicizia? Compare quindi, e in modo chiaro, il duplice dualismo che costituisce le fondamenta di questa storia, il bene contro il male, e le scelte, che piano sempre poste su una bilancia che come peso fisso ha l'amicizia, perennemente costretta a paragonarsi all'importanza della lotta contro l'avanzare del Male. (Nulla che in parte non si sia già visto).
Non va dimenticata la vera bellezza di questa storia poi, e parlo di una sfilza di meravigliosi nomi, di storie e descrizioni delle terre su cui sorge Vartras, la grande Capitale, una delle città fiorenti della Terra del Fuoco, ma ci credi che nonostante tutto, piccolo Margut, non riesco a immaginarmi lì al tuo fianco, mentre impugni la tua formidabile spada di Artesio e cerchi di difenderti da spettri mostruosi dagli occhi rossi? Nonostante i nomi siano belli e le descrizioni su carta dettagliate, manca quel pizzico di realtà che concretizzi il tutto e che mi convinca di essere realmente scesa dalle nubi, per poter osservare con i tuoi occhi quei magnifici paesaggi. Ciò che intendo è un'esperienza sensoriale completa e descrizioni che mi permettano di immedesimarmi con più facilità, mentre cammino per le vie della maestosa parte alta della città di Vartras o nel sontuoso castello del Re degli Scorpioni. Manca un realismo e una coerenza del tempo per iniziare. La storia ha caratteristiche medievali, e dettagli, come una più attenta descrizione degli ambienti e degli abitanti della città, che andrebbero valorizzati. Le imperfezioni rendono le cose reali, allora mettiamole. Qualche ubriaco per strada assieme a i porci, le fogne a cielo aperto e il degrado della povertà della Città Bassa. Mancano gli odori, quello di pane fresco del fornaio o di pesce del mercato, persino il puzzo di sterco e sudiciume di gente ammassata nella taverna di Arsia. Più suoni, di gente che grida per le strade che cerca di vendere qualcosa o qualcuno (esiste la schiavitù a Mìriage?), la tremolante voce di un morente che chiede l'elemosina. Mancano anche aspetti più comunitari, come la religione o la presenza di altre religioni, di altre comunità e culture, sembra quasi che la Terra del Fuoco sia una perfetta e surreale bolla, protetta da comuni problemi sociali, che non siano i più ovvi dei livelli sociali di una città medievale.
Ovviamente la cosa andrebbe applicata ovunque, poiché persino nel momento più tragico dei primi capitoli, alla morte di Lillian e ai suoi giorni in cella, non vi è un tale realismo grottesco nelle descrizioni da far cornice alla scena, che la renda davvero drammatica.
Al contrario la psiche dei personaggi, o meglio di uno in particolare è trattata con cura, ma il problema e che non esiste solo Margut nella storia, e ciò che più bramo in una lettura come questa sono descrizioni intrise di fantasia, con un personaggio forte come Margut, l'ormai conosciuto principe azzurro delle favole con un destino sulle spalle e Iulia, una forza della natura davvero avvincente, trovo che l'unica pecca sia la mancanza di più atmosfera. Per essere più chiari. Serve un pizzico di realtà in più, che tolga la sensazione che tutta la storia sia quasi un sogno. La fantasia c'è, ma senza realtà non può esistere. Va bene lasciare spazio all'immaginazione dei lettori, ma per aiutarli, non sarebbe male dar loro più strumenti, che di certo renderebbero anche più originale il mondo di Míriage.
Voto:7
•○●○•
FORMA:
grammatica, lessico sintassi e punteggiatura
Su questo lato ho poco da dire. Non ho trovato errori grammaticali, ma alcuni errori di punteggiatura, quasi ignorabili, come virgole di troppo. Ci sono solo alcune ripetizioni in azioni come i combattimenti.
Ma si tratta di sottigliezze.
Voto:9
•○●○•
MUSICA:
lo stile e la sua fluidità
Margut le tue imprese sono state raccontate in modo sublime. La storia si lascia leggere senza fatica e la lunghezza dei capitoli non viene nemmeno notata, quando alla fine ci si trova con un perfetto punto di domanda. Un capitolo tira l'altro e per chi è curioso, questa storia è una tortura che non ti lascia staccare gli occhi dalle sue pagine. Dialoghi e narrazione sono ben bilanciati e gli stacchi da una scena e l'altra, che spesso corrispondono a giornate, se si parla di capitoli, sono fatti bene e anche con furbizia, in modo da lasciare maggior suspense possibile. In generale sono ben organizzati, separando le singole avventure in più parti. Quindi, in questo caso la storia si merita un voto pieno.
Voto:10
•○●○•
IMPATTO:
copertina, sinossi, impressione personale del recensore
Sinossi precisa e che va dritta al punto, ma non così d'impatto da invogliare a leggere.
La copertina, nonostante il suo significato che è stato direttamente spiegato in un capitolo apposito, pecca su alcuni aspetti grafici.
La citazione e pressoché illeggibile dalla "biblioteca" e ingrandendo la copertina risulta sfocata e se non fossero presenti le stesse righe nel testo della spiegazione, il contenuto sarebbe rimasto un mistero e quindi del tutto inutile. Esteticamente poi rovina l'impatto visivo che dà il titolo, in netto risalto rispetto allo sfondo, forse un po' troppo. Sarebbe stato più bello usare una texture dorata, anziché un colore a tinta unita, se lo scopo era quello di richiamare alla mente la Tavola d'Oro. Non capisco perché poi, nel capitolo dedicato alla copertina, le scritte in quella presente al suo interno siano bianche, anziché gialle, come in quella usata per la copertina della storia (sono anche felice di notare che è stata sistemata!)
Ritengo che questa storia non sia molto originale, dato che a grandi linee tratta una tematica che di per sé non lo è, ossia la lotta tra bene e male. Il fattore amicizia, in questo caso, è quel pizzico in più che serviva al tutto per non cadere nella banalità. Trovo bella la scelta di un eroe e un'eroina come protagonisti e quella dei loro nomi. In effetti di tutta la storia, una delle cose più originali sono i nomi e il mondo in sé, studiato nel dettaglio. La storia della Creazione non è male, ma di originale e più l'accostamento di magia e religione, una religione reale. Una cosa che veramente mi ha lasciato insoddisfatta e mi fatto prendere a calci una nuvola (cosa non facile dato che sono praticamente incorporee) è che parte della storia manchi di dettagli e maggior realismo. È stato creato un mondo da zero, ma si sono dimenticati alcuni aspetti di esso che avrebbero creato una maggiore atmosfera e uno sfondo perfetto all'incredibile storia di Margut. Il mio voto generale per l'impatto che ho avuto di questa storia, è dato trascurando le valutazioni dei singoli aspetti, ma tenendo conto di copertina e sinossi.
Magnetica e avventurosa, manca solo un ritinteggiatura del mondo, per far uscire Margut da quella bolla fantastica e farlo camminare su un terreno più reale.
Voto:7
Spero che questa recensione ti sia stata utile.
Sono lieta di annunciarti che la tua storia si è aggiudicata il posto nella lista:
"Canto di Orfeo"
Totale:41/50.
-Nefele
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