capitolo 5
Ci librammo nell'aria, sentii il vento scompigliarmi i capelli, e l'eccessiva velocità della salita mi costrinse a chiudere gli occhi per qualche secondo e quando li riaprii guardai nuovamente quel regno dall'alto del cielo, vidi gli appezzamenti di terra coltivata stendersi lungo le colline e le pianure, vidi un lago attorniato dalle montagne, era estate, lo si sentiva dall'afa presente nell'arian perciò della neve neanche l'ombra, mentre volavamo ancora sotto il livello delle nuvole vidi nuovamente il castello che Kirishima mi aveva detto fosse proprietà del re Todoroki. Il drago con un battito d'ali ci portò sopra le nuvole, e questa volta neanche ci provai a toccarle, non volendo sentire per l'ennesima volta il sapore della delusione sulla lingua, ma in compenso vidi per la prima volta da quando ero lì un castello, ma non era un castello normale, era letteralmente costruito sulle nuvole, sentii il biondo borbottare qualcosa e successivamente lo superammo in poco tempo e questo provocò una reazione negativa in me, sarebbe stato bello vederlo. Avevo un'espressione triste in volto che non sfuggì al ragazzo alle mie spalle, che nuovamente si accingeva a stringermi tra le sue possenti braccia. La volta scorsa, forse troppo presa dalla bellezza del paesaggio o forse dal fatto che fossi appena stata rapita, non avevo notato quanto fossero belle quelle braccia, con le vene in evidenza, con le cicatrici a portar monito delle battaglie affrontate e anch'esso con un tatuaggio sulla spalla destra, ma non solo quelle, quel ragazzo, era obiettivamente parlando molto bello, aveva un carattere di schifo, puzzava come la morte stessa ed era rozzo come pochi, ma non potevo di certo negare il suo fascino, almeno esteriormente, perché fin ora non aveva dimostrato un minimo di carisma, se non quello che aveva utilizzato per adescare le persone che l'avevano rapito, si io e Kirishima avevamo sentito tutto da sotto la botola.
Mi girai di poco per guardarlo meglio, e neanche ciò sfuggì all'occhio vigile del ragazzo che strinse la presa sul mio addome, forse pensava che mi fossi sporta nuovamente verso le nuvole. Lo guardai e vidi il petto scolpito, pieno di cicatrici e graffi, come il torso, nessuna di esse era troppo evidente, a meno che non si osservassero da una distanza ravvicinata come quella che c'era in quel momento tra di noi, e avendo appena constatato quel fatto il mio viso prese a bruciare di un intenso colore scarlatto, non ero mai stata così vicina ad un ragazzo, non in questo modo, ma, nonostante l'imbarazzo che ormai si intravedeva vivido sul mio volto, lasciai correre lo sguardo sul suo collo glabro e poi sul viso. Lo osservai per un tempo molto lungo, troppo, ed infatti esso lasciò uscire dalle labbra parole che non sentii, per il troppo vento che ne oscurava quasi completamente la voce, ma anche se non ci fosse stato il vento non lo avrei ascoltato essendo troppo concentrata sui movimenti di quelle labbra leggermente rosate più tendenti al bianco latte come il resto della sua pelle. Passai poi ai suoi occhi, quegli occhi che adesso mi stavano scrutando con sguardo assassino, come a voler ferirmi per la mia sfrontatezza nel guardarlo così a lungo, quegli occhi che ardevano come tizzoni ardenti, un abisso di fuoco, un inferno che poteva inghiottirti e non lasciarti più andare. Dopo che mi rivolse l'ennesima occhiataccia abbassai lo sguardo nuovamente sul suo corpo. Mi stavo dilungando fin troppo con questa specie di esplorazione e ciò infastidita alquanto il ragazzo che si sentiva osservato. Portai lo sguardo alle sue gambe anch'esse muscolose, lo si intravedeva da sopra i pantaloni e mi soffermai poi sulla forma a "V" che prendevano i suoi fianchi ed un altro fuoco prese ad ardere sul mio viso. Tornai a guardare di fronte a me e vidi che il ragazzo-drago stava planando in una dolce discesa. Pian piano che ci avvicinavamo al terreno riuscii a mettere a fuoco un campo di fiori bianchi, sembrava una distesa infinita di panna, nel quale poco dopo atterrammo. Il biondo scese per primo dalla groppa del drago e mi aiutò cingendomi nuovamente la vita, accompagnandomi fino a terra.
-Dovremmo essere al sicuro per adesso- disse il biondo guardandosi attorno sospettoso. Con un grande scalpitare di ali il drago tornò alle sue sembianze umane. Vidi il biondo annusare convulsamente l'aria con movimenti rapidi delle narici.
-Anche voi sentite questo odore?- disse Bakugo con un'aria sempre più agitata ad aleggiargli intorno. Alla sua affermazioni acuii i sensi ed annusai l'aria intorno a noi.
-Sembra... un odore dolciastro... come di miele...- dissi guardando poi il biondo. –Vero- disse lui ancora pensieroso.
-Dai ragazzi sono sicuro che non sarà niente- disse Kirishima mettendosi le dita nei morbidi capelli rossi e scuotendoli leggermente. Dai suoi capelli vidi cadere, grazie alla vicinanza che c'era tra noi, una specie di polverina, sarà stato polline dato che eravamo atterrati in un campo di fiori.
-Non è che è polline?- chiesi io quasi retoricamente ai due. Entrambi sbiancarono. –Perché fate quelle facce?- chiesi io stupita da quell'improvviso cambio di comportamento.
-Bakugo... non è che siamo in un campo di Magigherite?- chiese il rosso nel panico.
-Molto probabilmente sì... perciò non dobbiamo più respirare... a meno che il polline non sia... già... entrato in... circo... lo...- vidi il biondo stramazzare a terra con poca grazia dando una facciata contro il terreno smuovendo ulteriore polline.
-BAKUGO!- urlammo all'unisono io e Kirishima ed entrambi ci mettemmo, stupidamente, accanto a lui ed inalammo anche noi una quantità tale di polline che portò allo svenimento entrambi. Poco prima di cadere in quella stasi a metà tra il sogno e la realtà, vidi una figura minuta dirigersi di corsa verso le nostre figure. Sperai con tutto il mio cuore che ci avrebbe in qualche modo potuto aiutare.
-.-.-.-.-.-.-
Aprii lentamente gli occhi. Prima il destro e poi il sinistro, sbattendo più volte le palpebre per mettere a fuoco dove effettivamente mi trovassi, dato che per tutto il tempo che era passato dal mio svenimento ad adesso c'erano state più volte che avevo solo sognato di svegliarmi. Mi girai di fianco e per poco non stramazzai a terra ritrovandomi la figura di Bakugo appiccicata addosso, e se dico appiccicata intendo proprio appiccicata. Essendomi girata, il mio viso era quasi completamente attaccato al suo, ci saremmo potuti baciare da una distanza simile, e la cosa non mi sarebbe dispi-
"aspetta che!? Momento. DA QUANDO VOGLIO BACIARE Q-QUEL... QUEL COSO!!"
Calmai i miei pensieri tornando ad osservare la nostra posizione, in quel momento il mio petto si scontrava con il suo, non che fossi tanto prosperosa ma per quanto eravamo attaccati il mio seno era letteralmente compresso tra la mia cassa toracica la sua, sembrava che fosse lui la ragazza tra i due per quanto i suoi pettorali fossero sviluppati. Le mie gambe erano completamente avvolte dalla presa potente delle sue. Da (inserisci età) pervertita quale ero non sfuggirono alla mia mente i mille film mentali che per i seguenti cinque minuti occuparono totalmente il mio cervello.
Dopo questo percorso interiore, tornando alla realtà, mi concentrai ancora una volta sul suo volto. Da addormentato sembrava così sereno... non aveva quel cruccio a piegargli le sopracciglia in pose minacciose. Era talmente carino. Ok [T/N]... basta con la droga. Quelle marghe-cose ti hanno dato alla testa.
Osservandolo più attentamente notai la smorfia che gli piegò la bocca segno evidente che il ragazzo si stesse per svegliare. Che avrei fatto? Vabbè che era lui che mi teneva stretta a sé ma non sapevo cosa fare... si sarebbe arrabbiato? Probabilmente... Mi sarei dovuta chiedere dove fossimo invece di fare la ragazzina in preda agli ormoni? Ovviamente... Sarei morta di lì a poco? Ma di sicuro...
Il mio cervello stava elaborando mille mila alternative per scappare da quella situazione imbarazzante, e altre mille scuse da dire se non fossi riuscita a scappare.
Aprì un occhio, poi l'altro... e... mi guardò... semplicemente mi guardò come se nulla fosse e con la voce ancora impastata dal sonno mi chiese: -Dove siamo?- e io che mi aspettavo un'esplosione nucleare, rimasi lì intontita a guardarlo con un espressione da ebete.
-Allora? Sei diventata sorda?- disse lui tornando al solito tono scontroso.
-Che vuoi che ne sappia io dannazione!- dissi io guardandolo.
-Tch... inutile come al solito- disse per poi fermarsi a metà della seconda frase che stava per pronunciare. Girai leggermente il capo trovandomi di fronte la stessa figura minuta che probabilmente ci aveva portato in quel luogo a me, e anche al biondo a questo punto, ancora sconosciuto.
-Oh, ciao- disse Bakugo osservando la figura alle mie spalle, bene ritiro il pensiero appena fatto, lui sapeva bene dove ci trovavamo.
(1500 parole)
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SPAZIO MEH
So che questo capitolo è un po' più corto degli altri, di passaggio e piuttosto pieno di "fanservice" ma devo in qualche modo far innamorare la reader di lui no? Quindi scusate per questo scempio ma non vi preoccupate sarà meglio più avanti.
Baci baciosi la vostra Fulvia <3
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