Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

capitolo 4

-Ora tu vieni con noi- furono le ultime parole che udii dalla donna prima di sprofondare in un sonno profondo.

Camminavo. Sentivo le mie gambe muoversi, i muscoli bruciare ad ogni passo, ma non ero io a controllare i loro movimenti. Aprii lentamente gli occhi trovandomi di fronte ad un sentiero, ma non lo conoscevo, era una strana sensazione quella di essere all'oscuro di qualcosa, e se fosse stato uno del bosco o nei dintorni lo avrei sicuramente riconosciuto tanti erano gli anni che vi avevo passato a girovagare, ogni giorno ne percorrevo uno nuovo, li avevo memorizzati uno ad uno, così dedussi che eravamo fuori dal mio territorio. Mi accorsi pochi secondi dopo che una massa di nuvole era ammassata vicino al terreno, questo dettaglio mi fece capire dove effettivamente mi trovavo. Il regno dei castelli volanti. Ho sempre pensato fosse un nome ridicolo, è decisamente autoesplicativo. Riconobbi a stento il palazzo reale, dati tutti i cambiamenti che erano stati apportati in quel luogo, dove al trono risiedeva il potente re Nezu, capo dei cieli, che poteva addirittura condizionare al suo volere anche il più fedele dei draghi. Questa cosa mi spaventava. Mi terrorizzava, per questo avevo impedito a Kirishima di venire con me, per colpa del potere di quell'uomo. Che ne sarebbe stato del mio amico se lo avessero trovato? Non sarebbe più riuscito a riconoscerlo come dicevano i racconti? Neanche ci volli pensare a questa eventualità, Bakugo Katsuki non si fa di certo intimorire da stupide storielle del genere, che servono solo a spaventare i bambini, anche se nel profondo sapevo di temere il potere che egli potesse esercitare sul mio compagno.
Il mio corpo, ancora sotto il controllo altrui, mi condusse verso il castello. Salimmo sopra delle scale all'apparenza gassose ma che in realtà erano solide. E attraversammo il "cancello principale", ovvero un enorme portone fatto nuovamente di questa specie di nuvola solida, non la avevo mai vista prima, e ci trovammo in un ampio giardino. Al centro di esso vi era un tavolo imbandito delle più prelibate pietanze del regno ed intorno vi erano delle sedie di pregiata fattura e sopra queste ultime sedevano i dignitari di tutto il regno. Li scrutai con ostilità, tutti quanti, uno per uno, finché il mio sguardo non fu attirato da una figura maschile, a me troppo familiare, osservai come i suoi lineamenti si erano induriti col passare degli anni, i primi capelli grigi che si stagliavano, quasi a chiazze, sulla sua chioma castana, ancora molto fluente nonostante l'età, si era leggermente ingobbito e le sue spalle formavano una specie di protezione per il petto. Era proprio cambiato mio padre. Quando mi fecero avvicinare al tavolo mi costrinsero a sedere bloccandomi i polsi,  legandomeli dietro la schiena, oltre la sedia, con delle fascette di cuoio che strusciarono contro la mia pelle, andando a dare vita ai primi segni di abrasione. Quando fui finalmente libero dal controllo mentale dalla mia bocca uscirono insulti, imprecazioni e blasfemie talmente offensivi che sarebbe troppo traumatizzante riportare qui. Mio padre mi fissò non avendo evidentemente capito fossi io, dopotutto come dargli torto, erano passati più di quindici anni dall'ultima volta che ci eravamo visti. 

-Giovane Katsuki, perché ci riservi parole così piene di astio?- mi chiese direttamente il re. Mio padre sentendo il mio nome si girò di scatto nella mia direzione ed iniziò a scrutarmi guardingo, come se non credesse veramente che io fossi suo figlio. Un'espressione di disgusto si formò sul suo viso realizzando l'orrore delle parole appena fuoriuscite dalla mia bocca.

-Be' non so voi Maestà, ma se anche lei fosse stato scortato in un luogo contro la propria volontà credo rivolgerebbe medesime parole ai suoi interlocutori, od erro?- dissi, andando a scavare gli ormai caduti in disuso per il sottoscritto termini aulici che utilizzavo da ragazzino, con una punta di sarcasmo puntando il mio sguardo sul re.  Era un individuo bizzarro. Era diventato tipo una specie di topo, dopo che il fratello, il potente -checché se ne dicesse lo era eccome- re dell'impero umano, Enji Todoroki, che gli aveva fatto lanciare contro un incantesimo, a detta sua irreversibile, da una potente strega, morta da tempo.

-No Katsuki, hai perfettamente ragione, ma devi capire che con te è quasi impossibile parlare da persone civili di qualsivoglia argomento da quando ti sei unito a quella rozza gente- disse tranquillo il mezzo topo, prendendo una tazzina di te e sorseggiandone il contenuto.

-Forse perché non voglio parlare, e poi non sono stato io ad iniziare lo scontro, ma la tua cara amica Nemuri- la guardai producendo un suono stizzito non appena incrociai il suo sguardo, la donna ricambiò il mio sguardo borbottando qualcosa tra sé e sé. 

-Ne sono a conoscenza e me ne occuperò dopo- disse guardando la donna, assumendo un'espressione più provocatoria che ammonitrice. –Or dunque, torniamo al perché sei qui...- disse il sovrano sorseggiando nuovamente la bevanda -... tu sei in possesso, se si può possedere una persona, della mia adorata figliola, [T/N], ora io voglio solo che tu la riporti qui... non ti chiedo altro, così potrà finalmente vivere una vita felice, e magari, se tu tornassi tra noi, potrei anche prendere in considerazione, malauguratamente parlando, l'idea di lasciartela sposare- disse guardandomi, speranzoso in una mia risposta positiva, anche se l'ultima affermazione mi aveva offeso alquanto. Feci per aprir bocca ma mi precedette mio padre dicendo: -Ma Katsuki è già sposato- lo guardai stupendomi del fatto che fosse venuto a sapere del mio matrimonio.

-Oramai non più- dissi io con rammarico ricordando il volto candido della mia defunta consorte –è morta... circa un anno fa- alle mie parole mio padre rimase quasi paralizzato, avendo pronunciato quella frase con il sorriso sulle labbra. –Non preoccuparti padre non potevi saperlo- dissi evitando il suo sguardo, essendo comunque sorpreso del suo interesse nei miei confronti.

-Quindi Katsuki?- disse impaziente il re, portando lo sguardo su di me. 

-A dire il vero...- cominciai il discorso facendo un ghigno denigratorio vero di loro dato che nel mentre che parlavamo ero riuscito a tagliare con uno dei miei pugnali le fascette di cuoio –io me ne andrei- dissi spingendo le gambe contro il tavolo dandomi una spinta che mi permise di ribaltare la sedia. Mi alzai di scatto ed iniziai a correre, per sfuggire all'assalto delle guardie che avevano da subito iniziando a seguirmi. Arrivai vicino al bordo che separava la nuvola dalla terra ferma, per mia fortuna non era grande la distanza perciò mi buttai letteralmente giù dalla terra sospesa dove era collocato il castello. Atterrai di peso sulle gambe, infatti sentii una tremenda fitta ai polpacci e alle cosce. Ma, sentendomi ancora inseguito dagli scagnozzi del re, non frenai la mia corsa, pur sentendo le mie ossa stridere e mi feci strada nel fittizio bosco. Scostati con fendenti di pugnale e con le mie braccia forti le fronzute piante che mi si paravano di fronte al viso, continuai così finché non riconobbi uno dei miei sentieri uno di quelli che mi avrebbe condotto a casa.

Punto di vista di [T/N]

Stavo aspettando con ansia il ritorno del ragazzo, avevo mille domande da fargli, e soprattutto volevo picchiarlo talmente tanto da deturparlo. Nel frattempo io e Kirishima avevamo iniziato a parlare.

-Ora che abbiamo modo di parlare, mi spieghi per quale motivo tu e quel demente puzzolente mi avete portata in questo posto? Che tra l'altro, geograficamente parlando dove diamine ci troviamo?- dissi io guardandolo.

-Io e Bakugo ti abbiamo portato qui solo per eseguire degli ordini in realtà, l'oracolo ci ha assegnato questo compito, e una missione assegnata da lei non si rifiuta mai, perché c'è sempre un motivo valido per il quale ti manda a compiere determinate azioni. Ci ha esplicitamente chiesto di portarti da lei e così noi avremmo fatto se non fossero arrivati quegli screanzati ad infastidirci- mi guardò accennando ad un sorriso come se la sua fosse stata una spiegazione esaustiva e completa.

-Ok... ma, lo ripeto, che posto è questo?- lo guardai aspettando con ansia una sua risposta.

-Ognuno dà un nome differente a questa terra, noi Vichinghi le chiamiamo le terre alte- disse fiero lui –sai per il fatto delle montagne, ma per esempio la popolazione dei castelli volanti chiamano questo posto "paradiso celeste"- disse e sul suo viso si formò una smorfia di sdegno –poi ci sono gli Uomini con i loro nomi strampalati... pensa che chiamano questi territori "ghiacciai di Qingqing" che di ghiacciai neanche l'ombra ma chi li capisce quelli- disse sconsolato il giovane scuotendo la testa. 

(chi ha capito la citazione merita stima)

-"Qingqing"?- trattenni a stento le risate. –Sì, lui è stato il primo uomo tanto coraggioso da attraversare il territorio di noi draghi- disse lui scoppiando poi in una fragorosa risata –lo so è un nome strambo, però anche gli umani lo sono-

-Io anche sono un'umana in realtà- dissi leggermente offesa dalle sue parole. –Infatti tu sei una tipa stramba, ma in positivo, io al posto tuo per esempio avrei cercato di scappare- disse lui guardandomi.

-Io anche di primo impatto volevo scappare, ma, sia tu che quel demente biondo in qualche modo mi avete dato fiducia, anche se quell'idiota mi ha fatto svenire, e poi io non mi sentivo bene a casa mia, sento più questo posto come una casa rispetto a dove stavo prima, perciò ti ringrazio per avermi portato via- sorrisi al ragazzo raggiante.

-Però devo ringraziare anche quel porcospino puzzolente- dissi nuovamente in pensiero per il biondo che ormai tardava ad arrivare.

Dopo degli interminabili minuti di silenzio sentimmo dei colpi potenti sopra il pavimento che ci copriva. La botola sopra le nostre teste si aprì e riconobbi con mia grande gioia -ma da dove veniva tutto quell'affetto nei suoi confronti!? Quello scemo mi ha fatta svenire! Ma mi ha anche fatto dormire con lui...- vidi il volto di Katsuki. Però il suo viso era contorto in una smorfia di rabbia, mista al terrore più puro.

-Dobbiamo andare via- furono le uniche parole che lasciarono le sue labbra.

-Cosa? Perché?- chiesi io confusa guardando intanto il rosso uscire dalla botola aiutato dal biondo.

-Taci e vieni- disse Bakugo tendendomi la mano. La afferrai saldamente e il ragazzo mi tirò su con un singolo strattone. Uscimmo tutti e tre dalla casa guidati dal biondo.

-Presto Kirishima trasformati- disse il biondo e l'altro lo guardò annuendo con un cenno del capo. La luce dorata lo avvolse nuovamente e vidi sulla sua schiena spuntare delle enormi ali color scarlatto ed assieme ad esse spuntò una coda del medesimo colore, le mani ed i piedi divennero potenti zampe ed in poco tempo anche il viso si tramutò in quello squamoso di un drago.

-Sali!- mi ordinò il biondo aiutandomi poi a salire in groppa al drago, vedendomi in difficoltà. Kirishima spalancò le ali ed iniziammo nuovamente a volare sopra le nuvole.

(1854 parole)

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

SPAZIO MEH

Shiau bambini!! Come va? Spero bene!

Scusate se ci ho messo tanto a correggere questo capitolo ma ho avuto altri impegni qwq

Fate brillare una stellina qui sotto e commentate! A tra poco spero la vostra Fulvia :3

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro