Capitolo 5 - Incontro
Ormai si trovava a Washington da due giorni, ma di un certo Nico di Angelo non aveva grandi notizie.
Si chiamava così suo fratello, glielo aveva detto Plutone.
Solo una tra le persone a cui aveva chiesto aveva saputo risponderle.
"Ohh i di Angelo! Sono andati in Italia, nella loro città natale. Non so quando tornano"
Risposta alquanto vaga, ma almeno aveva la conferma che effettivamente Nico esistesse.
Quel giorno si svegliò presto, intenzionata ad interrogare quante più persone possibili riguardo al fratello.
Il padre le aveva regalato un soggiorno in un appartamento vicino a dov'erano sbucati due giorni prima.
Hazel si vestì in tutta fretta e decise di spostarsi un po' da lì per fare domande in un altro quartiere.
Passarono venti minuti, trenta e poi quaranta, quando decise finalmente di iniziare ad investigare.
Trovò una donna dai capelli lisci e neri con gli occhi verde scuro punteggiati di grigio, ma purtroppo non aveva mai neanche sentito nominare la famiglia di Angelo.
Poi fu il turno di un tizio strambo, indossava una camicia a quadri e dei pantaloni così larghi da sembrare una gonna. Quando gli chiese informazioni sul fratello, egli la scrutó al lungo dietro al monocolo dorato e infine le rispose di conoscerlo, ma di non sapere quando sarebbe tornato...era al punto di partenza.
Infine incontrò una signora dai capelli ricci e folti, di un rosso così bello da sembrare innaturale. Accanto a lei un bambino sui tre anni piangeva e si dimenava, rendendo faticoso alla madre tenerlo a bada.
La donna riuscì finalmente a darle una risposta esaustiva:
"Maria di Angelo tornerà oggi con il figlio, purtroppo hanno subito una grave perdita a Venezia"
Dopo averle lasciato l'indirizzo della casa di suo fratello, balbettó frettolosamente che doveva andare e si diresse nella direzione opposta a quella di Hazel col piccolino che strillava sempre di più.
Hazel iniziò a camminare, diretta al luogo che le aveva indicato la donna.
Dopo circa mezz'ora di cammino, giunse davanti a un porticato incorniciato da piante rampicanti piene di fiori dalle tonalità rosee.
Sul portone di legno era attaccata una targhetta quasi del tutto coperta dalle foglie. Sopra, con una grafia chiara e regolare, c'era scritto: "Fam. di Angelo".
Bussò e venne ad aprirle una ragazza sulla ventina, era molto graziosa: i capelli castano chiaro le ricadevano sulle spalle con leggere onde e incorniciano un piccolo viso nel quale la prima cosa che si notava era un paio di occhi blu intenso.
"Ehm...buon pomeriggio, sto cercando Nico di Angelo" esordì Hazel.
"Oh, salve! La famiglia di Angelo non è ancora tornata ma tornerà a breve. Mi hanno offerto di rimanere qui durante la loro assenza, in modo che mia madre avesse meno da pagare data la situazione economica in cui si trova...sono davvero brava gente, sai? Ci è arrivata ieri una lettera in cui ci dicevano di preparare una piccola lapide per la figlia maggiore, Bianca...oh che disgrazia!"
Hazel si stupì di quanto parlasse, quella ragazza all'apparenza così timida.
"Ehm...si, davvero una disgrazia. Sa più o meno quando torneranno?"
"Tra non molto sicuramente, ti va di accompagnarmi a comprare qualcosa da regalare alla signora di Angelo? È stata così gentile con me!"
Hazel iniziò a chiedersi se fosse una buona idea e alla fine, per non essere maleducata, rispose:
"Oh, ehm...si, volentieri"
"Bene, andiamo prima che tornino!"
Iniziarono ad incamminarsi immergendosi in un imbarazzante silenzio. Alla fine fu la ragazza a rompere il ghiaccio, tanto per cambiare.
"Oh che sciocca! Non mi sono neanche presentata, io sono Emma. Tu?"
"Hazel, è un piacere conoscerla"
"Oh al diavolo le formalità! Dammi pure del tu, quanti anni hai?"
"18, le...tu?"
"Io 21, sei di qui?"
"No, sono di New Orleans"
"Sei venuta da sola?"
"No, mi ha accompagnata mio padre ma è dovuto tornare subito"
"Capisco, perché vuoi incontrare Nico?"
Decise che non avrebbe fatto una bella impressione se avesse iniziato a raccontarle che suo padre era il dio dei morti e che doveva ritrovare un fratello perduto.
Inoltre, quella Emma stava diventando un po' troppo invadente e Hazel decise di chiudere lì il discorso.
"Dobbiamo parlare di fatti molto privati"
"Capisco"
Passarono circa trenta minuti in cui Hazel rimase perfettamente in silenzio mentre Emma urlava di tanto in tanto per esprimere quanto le piacesse un oggetto, per poi sospirare delusa una volta saputo il prezzo.
Preso il regalo, si diressero di nuovo verso casa di Angelo, mentre il sole iniziava a tramontare.
Una volta arrivate a destinazione, notando le luci accese, capirono che Nico e Maria erano tornati.
Emma entrò per offrire il suo regalo alla signora di Angelo e per salutarla, mentre Hazel aspettò fuori per parlare con calma con Nico.
Emma radunò le sue cose e uscì salutando Hazel amichevolmente, come se si conoscessero da una vita, poi si allontanò correndo.
Quindi, Hazel trasse un respiro profondo e bussò alla porta per la seconda volta.
La porta si aprì, rivelando una faccia pallida circondata da capelli neri come il carbone.
ANGOLO AUTRICE
Hola!
Indovinate chi aveva di nuovo 156 pagine da studiare e non è riuscita ad aggiornare in tempo?
Esatto, io!
In ogni caso, ho due cose da dirvi.
La prima cosa è che, proprio a causa delle materie che ho da fare il lunedì, ho deciso che dalla prossima settimana aggiornerò ogni martedì.
La seconda è in realtà una domanda: ho notato che 10 persone hanno letto il primo capitolo, ma solo 1 è arrivata fino all'ultimo pubblicato.
Magari chi ha iniziato a leggerla non ha ancora trovato un momento libero per finirla oppure ha perso interesse perché i capitoli erano noiosi o avevano altri difetti.
Proprio per paura che sia a causa di quest'ultima ipotesi, vi chiedo di dirmi senza alcun problema qualunque cosa questa storia abbia da correggere.
Lo so, sono logorroica...quindi ora vi lascio liberi.
A martedì!💗
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