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Capitolo 3 - Viaggio

Non pensava a cosa sarebbe successo poi, continuava a correre mentre le lacrime le annebbiavano la vista e le sue gambe minacciavano di cedere da un momento all'altro.
Non riusciva a pensare ad altro che alla conversazione avuta con suo padre poche ore prima.
Per l'avidità di sua madre le era stata lanciata una maledizione.
Sua madre la mortificava ogni ora di ogni giorno ripetendole che la gente le additava per colpa sua...e invece la colpa era di sua madre, solo e soltanto sua.
Non seppe mai spiegare perché, ma nell'esatto momento in cui Plutone le aveva raccontato tutto, lei ci aveva creduto.
Qualsiasi persona normale sentendosi dire che era figlia di un dio sarebbe scoppiata in una rumorosa risata.
Ma lei non era normale, era una semidea.
Per quanto Hazel si sforzasse di non credere a nulla, di dimenticare tutto...non ci riusciva.
Tutti i misteri di cui era stata colma la sua vita fino ad allora erano stati messi a tacere, la soluzione stava nella spiegazione di Plutone.
Ogni secondo si insinuavano nel suo cervello nuove domande ma subito la sua mente dava una risposta, una risposta che emergeva dal discorso di Plutone, una risposta così dannatamente perfetta che rendeva impossibile non credere a quelle parole.
Continuó a correre ignorando la gente che la guardava stranita, ci era fin troppo abituata.
Gli occhi le bruciavano e ci mancava poco che le gambe perdessero sensibilità, quindi decise di fermarsi.
Continuó comunque a camminare, ma lentamente, cercando di far ritornare il respiro regolare.
"Hazel" una voce profonda la chiamò alle sue spalle, le lacrime le salirono di nuovo agli occhi quando la riconobbe.
Non si voltò ma rispose.
"Come hai fatto a trovarmi?"
"Sono un dio e tu sei mia figlia, come avrei potuto non trovarti"
"Va via" disse, con una calma che sorprese anche se stessa.
"Dobbiamo parlare, Hazel"
"VA VIA!" questa volta alzò la voce e le lacrime ricominciarono a fuoriuscire senza sosta.
Plutone le mise una mano sulla spalla e lei si voltó riluttante.
Gli occhi neri del padre si puntarono su quelli ambrati di Hazel.
"Ti prego, parliamo" la voce del padre era ferma, priva di emozioni ma il suo sguardo faceva trapelare una silenziosa supplica.
Hazel annuì rassegnata e seguì l'uomo.
Iniziarono a camminare, fu suo padre a rompere l'imbarazzante silenzio creatosi fra di loro.
"Mi dispiace. Dev'essere stato davvero brutto."
"Lo è stato" confermò lei.
"Tua madre non la finiva di piangere, sta davvero male"
"Bene, ora sa come mi sono sentita io per tutti questi anni a causa sua"
Lo disse senza pensare, solo dopo aver pronunciato quelle parole si rese conto con quanta cattiveria le avesse pronunciate.
Lei non era così, cosa le stava succedendo?
Trasse un respiro profondo "Io...mi dispiace"
"Stai vivendo un momento difficile"
Ad un certo punto si rese conto di dover fare una domanda a Plutone, una domanda che era rimasta nascosta nella sua testa per tutto quel tempo e che ora si rivelava estremamente urgente.
"Ho fratelli o sorelle? Insomma...intendo come me ecco"
Si era sempre sentita sola, l'unico amico che avesse mai avuto era Sammy...Sammy!
Chissà cosa pensava...magari si stava chiedendo dov'era finita o magari non si ricordava già più di lei.
La voce profonda di suo padre interruppe i suoi pensieri.
"Sì, un fratello. Sta soffrendo molto anche lui, avete bisogno l'uno dell'altro in questo momento"
Non ci fu bisogno di dire altro.
"Portami da lui" disse a suo padre, decisa.
Plutone le tese la mano e, non appena lei la prese, tutto si fece nero. Un attimo dopo si ritrovó in un giardino bellissimo, sopra di esso si stagliava un grande edificio di pietra bianca che prima di allora aveva visto solo qualche volta sui giornali...tuttavia lo riconobbe, era la Casa Bianca.
Erano a Washington.

ANGOLO AUTRICE

Eccomi qui con un nuovo capitolo, come promesso!
È molto corto, me ne rendo conto. Avevo bisogno di fare una specie di introduzione prima dell'incontro tra Hazel e Nico, quindi molto probabilmente anche il prossimo non sarà molto lungo.
Spero che la storia vi stia piacendo, se così non fosse ditemi cosa c'è che non va nei commenti.
Se vi va, votate e consigliate ad altre persone la storia (non prendetelo come un obbligo perché non lo è, siete liberissimi di non farlo😊)
Eh niente, ci vediamo lunedì prossimooo!💖

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