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<8> La Raimon e Alessandro Borghese

Scusate per eventuali errori di grammatica e/o ortografia

Dopo leggete lo spazio autrice plz.
Ah, sorry per le 43 pagine

La serata passa veloce, anche perché appena ho riattaccato il telefono il maggiordomo mi è venuto a chiamare per avvisarmi che la cena era pronta.

Ho mangiato velocemente e in silenzio, il signor Sharp non è molto propenso per i discorsi e in più credo anche che non gliene importi gran che di quello che fa il figlio durante la giornata, è molto più interessato agli allenamenti di calcio e ai risultati scolastici....sembra di vedere mio padre. Almeno loro cenano insieme.

Mi alzo da tavola e dopo aver augurato la buonanotte al signor Sharp ritorno in camera per fare i compiti del giorno dopo.
Mi siedo sulla scrivania e apro il libro di algebra nella pagina segnata, leggo la consegna e...

«Ma che cazzo è sta roba?» Chiedo sconvolta, le formule mi sembrano confuse e indecifrabili. Angel appare al mio fianco e guarda pure lei.
«Dai non sarà poi così difficile...Che cazzo è sta roba?!»
«ESATTO! Chi è quello stronzo che ha inventato questi strumenti di satana?»
«Non lo so, ma lo troverò e gli farò del male!»

«E mo che facciamo?» Le chiedo.
«Chiedi a qualcuno di farteli copiare.»
«Ottima idea!»

Prendo il telefono e lo sblocco, dopo una rapida occhiata a tutti i contati decido di chiedere a quello che mi sembra il più sveglio dopo Sharp: Joe.

Chat tra Joe🐺⚽️ e Jude (Emily)

Ciao Joe, non è che per caso mi manderesti una foto dei compiti di algebra?
Visualizzato

Joe🐺⚽️
Aspe
Mi stai chiedendo di copiare?!

Si
Visualizzato

Joe🐺⚽️
Tu, Jude Sharp, mi stai chiedendo di copiare...che cavolo ti succede?

Beh, penso che ci sia una prima volta per tutto e poi sono troppo concentrato sul calcio, non ho tempo per i compiti.
Visualizzato

Joe🐺⚽️
Non me la racconti giusta, ma per questa volta chiuderò un occhio.
Tieni
[Foto]

Grazie💕
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Joe🐺⚽️
Ora anche i cuori?!
No tu mi spaventi me ne vado
Offline

Clicco sulla foto e copio tutti gli esercizi cambiando alcune cose.
Faccio anche il resto dei compiti che per fortuna si rivelano degli esercizi di letteratura giapponese, ovvero l'unica materia in cui vado affettivamente bene.

Metto a caricare il telefono e abbandono tutto il materiale sulla scrivania.
Vado in bagno e mi metto il pigiama di Sharp, che consiste in pantaloni scozzesi rossi e verdi e maglia a maniche corte nera...siamo a novembre, perché le maniche corte?
Mi tolgo gli occhialini, spengo la luce e cerco di dormire.

🌙🌙🌙

Non riesco a dormire! Guardo la sveglia sul comodino: le due e dieci di notte (o del mattino come preferite) ; ho passato circa tre ore a rigirarmi nel letto cercando di addormentarmi.

Sbuffo e decido di andare a bere qualcosa in cucina, forse un bicchiere di latte caldo mi aiuterà.
Infilo le pantofole e mi alzo.

Quando esco dalla camera il corridoio è completamente inghiottito dall'oscurità e ammetto che un po' mi da i brividi.
Il buio non mi è mai particolarmente piaciuto.
Per fortuna gli occhi sono già abituati e ora che lo noto: vedo molto meglio rispetto a quando vagavo per casa mia al buio col mio corpo. Gli occhi del moscone sono molto più abituati, forse grazie agli spessi occhialini.

Scendo le scale e vado verso la cucina, mi aspettavo di trovare anche questa completamente al buio e invece la luce è accesa...chi cavolo cucina qualcosa alle due?

Sposto un po' la porta, che era già socchiusa, e infilo la testa per sbirciare meglio.
Noto che ai fornelli si trova un uomo abbastanza alto con dei folti ricci neri, è di schiena quindi non riesco a vederlo chiaramente in faccia.

Penso che non presenti un effettivo pericolo anche perché lo sento ripete in continuazione "Diesci" mentre assaggia quello che sta cucinando in padella.
A volte gli scappano anche delle parole in una lingua che identifico come italiano.

«'sera.» Saluto entrando e facendomi notare.
«Oh madonna mia!» Dice qualcosa mentre sussulta e per poco i funghi che stava soffriggendo non gli finiscono addosso. Si gira e finalmente lo vedo in faccia.

Ha gli occhi marrone scuro che vengono risaltati dagli occhiali dalla montatura nera e una barbetta nera campeggia sia su tutto il mento sia sotto il naso.

«Ehm salve...» Faccio un lieve cenno con la mano.
«Oh, signorino Jude, mi ha fatto prendere un infarto.» Dice con uno stranissimo accento e non capisco se mi piace o mi da urto.
«Che ci fa ancora sveglio?» Mi chiede gentilmente non sentendo nessuna risposta da parte mia.
«Non riuscivo a prendere sonno quindi ho pensato di bere qualcosa di caldo tipo lat...» Non finisco la frase che mi interrompe.

«Non mi dire altro -solleva in aria la mano destra per zittirmi- tu sei tipo da camomilla.»
«Ma io che ne so che tipo di bevanda beve Sharp!...E poi io volevo del latte.» Penso, però alla fine decido di annuire e lasciarlo fare.

Noto che in un angolino c'è un piccolo tavolino e due sedie, mi siedo e aspetto la camomilla.
Dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio, il cuoco mi porta la camomilla.
Ringrazio, prendo la tazza tra le mani e inizio a soffiarci sopra per raffreddarla.

Bevo un sorso e subito sento che il liquido caldo mi infonde un tepore molto piacevole in tutto il corpo.
«Allora com'è?!» Chiede l'uomo abbastanza impazientemente.
«Buona...» Dico.

«È da Diesci??» Sembra molto esaltato quindi decido di non smontare così il suo entusiasmo.
«Si, è da diesci.» Ripeto anche se non ho capito cosa cavolo vuol dire sto "diesci", magari l'ho appena insultato, ma dal sorriso trionfante che campeggia sul suo viso ne dubito.
«Ooooh lo sapevo, sono il migliore.»

Faccio un piccolo sorriso e continuo a bere.
«Come mai è sveglio signorino Jude?» Mi chiede dopo due minuti, si è seduto dall'altra parte del tavolino.
«Non riuscivo ad addormentarmi, pensavo ad una cosa...»
«E a cosa? Se mi è possibile ficcanasare.»

«Nulla di particolare.» Non posso di certo dirgli che sono preoccupata per gli atteggiamenti che dovrò adottare in campo la prossima settimana dato che non sono Sharp.
«Ragazze?» Mi chiede facendo un sorrisetto, per poco non mi trovo a strozzarmi con la camomilla.
Sbatto la tazza sul tavolino. «No!» Quasi strillo.

«Uhm...non me la racconti giusta, secondo me qualcuno occupa un posto speciale nel tuo cuore.» Fa un sorrisetto e io penso di essere arrossita, dinuovo.
«No, no, Hai completamente frainteso!-
Dico alzando di poco la voce e anche dandogli del tu, dato che lui lo sta facendo senza problemi- Semplicemente sono preoccupato per una partita di calcio la prossima settimana.» Alla fine sputo il rospo.

«E come mai? Ho sentito dire che sei piuttosto bravo a calcio.»
Sto a pensare ad una possibile scusa e alla fine dirgli metà della faccenda non sembra così male, anche evitando tutti i particolari.
«Se tu dovessi comportarti come un'altra persona, facendo l'esatto contrario di quello che faresti normalmente...»
«Fingere di essere qualcun altro?» Mi chiede interrompendomi.

«Si esatto! Ecco, che faresti?»
«Beh, dipende a cosa potrebbe comportare in futuro questo comportamento.»
«Diciamo che se non lo fai potresti compromettere la reputazione di un'altra persona, quindi alla fine è tutto in fin di bene.»
«Beh, se è in fin di bene e per aiutare un amico io lo farei, alla fine è pur sempre una responsabilità. Mi impegnerei al massimo fino alla fine. Ed è proprio con questi principi che sono riuscito a fare "4 ristoranti"!»

Okey, l'ultima parte non aveva molto senso e dato che l'ha detta mezza in italiano non ho capito molto, quindi mi concentro sulla prima parte.
Finisco con dei sorsi profondi la camomilla e poi mi alzo.
«Grazie per la chiacchierata...» Non mi ricordo come si chiama.
«Alessandro, Alessandro Borghese.»
«Grazie.» E mi dirigo verso la porta.

«Location: uhmm...direi sette.
Piatti serviti: Diesci
Tema della chiacchierata: Anche questo Diesci!» Lo sento dire in italiano non appena chiudo la porta...e onestamente non ho capito nulla.

⭐️⭐️⭐️

Il giorno della partita finalmente arriva. Sono stra agitata, ma la settimana di preparazione per comportarmi come Sharp darà i suoi frutti ne sono certa.
Il bus, dove tutta la squadra è riunita, accosta, segno che siamo arrivati.

Prima di noi scendono un paio di ragazzi che ogni volta che disputiamo una partita formano una lunga fila appena fuori dal bus e questa cosa mi inquieta un po', oltre al fatto che si assomigliano tutti, sembrano gemelli siamesi.

Mi sistemo davanti alla porta del bus e aspetto che apra, sono la prima ad uscire, prendo un profondo respiro.
«Coraggio, se qualcosa va male ci sono io qui per suggerirti tutto.» È la prima volta che Angel mi infonde tutta questa sicurezza.

Le porte si apro e io, seguita dal resto della squadra e il vero Sharp, scendiamo passando in mezzo ai gemelli siamesi.
Noto che la Raimon si trova a bordo campo e stanno parlando tra loro, il Moscone nel mio corpo da l'ordine di iniziare il riscaldamento.

Tutti iniziano a sfoggiare le loro migliori doti intimidatorie, l'unico che non ha ancora fatto niente...sono io!
Sharp mi si avvicina e mi sussurra.
«Salta in aria e calcia la palla verso quello che ha la fascia arancione in testa.»
Il mio sguardo si punta sul ragazzo in questione che porta la divisa di portiere nonché la fascia da capitano, Mark Evans. Mi sono documentata anche sugli altri giocatori, però non ho trovato nessun altro ai livelli di Sharp e Blaze.

«Perché?»
«Fallo e basta.»
Ignoro la sensazione di fastidio e faccio come dice, Sharp ha le sue buone ragioni e io sono qui solamente per compierle.

Calcio la palla verso il ragazzo dai capelli marroni, ammetto che ho prodotto un versetto per lo sforzo, ma sembra che nessuno lo noti.
Il ragazzo, appena se ne accorge, tende le mani in avanti e afferra la palla cercando di fermarla, indietreggia ma alla fine la ferma.
Subito i suoi compagni di squadra si avvicinano a lui preoccupati.
Atterro senza nessun incidente (stranamente), non so perché ma mi viene spontaneo fare un ghigno quando Sharp commenta con un "brava".

«Che bello, non sto più nella pelle! Ragazzi facciamo vedere a tutti quanti quanti siamo bravi dopo una settimana di allenamento!» Esulta sempre Fascia-arancione, per poco non cado dalla sorpresa; una settimana?! Sono davvero così scarsi?
Vedo le facce dei suoi compagni e li trovo abbastanza impanicati.

«Che Cosa? Aspetta un momento capitano...» Parla un ragazzo dai folti capelli verdi e la stazza di una montagna, anche se la voce pare quella di un topolino.
«Cavoli, io penso di avere una voce acuta, ma quello lì mi batte di sicuro.» Dice Angel come sempre al mio fianco mentre fluttua.

Il capitano si gira verso di lui.
«Che c'è? Che succede?»
La Royal mi si avvicina per seguire anche loro il discorso,c'è qualche secondo di silenzio e poi...
«Ecco io...DEVO ANDARE UN ATTIMO IN BAGNO!» E scappa via.
«Aspetta...! FERMO JACK!» Gli urla sempre dietro il capitano.

«Prova a stuzzicarlo.» Mi suggerisce Angel.
Mi volto impercettibile verso di lei e le faccio una faccia del tipo: "E come?"
Lei in tutta risposta ruota gli occhi e mi si avvicina all'orecchio dove inizia a spiegarmi tutto.

«Pare che siate nei guai -incrocio le braccia e mi impegno ad usare lo sguardo di superiorità più convincente che riesca a fare- Anche contando quel coniglio che è appena fuggito restate comunque in 10. Quindi senza un'altra persona non potete scendere in campo.»
Mi giro verso il mio corpo e vedo Sharp guardare una persona appoggiata dietro ad un albero...Axel Blaze.

In quel momento arriva una ragazza dai capelli verdi scuro che si porta appresso un ragazzo poco più basso di lei e con gli occhiali.
«MARK! Arrivo!» Mentre corre verso il capitano della Raimon sventola in aria il braccio destro e con quello sinistro tiene per il polso il povero ragazzo trascinato.
«Quel ragazzo con Silvia mi sembra...» Riflette ad alta voce Evans.
La ragazza, che ormai ha smesso di correre e si trova davanti a Mark, presenta il ragazzo.
«Ho portato il nuovo acquisto della squadra! Un vero talento!»

«E loro trovano il loro ultimo giocatore a pochi minuti prima della partita? Mi fanno quasi pena.» Dice Angel.
«A quanto ricordo non era questo granché.» Parla un ragazzo seduto a terra con uno strano cappello.
«No, infatti.» Parla un altro seduto vicino a lui con i capelli rosa, tutti sembrano sconsolati e demoralizzati.
«No, okey, ora provo solo pena.» Si corregge Angel.

«Si chiama William. Dai forza, presentati.» La ragazza ignora le critiche degli altri e spinge in avanti il ragazzo occhialuto.
«Il mio nome è William Glass, molto piacere.» Dice mentre si sistema gli occhiali.
«Il piacere è tutto mio.» Mark gli da la mano in segno di educazione, ma l'altro lo ignora e inizia a guardarsi intorno.
«A quanto vedo siete in 10 e io sono l'ultimo che si unisce alla tua squadra. Va bene, -fa un sospiro falsissimo- farò parte del vostro gruppo, ma soltanto ad una condizione, d'accordo?» Questo nano occhialuto non mi piace per niente.
«Che faccia tosta.» Commenta Angel guardandolo male.

Il capitano della Raimon chiede la condizione e il nanetto risponde che vuole giocare con la maglia numero 10 e che la potrà indossare solamente lui e nessun altro. Il resto della squadra inizia a lamentarsi, ma Evans accetta comunque.

In quel momento arriva il loro professore, il signor Wintersea, uno dei tanti uomini che lavorano per mio padre.
Non capisco bene cosa si dicono ma colgo bene le parole: "sbrigatevi, la partita sta per iniziare" e "Jack è ancora in bagno", poi i giocatori della Raimon se ne vanno dal campo.

Sbuffo e mi avvicino al mio corpo.
«Blaze non gioca.» Faccio notare.
«Non importa, ho un piano per costringerlo.» Mi risponde sempre con gli occhi incollati sul Bomber di fuoco e tenendo le braccia conserte.
«Costringerlo?»
«Sai bene cosa intendo.» Si gira verso di me e mi lancia uno sguardo gelido, per qualche secondo ho paura di me stessa.

Poco più in la sento il discorso tra Herman Waldon e Daniel Hatch.
«Scusa Daniel, ma tu sai perché dobbiamo giocare contro una squadra così debole? Si sa che vinceremo noi.»
«Il nostro capitano è interessato ad un giocatore che si è appena trasferito in questa scuola. Ha detto che vuole farci vedere con i nostri occhi di cosa è capace.»

In realtà queste sono tutte parole di Sharp che ho ripetuto a macchinetta, ma lasciamo stare.
«Ah, ho capito, ora si spiega tutto.»
Sharp si avvicina a loro facendo ondeggiare di poco i lunghi capelli corvini, o meglio: i miei lunghi capelli corvini.

«Non è ancora arrivato.» La mia voce è molto calma.
«Che Cosa?! -Herman pare irritato, e non gli do neanche torto- Certo che se la prende piuttosto comoda! Spero solo che valga la pena stare qui ad aspettarlo  per tutto questo tempo!»
«Certo che ne vale la pena! Potrebbe essere il nostro nuovo acquisto.» Dice subito Sharp.
«Vorresti dire che questo ragazzo sarebbe disposto a fare parte della nostra squadra, Emily?»

In questa settimana Sharp ha fatto uscire il suo lato da capitano e se anche è nel mio corpo ha diretto tutti con estrema facilità e naturalezza, ora non sono più così tanto invisibile agli occhi degli altri giocatori.

«Si, ma la decisione spetta al comandante Dark, noi dobbiamo fare solo quello che ci è stato ordinato, chiaro? Una sconfitta è inammissibile.» E dopo queste parole volta un'altra volta lo sguardo verso Blaze.

Dopo pochi minuti i giocatori della Raimon ritornano e la partita può finalmente iniziare.
Prima di iniziare l'amichevole vera e propria dobbiamo fare il lancio della moneta.

A bordo campo noto che una ragazza dai capelli blu e occhiali rossi si è appena seduta affianco alla manager della Raimon, guardo verso Sharp e lo trovo a fissare la ragazza con gli occhi spalancati. Non so perché ma questo suo atteggiamento mi da abbastanza fastidio.

«Molto bene, sta per avere inizio l'incontro amichevole fra la Royal Academy e la Raimon Junior High. Ora lancerò la moneta per...»
Mi giro producendo un fantastico movimento col mantello, vedere Sharp che guarda quella ragazza mi da un po' l'urto.

«Ei Jude, vieni qui, dove vai?!» Mi richiama l'arbitro.
«La moneta non serve, faccia cominciare loro.» Dico sempre dando le spalle.
«Ooooh, ma tutta sta grinta da dove viene fuori?» Chiede Angel.

Nel mentre il telecronista sta documentando tutto.
«UNA CHIARA PROVOCAZIONE! LA ROYAL CONCEDE DI DARE IL CALCIO D'INIZIO CON UN FARE MOLTO MOLTO SPREZZANTE!»
Al termine "sprezzante" mi parte un sorrisetto, sono abbastanza fiera di quello che ho fatto.
Il telecronista si è un attimo fermato a parlare con la manager della Raimon e l'altra ragazza.

«AAAH! MI STAVO DIVULGANDO IN CHIACCHIERE INUTILI E NON MI ERO ACCORTO CHE LA PALLA È STATA APPENA SISTEMATA AL CENTRO CAMPO! LA RAIMON JR. HIGH STA PER DARE IL CALCIO D'INIZIO! LA TENSIONE È ALLE STELLE!»
«Si, proprio come la sua voce.» Commenta Angel coprendosi le orecchie.

Sento anche due giocatori della Raimon parlare tra loro, in particolare il nano occhialuto e un tipo inquietante con dei lunghi capelli.
«Aaah, che sensazione incredibile! Mi sembra di essere diventato un calciatore famoso!» Dice il nanetto.
«Si anche a me sembra di stare sotto i riflettori, anche se i riflettori non ci sono dato che è giorno.» Dice l'altro.
«Voglio una medaglia per quel tipo!» Commenta Angel ridendo.

«Coraggio ragazzi, facciamogli vedere chi siamo!» Mark incita i compagni dalla porta.
Finalmente l'arbitro fischia l'inizio.
Il nanetto occhialuto batte il calcio d'inizio e la passa a Dragonfly che la rispedisce indietro a Mark.
In tutto ciò, se non mi ricordo male il nome, William non capisce nulla.
Il telecronista continua a fare la sua telecronaca sempre urlando così forte che lo possono sentire fino in Alaska.
Dragonfly ha dinuovo la palla, David e Daniel entrano in scivolata e cercano di fermarlo, ma il rosa salta evitandoli.

Successivamente passa la palla ad uno coi cappelli lunghi blu raccolti in una coda, viene subito fermato da uno dei miei compagni in aria di rigore.
Il gioco della Raimon va avanti con dei passaggi corti e ravvicinati.
Ad un certo punto uno che al posto dei capelli ha un cespuglio arancione, passa la palla ad un suo compagno che sbaglia di ricevere.
Sorrido: palla facile per noi; ma Dragonfly era proprio dietro di lui, quindi quello non era uno sbaglio, ma un passaggio!

Il rosa tira, ma per fortuna Joe sorride e saltando con in braccio sinistro teso riesce a intercettare il pallone; lo prende tra le mani tornando a terra e rimettendosi in piedi dopo una capriola.
«Jude, adesso non ti resta che giocare.» Mi passa la palla che rotola fino ai miei piedi, la fermo mettendoci sopra il piede destro.
«Okey, ripeti questo.» Angel mi si avvicina.
«Si, facciamogli vedere come gioca la Royal Academy. Pensaci tu.» Sempre sotto consiglio di Angel passo la palla a Daniel.

Quest'ultimo la calcia con forza inaudita fino alla porta, Evans, sorpreso, cerca di fermarla ma viene spedito pure lui in porta.
1-0, sorrido.

Il telecronista continua a urlare, molti vanno a vedere come sta Mark, dopo un minuto di rialza con un po' di fatica.
«DOBBIAMO DARE IL MASSIMO!» Urla dopo aver detto qualcosa ai compagni.

⚡️⚡️⚡️

Allora: sono passati pochi minuti, ma il risultato ora è 10 a 0 per noi; a molti componenti della Raimon sono arrivati dei palloni in faccia tanto da farli rimane a terra per un bel po'; io non ho fatto nulla, non mi piace fare tutto questo quindi meno mi espongo e meglio mi sento con me stessa.
Il primo tempo finisce così: la Raimon esausta e noi della Royal che abbiamo ancora fiato, tanto che potremo partecipare ad una maratona e poi finire la partita.

Ci avviciniamo tutti al bus dove Dark sta guardando tutto.
«Ma qualcuno glielo ha detto che poteva benissimo vedere la partita dalla panchina e non dal tettuccio del bus, vero?» Mi chiede Angel.
«Ti prego, lasciaglielo fare.» Sussurro in risposta, a volte mio padre è un po' troppo eccessivo.
«Cosa?» David si gira verso di me.
«N-niente!» Dico subito allontanandomi.

«Quel ragazzo non si è ancora fatto vedere o sbaglio?» Parla Dark e sappiamo tutti a chi si riferisce.
«Abbia pazienza, non tarderà ad arrivare.» Sharp alza la voce per farsi sentire bene da mio padre.
L'arbitro ci richiama in campo, ma Sharp mi ferma.

«È tempo di usarla.» Dice.
«Cosa? Adesso?» Chiedo abbastanza sorpresa.
«Non abbiamo tempo da perdere e lui non ha intenzione di fare nulla, quindi è arrivato il momento delle maniere forti.»
Deglutisco la saliva. «Va bene.» Dico infine; devo ricordarmi che tutto questo lo sto facendo per lui.

La partita ricomincia con un nostro calcio di inizio, David la passa a Daniel e successivamente la passa a me.
Ho la gola bloccata, non so che dire, per fortuna Angel è al mio fianco, pronta a dirmi cosa ripetere.
«Bene, è il momento della Zona Micidiale. Facciamo vedere a queste schiappe come si gioca a calcio!»

Calcio la palla in avanti, David, Herman e Drek Swing  saltano iniziando ad avvitarci su se stessi in posizione triangolare poi, nello stesso momento, colpiscono la palla.
Evans non può nulla e il pallone finisce dritto sulla sua faccia facendo anche goal.
«Continuate così! Non devono avere un attimo di tregua!» Riconosco chiaramente la mia voce da bordo campo; il mio corpo è in piedi e il braccio destro è teso di lato, con la coda dell'occhio guarda sempre Axel.

La partita va avanti: mosse speciali da parte nostra, gioco duro, pallonate sulle facce dei componenti della Raimon, insomma li stiamo massacrando.

Arriviamo a 14 a 0, poi 18 a 0, ma niente, Blaze non ha intenzione di fare qualcosa. Inizio ad innervosirmi, tutto quello che voglio è che questa partita possa finire così che io possa tornare a casa per trovare una soluzione a come tornare normale.
«Dai fatti vedere, lo so che ci guardi! Fatti vedere altrimenti... -mi guardo intorno per poi indicare Mark, a mali estremi estremi rimedi- Sarà quel ragazzo laggiù in porta a pagarne le spese!»

Come se fosse un ordine indiretto Daniel tira la palla che prende in piena faccia Evans, dinuovo.
Continuiamo così per un po', tutto ciò non mi piace...che aspetta a fermare tutto? Non gli interessa nulla?

Ad un certo punto il ragazzo coi capelli blu spinge via Mark e si becca lui l'ennesima pallonata.
«Se è questo quello che volete accetto la sfida! Difenderò la mia porta a qualunque costo, capito?!» Lo sguardo di Mark è carico d'odio e di sfida.
Lo ammiro, per quante pallonate abbia ricevuto si è sempre rialzato più battagliero di prima.

«Chissà magari almeno un tiro lo para.» Dice Angel.
Passo la palla a Daniel che la calcia.
Mark la trattiene con entrambe le mani, ma ad un certo punto succede qualcosa, come uno sprigionamento  d'energia che dura due secondi, poi il portiere finisce in porta.

19-0

Ora che mi guardo meglio attorno sono tutti a terra tranne il nano occhialuto che si guarda attorno impaurito.
«NON VOGLIO FINIRE IN OSPEDALE! ME NE VADO, HO TROPPA PAURA!» Se ne va piangendo e togliendosi la maglia che abbandona proprio vicino all'albero dove è Axel.

«E quello sarebbe un calciatore?» Dico irritata da tanta codardia.
«Mi fanno pena.» Daniel da voce ai miei pensieri.
«Non segnerebbero un goal contro di noi neanche se giocassimo una settimana di seguito.» Si unisce Herman.
I due iniziano a ridere, in verità anch'io...

«NON MI ARRENDO! MAI E POI MAI!» Alzo lo sguardo sorpresa, la forza di volontà di questo ragazzo mi fa quasi paura.
Mark si rimette in piedi a fatica per l'ennesima volta.
«No...non mi arrendo.»
«Scusami, ma invece di idolatrare Jude...non potevi prendere esempio da lui?!» Mi chiede Angel indicando il portiere.
«Non è ancora finita!» Continua.

Daniel pare innervosito, infatti calcia un'altra pallonata.

20-0

Ad un certo punto inizio a sentire dei bisbiglii a bordo campo, mi giro e finalmente lo vedo: Axel Blaze, con la maglia della Raimon, che si fa largo tra la folla.
Mi sento veramente sollevata.

Il telecronista fa una piccola introduzione mentre Blaze si avvicina al capitano della Raimon e lo aiuta ad alzarsi, però nel mentre arriva anche Wintersea.

«Fermo, aspetta! Tu non fai parte della nostra squadra.»
Mi accorgo della presenza di Sharp solo perché ha iniziato a parlare e per poco non mi prendo un infarto.
«Non sì agiti professore, per noi può giocare.»
L'arbitro guarda sbigottito sia il ragazzo dentro al mio corpo che Axel (che a dire il vero mi sta linciando con lo sguardo).

«Beh, se a voi va bene. Visto il consenso della Royal la partita può riprendere. Sostituzione approvata!»
Mark si rialza a fatica aggrappandosi sempre di più al Bomber di Fuoco.
Si scambiano qualche parola e nel mentre il resto della Raimon si rialza da terra.

Sharp passa affianco Daniel e Herman.
«Ora vedrete che cosa sa fare quel ragazzo col pallone.»
«Quindi era lui che stavi aspettando fin dall'inizio.» Dice sorpreso Herman.

La partita ricomincia, la Raimon ricomincia con una serie di passaggi, ma vengono subito fermati da noi.
Effettuiamo di nuovo la Zona Micidiale.

Contro tutte le mie aspettative Blaze scatta in avanti evitando la Zona Micidiale e corre come un fulmine verso la nostra porta.
«Ma che fa?!» Chiediamo in coro io, Angel e Sharp.

Mark lo guarda, la palla si avvicina, una strana luce circonda il portiere per poi concentrarsi sulla sua mano destra.
Mark porta in avanti la mano creandone una gigante fatta di luce gialla.
Riesce a fermare il tiro sotto lo sguardo sorpreso di tutti i presenti.

«SIIII, CE L'HA FATTA! EVANS È RIUSCITO A PARARE IL TIRO!» Esulta il telecronista.
Mark sorride contento.
«VAI AXEL! TOCCA A TE!» Urla tirando la palla verso il bomber.

Il passaggio è precisissimo, Axel solleva il pallone in aria saltando pure lui, si avvita su se stesso creando delle fiamme.
«TORNADO DI FUOCO!»
Joe è impotente davanti a tale tiro.

20-1

«GOOOOOAL! I MIRACOLI POSSONO DAVVERO ACCADERE!»
«Sarebbe bello avere a disposizione un miracolo che gli faccia abbassare la voce!» Commenta Angel tappandosi per l'ennesima volta le orecchie.

Sharp si avvicina all'arbitro e gli dice qualcosa.
«La Royal mi ha appena comunicato che ha intenzione di abbandonare la partita! Perciò signore e signori la sfida finisce qui!»

Tiro un sospiro di sollievo, finalmente è finita.
Axel mi passa affianco e mi guarda malissimo, per fortuna ho gli occhialini quindi non sa che ho distolto subito lo sguardo.
Ci dirigiamo verso il bus.

«ASPE, ASPE! Qui ci vuole la frase figa da cattivo!» Mi ferma Angel prima che salga sul mezzo.
«Frase figa del cattivo?! Ma io non sono cattiva!» Protesto.
«Daiii fallo e basta!»
Sospiro e mi giro verso Mark.
«Per adesso ti saluto Mark, ma ci rivedremo molto prima di quanto pensi.»

E detto ciò le porte si chiudono.
Mi siedo vicino a Sharp.
«Che frase da perfetto cattivo.» Commenta facendo un sorrisino.
«Io non sono il cattivo!» Protesto alzando la voce.
«Si certo.»

Oggi è stata una giornata davvero dura e ho scoperto un lato di Sharp che non conoscevo e che non volevo conoscere...

«Voi due. -David si sporge dai sedili davanti, ha un'aria seria- Dobbiamo parlare.»







Spazio autrice


Beh, beh, beh!
Che dire...
Onestamente questo capitolo mi fa schifo, lo considero un aborto, ma io ci provo...
Prometto che mi rifarò con i prossimi capitoli.

Altre 2 cose:

1) Alessandro Borghese diventerà la Signora Spielroth della situa (se avete letto Royal allora capirete cosa intendo), ma senza fumo o atteggiamento da badass, solo italiano e Diesci a destra e manca.

2) I discorsi durante la partita sono proprio quelli originali, ho tipo riempito 18 facciate del mio quadernino solo per i dialoghi e le azioni svolte, e si ho fatto qualche piccola modifica perché si.

Uhm, non so che altro dire.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto commentare e mettete una stellina💫

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