Condannato a vivere (5 di 5)
Ormai l'alba è arrivata, portando con sé un nuovo e lungo giorno, privo d'ogni speranza.
Ho raccontato tutto a Silente, ogni cosa, anche gli antichi sortilegi che mi hanno per sempre sottratto la mia piccola Lys.
Non l'avevo mai visto così adirato. Per la prima volta, da quando lo conosco, ha alzato la voce con me; mi ha rimproverato aspro, scuotendomi forte per le spalle, gridando che avrei dovuto fidarmi di lui e portargli mia figlia: avrebbe saputo proteggerla in ben altro modo, e non l'avrei perduta come, invece, ho fatto con le azioni insensate d'un giovane padre sgomento.
Sono rimasto in silenzio, le labbra serrate strette e gli occhi fissi a terra, la disperazione a stringermi il cuore che non voleva più battere.
La mia bambina.
Mi ha guardato, ha scosso il capo e poi mi ha abbracciato, forte.
Ma io sono rimasto rigido.
Non ho più lacrime per piangere.
Non sono più capace di piangere.
Chissà cos'avrà pensato, di un uomo che non sa più piangere.
Mi ha lasciato abbassando gli occhi; adagio, mi ha preso la mano.
Poi l'ha stretta piano, come se comprendesse un dolore cha va oltre ogni possibilità di umana comprensione.
E' stato in quel momento che ho visto il Marchio Nero fremere appena, sulla pelle bianca, sbiadito ma ancora visibile.
Non scomparso, come avrebbe dovuto essere se l'Oscuro Signore fosse davero morto.
Anche lui l'ha visto, ed è rimasto immobile, in silenzio, a guardare la conferma dell'impossibile.
Abbiamo discusso a lungo, abbiamo vagliato ogni possibilità, studiato e approfondito ogni eventualità; ho ripercorso con Silente ogni frase pronunciata dal Signore che ha saputo vincere la morte, che aveva affermato d'essersi spinto avanti più d'ogni altro sul sentiero dell'immortalità. Ho richiamato alla mente ogni indizio, anche i meno verosimili, tutte le più piccole informazioni, i minimi dettagli, ogni infimo particolare. Ho ricordato misteriose parole di Regulus e certi suoi ambigui comportamenti.
La risposta, all'improvviso, è stata chiara: l'Oscuro Signore ha un Horcrux, nascosto chissà dove.
O, probabilmente, più di uno.
Il sole filtra pallido nel cielo nebbioso del giorno in cui nasce la mia lunga e rassegnata attesa.
Arriverà anche il momento della mia vendetta ed io non mi farò cogliere impreparato.
Ora so che Lui tornerà e ho di nuovo uno scopo nella vita: attendere paziente il suo ritorno e tornare a combatterlo, facendogli credere d'essergli sempre stato fedele, di essergli ancora fedele. Rimarrò al suo fianco, baciando ancora l'orlo di tenebra della sua veste, ma solo per scoprire dove nasconde i suoi Horcrux.
Mi preparerò con meticolosa cura: sono già un buon Occlumante, ma diventerò il migliore e saprò ingannarlo come nessuno mai l'ha saputo fare, prima di me.
Dovrò lavorarmi parecchio anche Lucius, convincerlo d'essermi ricreduto, d'aver capito la lezione impartita. Anche se continuerà a dubitare di me, non mi tradirà... e non ci sarà nessun'altra Lys che potrà uccidere per fermarmi, questa volta.
Non cercherò mai la mia piccola Lys, anche se potrei farlo, così Lucius non avrà armi contro di me, e neppure l'Oscuro, quando infine sarà tornato, non saprà mai nulla di lei. Averla vicina, vorrebbe dire esporla a un mortale pericolo e già la mia adorata Lys è morta per causa mia.
Mia figlia, almeno, deve vivere; anche se questo, per me, significa averla per sempre perduta.
L'ambiguità del mio comportamento sarà perfetta, perfino i nuovi amici di oggi dubiteranno di me e sospetteranno che io sia ancora un Mangiamorte: però si fideranno e mi accetteranno, perché così vuole Silente.
Ma io rimarrò solo, per sempre, odiandomi e facendomi odiare da tutti, senza più amore, senza più amici. Indosserò una maschera disgustosa, che terrà tutti a distanza, lontani da un uomo che non sa più piangere, discosti da un uomo che ha un solo scopo nella vita: liberare il mondo dall'Oscuro Signore.
Condannato a vivere, con la morte nel cuore.
E a vedere quegli occhi, ogni giorno, quando lui arriverà a Hogwarts, tra dieci anni.
Occhi verdi, come quelli della figlia che non ho più.
Verde come la speranza che mai più albergherà nel mio cuore.
Verde come la gioventù bruciata in una scelta folle.
Verde come il lampo dell'Avada Kedavra che un giorno spegnerà per sempre la vita dell'Oscuro. E non ha alcuna importanza se non sarò io a lanciarlo, ma il bambino che mi ha condannato a vivere.
Un bambino che odio, solo per poter ancor più odiare me stesso, la vera e sola causa di tutto.
*
Quasi quindici anni fa: era la notte di Halloween, la notte dei morti viventi, la notte in cui un bambino che doveva morire è sopravvissuto grazie all'amore, la notte in cui il più oscuro dei maghi ha sconfitto la morte.
La notte in cui ho perso tutto.
La notte in cui sono rimasto solo, morto nell'anima ma condannato a vivere.
A vivere solo per poter lentamente morire, giorno per giorno, di dolore e rimpianto.
Condannato a vivere un'esistenza fatta solo di passato, dove la metodica attesa di un futuro di morte si è sostituita alle mie giovanili speranze, furiosamente bruciate in un grande rogo nella notte di Halloween: faville di brace alte nel cielo scuro, a portare l'odio dove un tempo c'era l'amore, a lasciare cenere impalpabile che il vento dissolve piano, stemperando la mia vita nel nero, freddo e silenzioso, della notte dei morti viventi.
Così è stata la mia triste e solitaria vita: attesa di un nulla intriso d'odio, speranza di vendetta gelosamente conservata e alimentata con ferocia giorno per giorno; viso duro e impassibile che è diventato una maschera ripugnante e occhi vuoti, pieni d'oscurità, che non sanno più che cos'è l'amore.
Senza più lacrime.
Le ho piante tutte in quella notte dannata, davanti al rogo del mio amore, mentre rinnegavo mia figlia pur di salvarla da me stesso.
Senza più lacrime per piangere i miei rimpianti, senza più lacrime per lavare via rimorsi e colpe.
Condannato a vivere e a ricordare un sogno, senza più essere capace di sognare.
*
Il mio destino s'è compiuto, oggi, quando il terzo anello di fuoco ha incatenato la mia mano tremante a quella bianca ed elegante di Narcissa: non ucciderò mai Albus!
Così, infine, potrò morire!
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