L'angoscia mi assale improvvisa: mi sollevo impotente da terra, i pugni pieni di sabbia bagnata che lancio con forza disperata contro il nulla davanti a me.

Un urlo roco, spezzato, incrina il fragile silenzio notturno.

La luna continua a splendere indifferente e regale nel cielo nero e il mare mormora parole che non comprendo più; la spuma bianca brilla sulla rena scura, mentre lucenti perle di dolore rotolano ai miei piedi, a intessere il diadema della mia sofferenza.

Sono tornato, solo a cercare la mia morte, ora che Voldemort ha ucciso i Potter e il loro figlioletto. Ora che ha eliminato il suo avversario, l'unico che poteva sconfiggerlo, se solo avesse avuto la possibilità di crescere, se solo io non avessi rovinato tutto rivelando la preziosa profezia, le poche parole di cui non avevo capito il valore, preso com'ero nella mia assurda ambizione di conoscenza e potere.

Sono tornato per combattere contro di te, Oscuro Signore, che hai incatenato la mia anima all'oscurità e distrutto i sogni della mia perduta innocenza, colmandomi le mani di sangue.

L'unico scopo della mia vita, ora, è combattere contro di te, non m'importa il modo né il costo.

Silente troverà una soluzione, il modo per distruggerti, oltre e nonostante la profezia, ed io sarò la sua mano, la sua arma più pericolosa: sono disposto a qualunque cosa pur di eliminare la causa prima di tutto il mio dolore e delle mie imperdonabili colpe.

La mia vita sarà a completa disposizione di Silente: per me non ha più alcun valore, ma lui saprà usarla per distruggerti.

Non ho paura di morire.

Perché la morte, adesso, è l'unico sogno rimasto.

Giro le spalle e me ne vado, con passo veloce e deciso.

Poi rallento, barcollo, inciampo e mi fermo, quasi cedendo al richiamo alle mie spalle.

Invece, riprendo curvo il cammino, trascinando a fatica i piedi sulla sabbia.

Devo farlo: non ho altra scelta.

La luna splende imperiosa nel cielo e l'argenteo riflesso illumina l'onda che rifluisce lenta sulla riva, poi si rifrange in mille rivoli nei miei occhi, neri di disperazione, vuoti di vita.

Sto andando dagli amici che ho tradito, a spiare la loro felicità, i festeggiamenti. Per carpire informazioni preziose.

Mi fermo ancora: un gemito esce dalle labbra serrate, mentre il cuore sussurra ancora il tuo nome nella notte.

Lys!

Mi giro appena: un ultimo sguardo, al nulla dietro di me.

Poi torno a fissare il nulla davanti a me e proseguo sulla mia strada, solo per avvicinarmi alla morte.