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Capitolo 9

Mattia?! Non potevo credere ai miei occhi. Ragazzo castano, occhi color nocciola... si era decisamente lui. La mia testa era sommersa dalla confusione. Aprii la chat e prima di leggere il messaggio feci un sospiro.

Hey! Non mi hai dato il tuo numero ma sono riuscito lo stesso a procurarmelo :)

Chi può avergli dato il numero? Di certo non avrà trovato un bigliettino con su scritto il mio numero.

Hey :)
Come hai fatto ad avere il mio numero?

Visualizzò il messaggio e subito dopo mi arrivò una sua chiamata. Volevo sapere come avesse fatto ad avere il mio numero, così cliccai il tasto verde per rispondere alla chiamata.
«Ciao biondina. Pensavo non avresti risposto.»
«Ho risposto solo per sapere come hai fatto ad avere il mio numero» confessai in modo del tutto trasparente. Non avrei voluto che si mettesse in testa strane idee.
«Te lo dico ad una condizione: domani pomeriggio devi uscire insieme a me. Senza se e senza ma»
«Adesso mi ricatti» dissi con tono divertita.
«Non è un ricatto, vedila come uno scambio: io ti dico come ho fatto ad avere il tuo numero e tu in cambio esci con me» rispose ridendo. Ci pensai circa due minuti restando in silenzio, mentre lui continuava a pronunciare il mio nome. Non ricevette nessuna risposta per breve tempo.
«Eh va bene. Infondo oggi non è stato proprio brutto conoscerti.»
«Vorrà dire che domani ti farò innervosire di nuovo.»
«Vorrà dire che domani non uscirò insieme a te» replicai ironicamente, riproponendo le sue prime parole. «Ora riattacco, sono abbastanza stanca. Buona notte.»
«Buona notte biondina.»
Non sapevo il perché, ma quel nomignolo, detto da lui, lo rendeva ancora più carino. Posai il cellulare e mi addormentai subito senza neanche cenare.

Mi capitava spesso di svegliarmi in piena notte, soprattutto per i sogni che facevo. Un sogno in particolare mi tormentava da quando ero piccola.
Fin da bambina avevo sempre amato il mare, e ogni volta che tornavo a Sheffield mi mancava sempre di più. All'età di dieci anni sognai di affogare nella profondità del mare. Da quel giorno mi capitò spesso di fare lo stesso sogno, continuando a ripetermi più volte di svegliarmi nel sogno stesso. Ero bloccata. Non potevo muovere nessun muscolo del corpo, potevo solo guardare la sua profondità. Mi sentivo strangolata, dove tutto aveva un inizio ma non una fine. Avevo paura. Tutto blu e poco luminoso.

Mi svegliai circa alle tre del mattino e presi il cellulare. Iniziai ad ascoltare un po' di musica con gli auricolari e osservai il cielo dalla finestra; come ogni volta che mi capitava di svegliarmi in piena notte d'altronde.
Mi piaceva tanto osservare la luna e le stelle, era come se mi tenessero compagnia durante le notti insonni. Noi esseri umani siamo un po' come la luna: chiari e scuri, ovvero bene e male.
Mi addormentai alle cinque del mattino con gli auricolari ancora nelle orecchie.

DRIIIN!

Avevo puntato la sveglia per le otto e trenta dato che alle dieci sarei dovuta andare con Maddy in giro per i negozi.
In tutto ciò, il suono della sveglia non mi era mancato per niente. Mi misi a sedere, poggiai la schiena nella testiera del letto e presi il cellulare. Aprii WhatsApp. Notai che Mattia mi aveva mandato un messaggio cinque minuti prima del mio risveglio.

Buongiorno biondina!

Rimasi un po' sorpresa. Di certo non mi aspettavo il suo buongiorno.

Buongiorno :)

Appena inviai il messaggio era di nuovo online.

Pomeriggio ci incontriamo al Duomo o preferisci qualche altro posto?

Non era tanto distante da casa mia, quindi poteva anche andare.

Il Duomo è perfetto.

La parola online diventò un sta scrivendo subito dopo avergli inviato il secondo messaggio.

Perfetto! Facciamo per le diciassette e trenta?

Decisi di alzarmi dal letto altrimenti non sarei mai stata pronta per le dieci. Dopo due minuti mi rispose con: "A dopo! Sii puntuale, mi raccomando ;)"
Sorrisi per quel puntuale. Fortunatamente non ero come le altre ragazze che impiegano molto tempo a prepararsi.
Posai il cellulare sulla scrivania e scesi in cucina a fare colazione. Avevo voglia di uova strapazzate come, mi ricordavano le classiche colazioni che facevo da piccola a Sheffield. Presi la padella e iniziai a cucinare.
Quando finii di mangiare, lavai tutto e salii al piano di sopra per poter andare a fare una doccia. Adoravo l'odore del bagno schiuma sulla mia pelle, soprattutto quello alle mandorle. In dieci minuti finii di farmi la doccia, di lavarmi i denti e iniziai a sistemarmi esteticamente.

Misi una semplice maglietta bianca corta, non troppo, dei jeans chiari e le mie amatissime Puma tutte bianche.Mi truccai un po' mettendo fondotinta, correttore, matita e mascara; ero semplice sia nel trucco che nell'abbigliamento.
Presi lo zainetto e lo riempii con chiavi, portafoglio, cellulare e caramelle al latte. Mi guardai per l'ultima volta allo specchio e uscii di casa. Dopo circa cinque minuti sentii il telefono vibrare nello zainetto.
Lo presi e vidi che Maddy mi aveva già fatto quattro chiamate. Risposi subito, immaginando quello che mi avrebbe detto per non avere risposto alle sue chiamate.
«Finalmente! Ti ho già chiamata quattro volte. Si può sapere perché non hai risposto?» Come immaginavo.
«Avevo la vibrazione. Mi stavo anche preparando» le risposi, continuando a camminare verso casa sua.
«Eh va bene. Sai che sono già le dieci e mezza, vero?»
Guardai l'orario sul display del cellulare. "Accidenti, neanche me ne ero accorta", pensai mentre aggrottavo le sopracciglia. «Si lo so. Se non fosse stato per i messaggi di Mattia non avrei tardato. Avevo puntato la sveglia per le otto e mezza.»
«Mattia? Gli hai dato il tuo numero?!» esclamò Maddy.
«Ti spiegherò tutto dopo. Scendi, sono già sotto casa tua.» dissi riattaccando. «Ecco qui la modella!» esclamai appena la vidi uscire dal cancello.
«Adesso non esageriamo» rispose ridendo.
«Come sempre outfit perfetto.»
Aveva una maglietta bianca dell'Adidas corta, jeans neri con degli strappi alle ginocchia e le scarpe bianche.
Se non fosse stato per i jeans neri, sembravamo due gemelle solo per i colori dell'outfit.
«Devi farmi altri complimenti o possiamo andare?» disse ridendo. «Possiamo andare.»
Mentre ci incamminavamo verso il primo negozio sintetizzai a Maddy i messaggi con Mattia e di tutto quello che successe al mare in sua assenza. «Non sai come ha fatto ad avere il tuo numero e pomeriggio vuoi uscire con lui per saperlo? Tu non sei normale. Perché ti importa saperlo?» disse Maddy con serietà.
«Non è solo per questo. È un ragazzo simpatico, non c'è nulla di male ad uscire insieme a lui.»
«Fino a prima mi hai raccontato che non ti stava molto simpatico» mi guardò confusa mentre continuavamo a camminare.
«Prima» precisai osservandomi intorno, così da non dovere incrociare i suoi occhi che erano rivolti verso di me.
«Ti ho già detto come la penso, però se vuoi uscire con lui fallo. Non sono nessuno da impedirti di fare ciò che vuoi» disse, facendo mezzo sorriso.

Entrammo da Alcott e iniziammo a vedere se ci fosse qualcosa di carino.
«Ho trovato la gonna di pelle a palloncino che cercavo da qualche settimana. Semplice ma bella» le mostrai la gonna e aggiunse: «Ho visto un body che starebbe bene con questa gonna.»Mi portò nel reparto dove aveva visto il body, ed effettivamente aveva ragione. Era un semplice body bordeaux, un colore che con il nero mi faceva letteralmente impazzire.
«Voglio assolutamente provarli entrambi!» esclamai come una bambina quando vedeva davanti a sé tanti giocattoli. Entrai nel camerino, mentre Maddy si sedette fuori ad aspettare. «Ecco qui. Come mi stanno?» domandai uscendo dal camerino.
«Niente male. La gonna mi sembrava corta, invece è nella norma» mi sorrise.
«Perché devono fare i camerini maschili vicino a quelli femminili? In tutti i negozi si trovano sempre distanti» notò Maddy, osservando tutti i ragazzi seduti davanti ai camerini.
«La cosa buffa è che ci sono due ragazzi che ci fissano da quando sono entrata nel camerino a provarmi i vestiti» ridacchiai. Maddy si girò per vedere chi fossero questi ragazzi e tornò a girarsi verso di me sbalordita.
«Emily... Uno di quei ragazzi è Mattia.» «Mattia?! Oddio hai ragione» rimasi scioccata. Come avevo fatto a non accorgermene? Notai che stava continuando a guardare nella mia direzione.
Tornai dentro al camerino, sperando non stesse guardando me pochi minuti prima. Non osavo immaginare cosa avrebbe potuto dirmi questo pomeriggio. L'avevo fissato da quando entrammo nei camerini e neanche me ne ero accorta, che figuraccia.

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