05. Scar Tissue
Giuliano dette un'ultima bracciata e si fermò a bordo vasca quando una mano si protese verso di lui. Marco gli sorrise e lo aiutò ad uscire dall'acqua.
"Dov'è la tua ombra? Non si è allenato nemmeno oggi... Vedo che prende la squadra molto seriamente..."
Giuliano alzò gli occhi al cielo spazientito "Sai già che è stato male..."
Marco sbuffò "Certo la solita scusa... Dovevano sbatterlo fuori per tutte le assenze cumulate... è evidente che non gli importa di finire gli studi... Tanto tra nemmeno un mese avrà diciotto anni e potrà arruolarsi e partire per chissà quale destinazione... Nell'esercito potrà sfogare tutta quell'energia repressa..."
Giuliano si alzò di scatto e per poco non cadde. Quando Marco cercò di aiutarlo lo spinse via con tanta forza da farlo quasi cadere in acqua.
"Si può sapere che ti prende? Da quando frequenti quel Russo sei diventato strano..."
"Io sono diventato strano? Tu... Come ho fatto a non accorgermene subito di come eri veramente? Tu lo detesti perché pensi che lui non sia alla tua altezza... Vuoi che sia cacciato perché per te lui non merita di stare qua... Non lo conosci nemmeno, non sai nulla di lui se non quello che ti viene riferito da altri... Non lo hai mai ascoltato... Violet e Azul ci hanno provato ma tu no... Tu hai deciso subito che per te non ne valesse la pena!"
Marco scoppiò a ridere "Stai delirando! Parli così solo perché hai perso la testa per quel bel visino... Se vuoi fartelo, va bene! Ma quando ti sarai tolto lo sfizio mi darai ragione, vedrai che è solo un ragazzo carino buono solo per questo! Usalo e poi vai avanti... E torna ad essere il Giuliano concentrato solo sullo sport..."
Il pugno arrivò forte e deciso e lasciò Marco a terra sanguinante e confuso.
Giuliano si ritrovò ad osservare l'amico ansimante e prima che potesse realizzare cosa avesse fatto il Coach entrò furiosa e lo allontanò dall'amico.
Giuliano osservò il sangue che scorreva dalla sua mano, vorticando giù per lo scarico del lavandino. Aveva davvero colpito Marco? Il suo migliore amico?
Ma davvero lo poteva considerare ancora tale?
Sempre di più gli era stato chiaro quanto fosse diverso da lui, quando aveva visto la madre impellicciata correre ad abbracciarlo, come aveva subito accusato quel teppista senza famiglia, malgrado niente lasciasse intendere che Billy fosse implicato.
Era così che il mondo lo vedeva?
Billy era stato catalogato come violento senza che avesse fatto niente per meritarsi tale definizione, quanto avrebbe impiegato prima di diventare ciò che gli altri avevano che già deciso fosse? Voleva vederlo, non sopportava pensare che fosse in quella casa, con quell'uomo... Solo indebolito dalla malattia, se pensava cosa avesse potuto concedergli pur di proteggere Elton il sangue gli andava alla testa ribollendo.
Perché sua madre gli aveva permesso di tornare in quel posto? Perché Billy non si era più fatto sentire?
Doveva assicurarsi che stesse bene, aveva atteso fin troppo.
Non importava se il giorno prima gli avesse sorriso come sempre dicendogli che andasse tutto bene, era solo una maschera e a Giuliano si spezzava il cuore nel pensare che Billy se la fosse calata di nuovo sul volto per nascondergli nuovamente il suo vero io.
Guardava l'angolo della sua stanza con i suoi libri, il suo quaderno, tutte cose che aveva lasciato quel giorno, per non venirle più a riprendere.
Il suo rendimento scolastico non era mai stato così basso, persino la professoressa Seniga era andata a cercarlo per avere informazioni sull'improvviso peggioramento di Billy.
Appariva sempre più stanco, debole e infine la febbre era risalita e si era ritrovato confinato in casa, in isolamento e a Giuliano no nera stato permesso di vederlo.
Ma erano passati dieci giorni e era stanco di aspettare.
"Fanculo l'isolamento..." si disse tra i denti
Le parole di Marco lo avevano fatto scattare non perché aveva insinuato la pura verità. Perché sapeva bene di essersi innamorato di Billy, lo aveva capito dal primo momento in cui i loro sguardi si erano incrociati e le farfalle si erano rianimate nel suo stomaco.
No, era quel riferimento all'usarlo come una bambola... Perché gli aveva ricordato cosa Arthur gli aveva fatto, come dovesse sentirsi... Un bell'oggetto da. Usare e gettar via una volta rotto.
Prese un asciugamano e si fasciò la mano ancora sanguinante.
Doveva vederlo e dirgli confessargli i suoi sentimenti, senza alcuna pretesa, ma doveva essere onesto. Era diventato rapidamente un punto saldo nella sua vita.
Azul si affacciò alla porta "Era un po' che mi aspettavo che esplodessi..."
Giuliano lo ignorò e chiuse la borsa.
"Ehi... Juls non fare così! Marco non è un mostro è solo... Stupido... Penso abbia intuito prima di tutti che Billy aveva fatto breccia nel tuo cuore era solo geloso... E molto superficiale, ma lo è sempre stato..."
"Non gli chiederò scusa" ruggì Giuliano fermandosi davanti all'amico.
"Non sono qua per chiederti questo" i ricci di Azul ondeggiavano "Pensavo che tiu servisse un passaggio per andare da Billy..."
Giuliano lo guardò indeciso su cosa dire e Azul gli mise in mano il suo casco.
"Ero certo che dopo il discorso con Marco sentissi il bisogno di vederlo! E poi ad essere sinceri anche io voglio sapere come sta, mi ero abituato all'idea di averlo in squadra"
Giuliano abbassò lo sguardo sentendosi colpevole "Grazie..."
"Lo ami?"
"Sì"
Giuliano si sorprese della determinazione che pose nella voce mentre Azul no, era come se avesse la conferma dei suoi pensieri.
"Sarebbe bello che Billy si sentisse più a suo agio con voi... Se solo Marco..."
Azul gli dette una pazza alla spalla "A quello ci penserà Violet, lei riesce sempre a farlo ragionare alla fine..."
"Si accorgeranno mai di essere già una vecchia coppia sposata?"
"Chi lo sa..." borbottò Azul facendo spallucce.
La moto di Azul si fermò davanti al palazzo, e Azul lesse le indicazioni che segnalava la casa famiglia. Giuliano si fermò a vedere lo spiazzo dietro la siepe, ricordava quell'uomo dagli occhi di ghiaccio e capelli color castano spento. Non sembrava particolarmente alto o forte eppure Billy davanti a lui si era piegato come pressato da una presenza opprimente.
"La porta è aperta..."
La voce di Azul distolse Giuliano dai suoi pensieri. Salirono le scale, un surreale silenzio aleggiava su di loro.
Poi una porta si spalancò e il piccolo Elton andò a sbattere contro Azul.
"Ehi piccolo... Cosa?"
Giuliano non attese la risposta gli basto che il bambino farfugliasse un disperato "Billy..." per metterlo in allerta.
Il mondo gli si stringeva addosso mentre ogni suo timore prendeva vita.
L'ambulanza si chiuse e Azul strinse Giuliano con forza, il sangue di Billy gli aveva inzuppato la maglietta ma Azul non ci fece caso.
"Se la caverà Juls, è troppo caparbio per dargliela vinta..."
Azul era corso dietro a Giuliano e le urla di Billy si era fuse a quelle di un altro uomo.
Arthur stava premendo il volto martoriato di Billy contro uno specchio frammentato.
Giuliano aveva aggredito Arthur ma poi lo aveva lasciato quando Billy lo aveva chiamato.
Non appena si era sentito libero l'uomo era fuggito e Azul lo aveva lasciato andare, Billy gemeva, il volto una maschera di sangue e specchi.
Oscillava tra la coscienza e l'incoscienza, il trauma cranico, le lesioni profonde e la perdita di sangue.
"Andiamo... Sono abbastanza sicura che vorrai essere là quando si sveglierà..."
Sua madre lo raggiunse ma Giuliano non la vide nemmeno, se rimase seduto rannicchiato su se stesso. L'immagine del sangue di Billy, il suo respiro spezzato.
L'attesa lo uccideva, come anche vedere che nessuno era venuto a informarsi, semplicemente a nessun'altro importava davvero di lui.
A me sì Bill... Tu per me sei molto importante!
Quando i loro occhi si incrociarono entrò nella stanza ansimando, quando sua madre lo aveva chiamato dicendogli che finalmente si fosse svegliato era corso via da scuola, senza dire nulla, aveva corso a perdifiato, con il cuore in gola.
Aveva atteso giorni quel momento, vivendo come nel più brutto degli incubi, vivendo delle sue paure.
E adesso Billy lo osservava avvolto dalle bende, ma lo sguardo acceso vivo, i suoi grandi occhi scuri sorridevano felici di rispecchiarsi in quelli dell'altro.
Avrebbe voluto dire molte cose ma riuscì solo a prendergli la mano.
Se la portò alle labbra scoppiando in un pianto a dirotto.
Rimasero in silenzio per ore.
"Sono venuti a dirgli che avrebbero portato via Elton... Credeva che lo avessi denunciato io... Sapeva che la mia spalla era il mio punto debole e poi sono andato a sbattere contro quel gigantesco specchio... Ricordo solo il carillon a forma di giostra che andava in mille pezzi e poi tu... la tua voce che mi tratteneva... Mi impediva di andar via..."
Giuliano stringeva la mano "Mi dispiace... Io volevo tenerti al sicuro e ti ho lasciato da solo..."
Quando sollevò lo sguardo si rispecchiò nei grandi occhi dell'altro.
Le bende lo ricoprivano ma Giuliano vedeva un dolore che andava oltre le ferite fisiche.
"Ti prego..." sussurrò Billy con un filo di voce roca "Vieni più vicino..."
Giuliano annuì sdraiandosi accanto all'altro, cercando di farsi piccolo piccolo per non fargli male. Ma Billy gli si aggrappò cercando conforto da quel contatto.
Rimasero ad ascoltare l'uno il battito dell'altro a lungo prima che Billy riprendesse a parlare.
"L'ho trovata io, Kat... Dopo averla cercata tutta la notte... Inciampavo con il braccio al collo...Ma non volevo perdere la speranza... Magari lei era solo nascosta, spaventata dalla rabbia di Arthur... Disgustata da me, dal modo in cui gli avevo permesso di usarmi... Sono scappato... Le domande che mi avevano posto potevano solo farmi ipotizzare il peggio e poi l'ho vista..."
Giuliano lo strinse, era così fragile tra le sue braccia, temeva solo di fargli del male, ma non riusciva a lasciare la presa.
"Lei era rivolta in giù, immersa nell'acqua, i suoi capelli le fluttuavano attorno al corpo come delle bizzarre ali nere... Sapevo che era morta prima ancora di tirarla fuori da quello schifoso canale di scolo... Così come sapevo che mi avrebbero accusato di averle fatto del male ma non potevo lasciarla da sola... Non di nuovo... In fondo era solo colpa mia... Se non le avessi permesso di avvicinarsi a me Arthur non le avrebbe fatto... Perché non ci avrebbe mai visto assieme e lui non si sarebbe sentito obbligato a tapparle la bocca... Non sarebbe morta se non mi avesse mai conosciuto! Per questo te ne devi andare... O distruggerà anche te..."
"Mai! Non ti abbandono!"
"Sono sbagliato Giuliano... Sono..."
Ma l'altro gli poggiò una mano sulla bocca, cercando di non premere troppo, temendo di farlo sanguinare.
"No, smettila di dirlo! Arthur è la persona sbagliata, è il solo responsabile di quanto accaduto a Kat... E tu invece le hai solo migliorato la vita, quindi sii felice di esser stato il suo fratellone anche se per breve tempo!"
Le lacrime di Billy bagnarono le dita di Giuliano e lui la allontanò.
"Mi manca tanto... Quando lei era con me pensavo di aver trovato un posto da poter definire casa, lo spazio in cui lei mi prendeva per mano..."
Mentre parlava Giuliano lasciò correre le mani sulla nuca di Billy carezzandogli la nuca, giocherellando con quei pochi capelli che gli avevano lasciato. Per pulire le ferite lo avevano malamente rasato.
Le parole che premevano sulle sue labbra.
Bill... potresti mai vedere in me la tua casa? Il centro del tuo mondo? Il tuo luogo sicuro?
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