04. Secrets
Giuliano prese la felpa dal letto e sorrise portandosela al naso, aveva l'impressione di percepire il suo odore, come se una parte di Billy fosse rimasto con esso.
Non si aspettava che quel bacio potesse portare a qualcosa, Billy si era esposto appena e nelle tenebre si era concesso di mostrarsi fragile e Giuliano era grato che momento dopo momento gli venisse concesso di vedere sempre più aspetti dell'altro.
Strinse la felpa realizzando che nel giro di pochissimo, quasi sei mesi Billy era diventato una delle persone più importanti della sua esistenza e non voleva complicare niente eppure, non riusciva a scacciare dalla mente quelle sensazioni. Le lunga dita di Billy che scivolavano dietro alla sua nuca, le labbra che premevano contro le sue.
Giuliano quella mattina si era svegliato prima del solito per osservarlo aggrappato al cuscino. Billy si era vestito di fretta, doveva andare a prendere Elton per portarlo a scuola.
Sua madre quella mattina aveva preparato loro la colazione scrutando Billy con un misto di curiosità e diffidenza. Questo aveva portato Billy a far colazione in fretta e furia e dileguarsi rapido come un gatto.
Solo dopo Giuliano si era accorto che aveva scordato la felpa.
"Mamma gli vado incontro a casa sua, dovrei ricordare dove vive..." Non glielo aveva detto lui, ma la professoressa Seniga gli aveva dato il suo indirizzo, senza neanche troppe domande.
"Vedo che ti stai trovando bene"
"É in gamba e credo che sia davvero un aiuto reciproco... Bill è eccezionale!"
"Lo è davvero... Magari con te non si smarrirà" aveva detto la professoressa di matematica prima di riagganciare.
Sua madre invece gli aveva chiesto perché volesse corrergli dietro per un maglione che poteva tranquillamente portargli a casa e Giuliano aveva fatto presente che faceva davvero freddo, non voleva che si ammalasse.
"Ne avrà altri..." aveva commentato la madre.
Giuliano non disse nulla ma nella sua mente ripensò a quante volte gli aveva visto indosso quella felpa e che forse davvero non avesse a disposizione molta scelta così accelerò.
In effetti Billy non abitava molto distante da casa di Giuliano, intravide il palazzo e una morsa gli serrò lo stomaco.
E se Billy non avesse desiderato averlo là?
Non lo aveva mai invitato, era ovvio che non amasse quel luogo, forse si sarebbe sentito a disagio nel vederlo. Così si bloccò e le voci lo raggiunsero.
"Porto Elton a scuola..."
"Puoi sempre portarlo... dopo..."
Il cielo basso e grigio gravava sulla testa di Giuliano, pensante come il suo cuore, un uomo non troppo alto aveva stretto la mano come un artiglio sulla spalla di Billy che si piegava come sofferente sotto quella presa. Ma deciso di frapponeva tra l'uomo dagli occhi di ghiaccio e Elton che si nascondeva dietro Billy.
"Stanotte non sei tornato... Sono stato molto deluso... Vedi che non si ripeta, se non vuoi che dedichi ogni mia attenzione a un altro viso grazioso... Sai che prediligo il tuo, malgradi si stia facendo sempre più. duro... maturo... forte... Potrei comunque volgere altrove le mie cure..."
"No... Non..."
Gli occhi di Billy si dilatarono il labbro inferiore tremò e Giuliano fu certo che lo avesse scorso nella siepe.
"Non mancherò..." farfugliò Billy districandosi dalla presa dell'uomo e trascinando via il piccolo Elton.
Camminò rapido, passò oltre Giuliano senza dire nulla e l'altro gli corse dietro.
Rimase a distanza mentre faceva salire Elton sullo scuola bus e restare a osservarlo allontanarsi mentre la pioggia iniziava a cadere sempre più forte.
Giuliano si avvicinò incerto su cosa dire.
Troppe parole gli vorticavano in mente.
Chi è quell'uomo? È della casa famiglia? Perché lasci che ti tocchi in quel modo se ti fa male? Perché avevi quello sguardo? Ti ha già fatto del male? È stato lui a ferirti la spalla?
"Dillo! Ti disgusto non è vero?"
Le parole di Billy lo colpirono come uno schiaffo.
"Cosa? Tu? No!!"
"So che ti hanno detto di Kat... Che mi hanno accusato di averle fatto del male e causandone la scomparsa!" gridò Billy serrando i pugni. Mentre la pioggia diventava un temporale.
Giuliano annuì.
"Allora perché stasi dalla mia parte?"
"Perché sei mio amico! E poi non conosco la tua versione e... a prescindere non sei obbligato a dirmi nulla!"
Billy lo guardò, i grandi occhi scuri che sembravano riflettere la tempesta che imperversava attorno a loro. "All'inizio Arthur era quello fico... Quello che ci portava a giocare a baseball, che ci insegnava i lanci vincenti... Sembrava la prima persona che tenesse a me... Lui e la piccola Kat... Quando mi ha detto la prima volta che ero carino non ci ho fatto caso... Ma poi ho capito che niente di buono sarebbe arrivato così un giorno ho preso una mazza ma... Mi ha spezzato la spalla e si è comunque preso tutto, Kat compresa." Billy gemette come un animale ferito "Mi chiamava fratellone, si infilava nel mio letto quando sentiva dei tuoni... Lei... Non doveva essere in quel vicolo ma mi stava cercando e ci ha visto... Forse per questo si è liberato di lei... Per colpa mia..." Bill crollò a terra stringendosi la spalla. "Ha detto che se non lo assecondo mi farà finire in carcere... Come una adulto... Che ormai mi possiede... Per questo devo arruolarmi e andarmene... demolire il vecchio me e ricominciare da capo..."
Giuliano gli si avvicinò incerto su cosa fare "Perché non lo hai denunciato? Quello che ha fatto... che continua a farti è orribile... Se i genitori sapessero..."
"Io non ho i genitori! Sono... uno scarto di questo mondo lo capisci?" Urlò Billy allontanandosi da quella mano che cercava di aiutarlo. Chiuse gli occhi lasciando che le sue lacrime si mescolassero alla pioggia scrosciante.
"Cosa dovrei fare secondo te? Scoprirebbero che ho mentito sulla mia spalla... Scoprirebbero che ho lasciato che lui mi... NO!"
Giuliano gli si avvicinò nuovamente esitante e gli sfiorò la manica "Vieni Bill... Sei fradicio... Andiamo da me..."
Il viaggio fu interminabile, Giuliano fu felice che Billy avesse accettato di seguirlo, ma era preoccupato perché aveva visto la rabbia nei suoi occhi mutare in una vitrea rassegnazione e quando gli prese il polso per dirgli di scendere trovò la sua pelle rovente.
Fece fatica a farsi seguire perché si muoveva come sonnambulo e quando arrivò davanti alla porta di casa sua gli si accasciò addosso.
Quando sua madre apparve sulla soglia Giuliano farfugliò una confusa e disperata richiesta d'aiuto.
La donna lo aiutò ad accompagnarlo dentro, Billy perse coscienza a metà strada e Giuliano se lo caricò in spalla portandolo nella sua camera.
"Sta male... cosa..." farfugliò nel panico. "Mamma che posso fare?" singhiozzò Giuliano osservando lo sguardo serio della madre. Chissà quanto era rimasto con solo una maglietta indosso, sotto il vento, la pioggia. Quell'uomo non aveva di certo fatto caso alla cosa, era troppo occupato per curarsi della sua salute. "Will... mi dispiace..." sussurrò sentendo le lacrime bruciargli gli occhi.
La donna sollevando lo sguardo sul figlio di commosse vedendo le lacrime d'apprensione nei suoi occhi. "Non preoccuparti, ci prenderemo cura di lui... Aiutami a metterlo al caldo, dobbiamo togliere questi vestiti fradici..."
Giuliano annuì e quando si insinuò sotto i vestiti si sentì avvampare e arretrò scuotendo la testa.
La madre notò quel gesto e lo guardò perplesso "Non posso... Non posso spogliarlo... Non se lui non vuole... Non dopo quello che quello schifoso..."
La donna gli prese un braccio "Mi spiegherai dopo, ma adesso, se vuoi davvero aiutarlo devi darmi una mano a tenerlo al caldo e deve togliere questi abiti fradici..."
Giuliano lo osservò, Billy respirava lentamente, un corpo rovente e fragile.
Seguì i gesti della madre, nonostante si sentisse esitante ogni volta che sfiorava la pelle dell'altro. Quando finalmente lo avvolse nelle coperte del suo letto lo abbracciò a occhi chiusi. Sua madre attese, poi gli sfiorò la testa "Pesciolino, lasciamolo riposare..."
Staccarsi fu quasi doloroso, voleva restare con lui e vegliare il suo riposo.
Ma la madre lo portò fuori dalla stanza e davanti a una tazza di tè attese. Giuliano comprese che avrebbe dovuto vuotare il sacco.
La madre lo ascoltò fino alla fine e alla fine lo abbracciò lasciandolo sfogare.
"Perché non vuole denunciarlo? Perché vuole arruolarsi? Perché preferisce rischiare di morire che restare qua..." con me... pensò Giuliano senza riuscire a dirlo.
"Pesciolino se davvero tieni a questo ragazzo, non lasciarlo solo... Restagli accanto, dagli il tuo appoggio ma non cercare di imporgli niente... Potremo indagare su quest' uomo, Arthur. In ospedale posso sentire delle persone... Ma se lui non volesse essere coinvolto da amico non dovresti mai obbligarlo..."
Giuliano annuì... e ripensò alle labbra di Bill... a un soffio dalle sue... alla sua mano stretta alla propria, alla sua espressione nel sonno, a ogni singolo abbraccio e al suo cuore che accelerava ogni volta che gli stava vicino. "Amico... già...".
Voleva fare di più per lui, non accettava che la sua mente brillante non ricevesse i giusti meriti per il suo destino avverso, che non riuscisse lui stesso ad apprezzarla. "Bill è speciale... Merita molto di più di avere solo un'arma in pugno, di non avere un posto sicuro di..." ripensò ad Arthur che lo stringeva come un predatore, come se pensasse davvero che Billy gli appartenesse "Merita di essere libero!"
"Beh, qua sarà sempre il benvenuto pesciolino!"
Quando Billy si svegliò si ritrovò nel letto di Giuliano con indosso uno dei suoi pigiami.
Ricordava il tocco gentile di una fresca mano, come anche il volto di Giuliano, la sua espressione triste mentre le sue lacrime si mescolavano alla pioggia.
Si guardò attorno e lo vide seduto davanti a una scrivania sgombra, accanto a lui una serie di scatole piene di trofei e foto.
"Ben svegliato..." esclamò Giuliano voltandosi verso di lui.
Billy si sollevò ancora stordito dalla febbre e dal sonno. "Scusami se... ti ho rubato il letto... Se... Hai dovuto..."
"Pensavo di liberarti questa parte di stanza, sai... ti serve uno spazio per i libri e per scrivere... E questa scrivania meriterebbe una persona migliore che non la usi solo per accatastarci sopra cose..."
Billy sbattè gli occhi perplesso "Mi stai regalando una parte della tua stanza?"
Giuliano gli sorrise annuendo, gli si avvicinò e gli sdette accanto.
Billy lo osservò poi l'altro gli sfiorò le dita della mano.
"Vorrei che quella parte fosse la tua stanza, uno spazio dove puoi sentirti completamente libero... Ti assicuro che nessuno toccherà mai il tuo angolo, che sarà solamente tuo, il tuo angolo sicuro... Per sempre e..."
Le parole di Giuliano furono catturate dall'abbraccio di Billy, rimasero aggrappati l'uno all'altro ascoltando i loro respiri.
"Ti prego... Resta con me..." sussurrò Giuliano ad occhi chiusi.
"Ti prego... Non farmi andare via..." singhiozzò Billy con un filo di voce "Sta dalla mia parte anche se sono difettato... sbagliato..."
"Bill... William, non c'è niente di sbagliato in te, sei perfetto come sei..."
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