Capitolo 21
Rimango l'intera serata a pensare, osservando da dietro le persiane il momento in cui Matthew se ne sarebbe andato da casa di Andrew. Quando lo vedo uscire dalla porta quasi non mi sembra vero, sembra passata un'eternità. Apro le finestre per far entrare un po' d'aria in camera. L'aria è troppo viziata e inizio a pensare che stia contagiando anche me. Non appena ero arrivata a casa avevo notato dei messaggi da parte di Jane che mi chiedeva di poter passare da me prima di andare da Iris, le avevo detto di sì. Avevo bisogno di parlarne con qualcuno, d'altronde lei era la mia migliore amica, o per lo meno lo era ancora per me...
Mi catapulto alla porta per aprirle e ci sediamo in salotto, davanti a delle patatine che sarebbero state il nostro aperitivo. Avevo dimenticato il cellulare di sopra in camera, ma non volevo salire, volevo rimanere tutto il tempo con Jane, sfogandomi con lei come non facevo da tempo.
Irrompe nella stanza buttandosi sul divano e lanciando le sue scarpe nell'angolo dietro la porta, comportandosi come se fosse a casa sua, e questo non fa che ricordarmi di quanto il nostro rapporto sia cambiato da quando siamo al liceo, siamo persone completamente diverse.
«Prima che tu dica qualunque cosa, devo assolutamente aggiornarti su Jackson», la sua voglia di spettegolare però non era cambiata. Per nulla.
«Sono tutta orecchie.» Incrocio le gambe.
«Ci siamo scritti oggi pomeriggio, gli ho detto che stasera vado da loro, e mi ha proposto di portare a spasso la loro cagnolina noi due da soli, dopo cena.»
«Hai ovviamente accettato, vero?»
«Beh... come potevo rifiutare?»
Continua a raccontarmi di quanto sia stato attraente ogni minima volta che l'ha visto anche da lontano, di quanto i suoi occhi siano splendenti e di quanto la sua voce sia così dolce. Mi racconta ogni minimo particolare e in quel momento decido che sarebbe stato bello sfogarmi, e ho deciso di farlo lì con lei. Avevo un brutto presentimento, il fatto di confessare tutta questa storia a qualcuno l'avrebbe resa reale, non sarebbe stata più un segreto, un mistero, ma per qualche strana ragione che non riuscivo a cogliere, l'ho fatto lo stesso. Assumendomi tutte le responsabilità delle mie azioni e il rischio che questa cosa avrebbe comportato. Alla fine, cosa sarebbe la vita senza un po' di rischio? Ne valeva la pena, almeno speravo.
«Jane, oggi sono stata a casa di Andrew.»
Interrompe immediatamente il suo racconto, chinandosi verso di me sbalordita.
«Come ci sei arrivata a casa di Andrew Woods questo devi spiegarmelo!»
Notando il mio silenzio continua: «Sei per caso inciampata e hai confuso il tuo portone con il suo? Pensavo che non volessi più rivolgergli parola...»
«La scorsa notte abbiamo parlato, fino a tardi, mi ha detto che voleva rimediare al fatto che non sapessi niente di lui e mi ha raccontato molte cose. E' successo tutto prima che me ne rendessi conto!»
«No vabbè!», esclama continuando a fissarmi, senza staccare un attimo i suoi occhi dai miei.
«Ancora non ho capito quale anamnesi ti ha colpito oggi pomeriggio, spiegami per favore.» Rivela un sorrisetto sotto i baffi.
«Dovevo fare il progetto con Matt, e mi sono trovata a fare il progetto mentre Matt giocava alla play con Andrew, a casa di Andrew. Non mi chiedere altro perché non so come ci sono arrivata lì. So solo che non dovevo essere lì.»
«Beh, come darti tutti i torti, ti sei messa in un pasticcio vero e proprio.» Si affaccia mia madre dalla cucina, facendoci capire che aveva ascoltato tutta la nostra conversazione, e si viene a sedere sul divano accanto a noi per partecipare al momento di pettegolezzi. Continuo a raccontare di quel pomeriggio, di come avessi convinto il ragazzo perfetto, che quasi supplicava per un appuntamento con me, ad uscire con un'altra. A un certo punto a Jane squilla il telefono e appena ci fa segno di chiudere il discorso capisco chi c'è all'altro capo della linea.
«Sì, sono andata a fare un salto per salutare una mia amica...», ringrazio il cielo che sia stata vaga, sperando che la mia rivelazione non causi problemi ben più grandi di quelli che si erano creati fino a quel momento, «Sì arrivo, tra 10 minuti sono da te.»
Chiude la telefonata e saluta velocemente me e mia madre, non importa quanto sia affamata di gossip, ho imparato a mie spese che, per quanto un discorso possa interessarle, i ragazzi per lei vengono prima, e in questo momento l'unica cosa nella sua testa era il nome di Jackson.
Salgo le scale a due a due, ansiosa di scoprire se in quel tempo, che a me erano parsi cinque minuti ma che erano in realtà quasi due ore, il ragazzo perfetto mi avesse scritto qualcosa.
Mi butto sul letto non appena vedo che il display si illumina.
A: Stellina hai per caso dimenticato un elastico nero?
Guardo sul mio polso, non c'era. Cazzo.
E: Deve essermi scivolato mentre andavo via...
A: Mentre correvi via, vorresti dire. Tranquilla rimarrà ben custodito al mio, di polso. A meno che tu non lo rivoglia indietro...
E: Va bene, puoi tenerlo.
Solo al pensiero di Andrew con il mio elastico al polso il mio stomaco inizia ad andare in subbuglio, mi stendo sul letto premendo il telefono al petto, godendomi ogni minima sensazione che stavo provando, dal formicolio delle dita dei piedi fino al rossore sul mio viso. Stavo andando a fuoco, e sapevo che presto avrei dovuto fare una bella doccia fredda di realtà perché non sarebbe durata la quiete all'infinito, perciò mi assaporo questi ultimi attimi immaginando che siano per sempre e riapro finalmente gli occhi.
A: Allora quando si può fare la nostra uscita?
E: A proposito di questo... saresti disposto a rivedere i termini dell'accordo?
A: Mhh, dipende. Cos'hai in mente?
E: Che ne dici di uscire prima con Iris, e poi con me?
Ci avevo pensato, avevo provato a cacciarmi dalla testa questa idea con tutte le mie forze, perché in fondo il mio cuore voleva uscire con Andrew Woods, ma sapevo che sarebbe stato più giusto così. E quindi rieccomi a elemosinare un'uscita per la mia "amica" che forse tanto amica non è mai stata. Sapevo che ci sarebbe potuta essere la remota possibilità che dopo essere uscito con Iris non avrebbe voluto più uscire con me, e alla fine era quello che volevamo tutti, avrebbe consentito di chiudere la storia senza ulteriori colpi di scena.
Mi doleva ammetterlo ma avrei sperato con tutto il mio cuore che rifiutasse.
A: Cavolo. Speravo dicessi che non sarei dovuto uscire con Iris. Avrei accettato solo quel cambio di programma.
E: Sono seria, che ne pensi?
A: Hai paura di ingelosirti troppo altrimenti?
"Si. Si è proprio questo il motivo". Volevo urlarlo al mondo.
E: No, è solo per limitare i danni.
A: Cosa? Mica si annullerebbe l'uscita con te...
E: Beh, magari si. Non puoi mai saperlo.
A: Non credo proprio che sia possibile.
E: Cosa? Cancellare l'uscita con me oppure rinnovare i termini dell'accordo?
A: Parli come una vera donna d'affari. Cosa vuoi fare nella vita?
Andrew, ti prego fai il serio! Mi stai facendo uscire pazza.
E: Puoi rispondere prima tu alla mia domanda?
A: Ho già risposto. Non sono d'accordo.
E: Ma perché? Cosa ti cambierebbe?
A: Ti rendi conto che mi stai pregando di uscire con un'altra ragazza? Non tutte farebbero la stessa cosa al tuo posto...
E: Non tutte sono me.
A: Me ne sono reso conto, stellina, per questo non voglio rinnovare in alcun modo il nostro accordo.
Ed ecco di nuovo i salti carpiati nel petto.
E: E' più luminosa la luna delle stelle.
A: E questo ora cosa c'entra?
E: Hai appena detto che non sono tutte come me, ma le stelle sono tutte uguali tra loro...
A: Non sono dello stesso parere, ci sono stelle più luminose di altre.
E: Ma questo non equivale alla differenza tra la luna e le stelle.
A: Suggerisci "Luna" come soprannome, quindi?
E: Nono, stavo solo facendo un'osservazione.
A: Paragoneresti mai la stella "Megrez" con la stella "Sirio"?
Ora è anche appassionato di astronomia?
E: L'altra sera non mi avevi parlato di questa tua passione per le stelle...
A: Non è una passione, ho solo cercato su Google. Fallo anche tu prima di rispondermi.
E così lo faccio, vado su Google e digito "stella Megrez" sulla barriera di ricerca, tra le tante informazioni che mi appaiono opto per il link più cliccato: "Megrez è una stella nella costellazione dell'Orsa Maggiore[...]Ha una magnitudine apparente di +3,32 che la rende la meno luminosa delle sette stelle del Grande Carro."
So già dove vuole andare a parare, ma per curiosità digito "stella Sirio" e anche stavolta vado sul link più cliccato: "Sirio è una stella bianca della costellazione del Cane Maggiore[...] E' la stella più brillante del cielo notturno." Dopo, torno nella sua chat.
E:Ho finito la mia ricerca, effettivamente non so quanto le paragonerei...
A: Quindi ammetti che ho ragione?
E: Continuo a rimanere della mia idea, Sirio potrà anche essere la stella più luminosa, ma non lo sarà mai quanto la luna...
A: Mi avevi avvisato di essere testarda, avrei dovuto ascoltarti, stellina.
Dopo neanche un secondo scrive un altro messaggio.
E: Tu non mi avevi avvisato, invece.
A: Preferisco di gran lunga stellina.
E: Si, è più carino. Forse sarebbe ancora meglio Ele.
Invio il messaggio con il cuore che pompa sangue ovunque tranne che nel cervello. Non riesco più a ragionare, l'unica cosa che sembra contare in questo momento è provare a prendere le distanze da lui.
Non so perché lo faccio, ma so che devo.
A: Troppo comune, menomale che eri tu prima a parlare della differenza tra la luna e le stelle...
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