2) parte
La mattina scorre lenta.
Finalmente suona la campanella che annuncia la fine delle lezioni.
Sono di pessimo umore, di Victor neanche l'ombra, il cellulare è spento e non ha visto i miei messaggi.
Saluto Neel e gli altri del gruppo
"mi raccomando sorellina, non troppo zoccola ma neanche troppo suora " mi dice serio.
Tutti iniziano a ridere, me compresa ma, mentre con Cloe ci avviamo alla macchina, mi squilla il cellulare.
"Victor ma che fine hai fatto? Ero preoccupata..." dico tutta d'un fiato.
"scusami principessa, dopo il compito sono andato subito via, non stavo bene, vorrei riposarmi per la partita di domani..."
Il mio umore già a terra ed arrivato due metri sotto.
"ok come vuoi, a dopo" gli rispondo con tono triste, attaccando la chiamata bruscamente.
"Ehi tutto ok?" Mi chiede Cloe
"si...credo" metto in moto e ci dirigiamo sulla fifth avenue per il nostro shopping.
Entriamo da Dolce e Gabbana, i nostri preferiti.
Io scelgo un un'abito dello stesso colore dei miei occhi cioè verde smeraldo, che si intona perfettamente con i miei capelli rossi.
Il pezzo sopra è fatto a bustino con lo scollo a cuore e il sotto è una gonna che arriva poco più giù di metà coscia. Ci abbino delle scarpe con un bel tacco 12 sempre di colore verde.
Cloe invece identico al mio ma nero, perfetta con i suoi occhi azzurri e i capelli biondi.
Mentre li stiamo provando, sentiamo una voce che conosciamo bene ridere sguaiatamente.
È Kristel, l' odiosissima capo cheerleader.
"Ah ah ah quella poveretta...mi fa quasi pena. Ma se lo merita! Presuntuosa e arrogante del cazzo.
L'unica cosa buona sono i soldi dei genitori e il fratello. Dio come me lo farei quello!"
Dice ridendo.
Poi il gruppo di oche - rispetto per le oche- si allontana.
Cloe in imbarazzo si schiarisce la voce.
"...non sei l'unica con un bel fratello e neanche l'unica con i genitori ricchi..." dice, tentando di tranquillizzarmi.
Io resto in silenzio ripensando alla frase se lo merita.
Chissà a chi o cosa si riferisce.
Lascio Cloe a casa e decido di passare da Victor. Alla fine non è neanche l'ora di cena.
Arrivo a casa sua, parcheggio e suono il campanello.
Una volta...due...sento dei rumori e dopo poco la porta si apre.
Resto delusa nel vedere che è la madre del mio ragazzo.
"buona sera signora, posso parlare con Victor?" Chiedo timorosa.
"Ciao Nausicaa, tesoro Victor non è ancora rientrato. Posso dirgli che sei passata " mi dice ma il sui sguardo va dal triste al compassionevole.
Resto un'attimo senza saper cosa dire poi mi riprendo
"magari signora, grazie e buona serata " le rispondo serena.
Monto in macchina, sono arrabbiata e delusa non riesco a capire il suo comportamento ma voglio chiarire questa situazione. Anche se è poco che stiamo insieme sono innamorata di lui ma non tollero di essere trattata così.
Le bugie non mi piacciono. Arrivo finalmente a casa, apro il cancello automatico della nostra villa.
Lascio la macchina lungo il viale, non mi va di portarla in garage.
Entro in casa e vado in salone, mi butto sulla poltrona vicino al camino con le braccia conserte.
" tutto ok tesoro?" Chiede mii padre.
È sul divano con un libro e mia madre gli sta preparando qualcosa da bere.
"Scusate, non vi avevo visti. Si papy tutto ok tranquillo, dov'è Neel?" Chiedo.
"fuori con Michael a cena, tu ceni con noi o esci?" Chiede.
"no papà non mi sento di cenare, sono molto stanca. Prendo solo una tazza di latte e vado in camera "
Mentre parlo con i miei genitori suona il citofono.
"tranquilla mamma vado io" rispondo
È Victor.
Apro, voglio parlare con lui
"mamma papà è Victor, vado in casetta.
Ceniamo li se abbiamo fame" urlo ai miei genitori uscendo.
La " casetta " è una specie di dependance dove io e Neel ci rifugiamo fin da piccoli.
"Principessa mi sei mancata da morire" mi dice con tono languido appena mi vede.
Poi mi tira a se e mi bacia con passione. La sua lingua cerca la mia che risponde subito al bacio.
Ci stacchiamo e lo prendo per mano per portarlo nel mio rifugio " che fine hai fatto? Ti ho cercato tutto in giorno " gli dico con tono arrabbiato.
"piccola hei, ti ho detto che non mi sentivo bene...non ti fidi di me?" Risponde dolcemente.
" no Victor è che..." tento di formulare una frase di senso compiuto ma lui mi abbraccia e comincia a baciarmi.
Capisco le sue intenzioni e mi stacco.
Chiudo la porta a chiave e ritorno tra le sue braccia.
Sa come farsi perdonare...
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