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Capitolo 3

Sono sveglia già da alcuni minuti e penso al sogno che ho appena fatto. Stavo osservando uno splendido tramonto sul mare, con il sole che lentamente spariva dietro l'orizzonte. Mi sentivo serena e attendevo che la luna e le stelle facessero la loro comparsa nel cielo. Ma esse non arrivarono e diventò tutto buio. Percepivo soltanto il rumore del mare che pian piano diventava sempre più agitato, fino a che non mi accorsi di avere dell'acqua sotto ai piedi che saliva velocemente, e che subito arrivó ad inghiottirmi. Non riuscivo a respirare e il panico si stava impadronendo di me, quando all'improvviso sentii una mano afferrarmi saldamente e tirarmi via da quel mare in tempesta. Poi mi sono svegliata spaventata e màdida di sudore. Tento di capire il significato del mio sogno, ma invano.
All'improvviso la voce di mio zio Fabio e un lieve bussare alla porta, interrompono le mie riflessioni. Lo sento chiedermi:
"Sara sei sveglia? È quasi ora di cena."
"Sì zio, sono sveglia; tra dieci minuti arrivo."
Ho davvero bisogno di fare una doccia per pulire non solo il mio corpo, ma anche i miei pensieri. Quel sogno mi ha davvero sconvolta e lasciata con un sacco di domande in testa. Com'è buono il profumo del docciaschiuma alla fragola di mia zia, quasi quasi ne prendo in prestito un po', solo per stavolta. Forse anche per la prossima. Devo proprio chiederle dove lo ha comprato.
Dopo essermi vestita telefono a mia madre, chiedendole scusa per non averla chiamata subito come promesso. Temevo una sfuriata da parte sua, e invece mi risponde di non preoccuparmi perché lo zio l'aveva già chiamata, avvisandola del fatto che sono crollata come un sasso per via della stanchezza, e che stavo bene. Sia lode allo zio.
Dopo aver chiacchierato un po' con la mamma, scendo e vedo una bella tavola imbandita in cucina. Poi, sul divano poco distante, noto una folta palla di pelo nero con due grandi occhi gialli che mi fissano.
"Ma questo gatto è stupendo! Come si chiama?" chiedo a mia zia, indicandolo stupita.
"Ma come non lo sai? Lui è Shadow, il nostro micio."
"E come mai non mi avete detto niente a riguardo? Lo sto scoprendo solo ora!" rispondo, incrociando le braccia indispettita.
"Davvero Fabio non te lo ha detto? Credevo tu lo sapessi da tempo che avevamo un gatto! Appena scende mi sente."
Ci guardiamo negli occhi e subito iniziamo a ridere di gusto. A parte il piccolo e divertente battibecco tra gli zii per via del gatto, la serata trascorre tranquillamente. Gioco un po' con Shadow e mi diverto a fargli le coccole. Ha un pelo morbidissimo. Prima di salire al piano superiore do la buonanotte ai miei zii, e una volta entrata in camera mia prendo subito la chitarra. Sento davvero il bisogno di suonare qualcosa, e mi appoggio alla finestra leggermente aperta. L'aria della sera è fresca, ma non sgradevole.
Il mio sguardo, che prima contemplava le stelle, ora scende velocemente ad osservare il cimitero. Noto con curiosità che al suo interno vi è un bagliore simile a quello di un fuoco, o di una torcia accesa. Strano, di solito al cimitero non c'é nessuno di notte e non credo proprio che qualcuno si metta a fare campeggio in quel luogo. Ho persino pensato che tutto ciò fosse un illusione, ho già stropicciato gli occhi fino a farmeli bruciare ma quel bagliore è ancora lì.
Domani dovró proprio andare a controllare. Sono sempre stata una persona molto curiosa e quest'occasione è ottima per me, cercherò di scoprire la fonte di quella luce. Con la scusa poi potrò anche visitare il cimitero.
Ripongo la mia chitarra nella custodia e mi infilo nel letto. Prendo sonno quasi subito.

Mi sveglio verso le nove del mattino e poi faccio una colazione veloce, ovviamente in stile italiano. Non riuscirei mai a mangiare bacon e uova di prima mattina.
Sul frigo vedo attaccato un post-it: ~Siamo a lavoro, torniamo a casa per le tre. Baci.~
Bene, i miei zii non sono in casa, quindi ho piena libertà d'azione fino alle tre di questo pomeriggio.
Salgo in camera per vestirmi e prima di scendere porto con me la mia fidata amica, chissà se mi verrà l'ispirazione per qualche melodia strada facendo.
Per raggiungere il cimitero non impiego molto tempo, è distante sì e no qualche centinaio di metri da casa degli zii. Arrivo sulla soglia e la mia attenzione è catturata subito dall'imponente cancello nero che il tempo ha fatto parzialmente arrugginire. Due alte colonne in pietra lo sorreggono, e su ognuna di esse sovrasta la spaventosa figura di quelli che sembrano essere dei gargoyle.
Non nego di avere un leggero timore, ma la curiosità è forte e decido di entrare ugualmente. Il cimitero si presenta in tipico stile vittoriano. Ha una strada centrale fatta di ciottoli, che porta ad un grandissimo monumento in pietra raffigurante un angelo con la testa leggermente abbassata e un'espressione dolcissima. Sembra quasi triste, ma mi trasmette serenità. I suoi capelli scendono sulle spalle e le mani sono protese in avanti come se portasse qualcosa di invisibile. Poggia su di un grande basamento, anch'esso in pietra, dove domina una grande scritta:

MEMENTO HOMO QUIA PULVIS ES
ET
IN PULVEREM REVERTERIS.

Caspita. La frase è in latino e dice: ricordati uomo che polvere sei e polvere ritornerai. Ovvio, una delle classiche scritte da cimitero. Mi guardo intorno continuando a esplorare e mi accorgo che la vastità del luogo è davvero sorprendente. Vi sono lapidi di molti tipi, dalle più semplici alle più elaborate, e in alcune zone vi è un'erbetta diradata e incolta. Antichi cipressi e altri alberi svettano in tutta la loro altezza ad adornare alcune zone, e andando più avanti noto un particolare che attira non poco la mia attenzione. Lì, in mezzo a tutte quelle lapidi, si trova un'area con delle panchine e una graziosa fontana al centro. Sembra strano, anche se poi mi ricordo che in epoca vittoriana le persone non vedevano la morte come la vediamo noi oggi, avevano una sorta di venerazione per il macabro. Più osservo questo cimitero e più mi accorgo che è davvero molto diverso da quello del mio paese.
Decido di sedermi per riposare e mi chiedo come mai non ci sia nessuno. Non mi aspetto di certo una folla tipica del due di novembre, ma dove abito io, ogni volta che vado a trovare i miei cari defunti, mi capita sempre di vedere qualcuno nell'intento di cambiare i fiori o di stare in silenzio di fronte alle tombe alle quali fanno visita.
Qui non c'é proprio nessuno. Su nessuna tomba noto la presenza di un fiore, c'é soltanto il muschio che sta lentamente divorando le lapidi e i monumenti. Ora che ci faccio caso non ci sono tombe nuove qui, sono tutte molto antiche.
Però mi auguro lo stesso che qualcuno venga, prima o poi, a far loro visita. Sicuramente, le persone che qui sono sepolte saranno state amate da qualcuno mentre erano in vita. Ma la morte, con la sua falce e con l'aiuto del tempo inesorabile avrà sicuramente portato via anche chi ha visto per l'ultima volta i sorrisi, udito le parole e osservato i gesti di coloro che sono sepolti in queste tombe. Ormai nessuno se ne ricorda più.
So che forse non potranno sentirmi, ma nel mio cuore avverto il bisogno di suonare qualcosa per loro. Così prendo la chitarra e comincio a intonare le note della ninna nanna che mi cantava sempre mia madre quando ero piccola. Aggiungo alla musica anche le parole, e comincio a cantare.
All'improvviso sento un rumore e ho come l'impressione che qualcuno mi osservi.
Vedo una sagoma indistinta correre via tra le lapidi ma non riesco a capire di chi o di che cosa si tratti.
Ho un po' di paura e decido di abbandonare in fretta quel posto, per cui corro subito via.
Si sono già fatte le due e mezza, conviene che mi affretti a tornare a casa.
Lungo il tragitto penso che forse quel rumore sarà stato frutto del vento, di qualche animale, o semplicemente uno scherzo della mia mente, cosí come la sagoma che ho intravisto muoversi velocemente fra le tombe. Eppure, nonostante la paura, c'é qualcosa nel mio cuore che mi spinge a tornare in quel luogo cosí macabro. Questo è un mistero che devo assolutamente risolvere.
È deciso, domani tornerò al cimitero.

Cari lettori, siamo giunti alla terza puntata:-) Sara è spaventata, ma la curiosità la divora. Dentro quel cimitero stanno succedendo cose davvero inspiegabili, e lei è sempre più decisa a scoprirne il perché. Ci riuscirà???Lo saprete presto, promesso:-)
See you soon!

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