PROLOGO
Haley
La prima volta che vidi Logan Hunt, fu sull'Hogwarts Express. Non ero mai stata su un treno così sfarzoso e sebbene fossi andata nel mondo magico per comprare tutto l'occorrente per il mio primo anno ad Hogwarts, tutto mi appariva ancora strano, alieno.
Era come se non fossi io a vivere davvero quei momenti. Non conoscevo nessuno e avevo appena detto addio alla mia famiglia, che mi aveva additato come strega, come figlia del diavolo e che mi lasciavano al mio destino.
Non avevo un posto dove tornare, finito il primo anno ad Hogwarts, ma allora mi era sembrato un problema minimo, in confronto all'emozione di trovarmi lì, una bacchetta in mano e la sensazione di libertà assoluta.
Avevo appena trovato uno scompartimento libero quando un ragazzo più grande di me di un anno, dai capelli color fuoco e fisico mingherlino, tutto ginocchia e gomiti, mi aveva chiesto gentilmente se potesse sedersi nel posto libero di fronte al mio.
Risposi con un flebile sì, timida com'ero. Lui si presentò con un sorriso cordiale. Disse che si chiamava Ardin e che era al secondo anno. Mi rassicurò dicendomi che mi sarei trovata bene ad Hogwarts e che anche lui proveniva da una famiglia di babbani. Mi parlò della scuola, delle materie e delle famose quattro Case e di come funzionassero; fin da subito convenni che la casa dei Serpeverde non faceva affatto al mio caso.
E mai cambiai idea.
Poi Ardin si alzò per sgranchirsi le gambe, il mantello nero lungo fin quasi ai piedi che frusciava ad ogni suo passo. La maggior parte del mio nervosismo si era dissolto e un sorriso mi tirava le labbra, quando la porta dello scompartimento venne aperta con un gesto brusco.
Mi voltai di scatto e incrociai un paio di occhi che non sono mai riuscita a dimenticare. Erano verdi come i boschi del nord, colmi di pini scuri e acuminati, con delle pagliuzze dorate che circondavano la pupilla nera. Il loro taglio era affilato, come quelli di un lupo, incastonati in un volto dai lineamenti duri, di granito.
Lineamenti che raramente venivano tirati in un sorriso.
Freddo. Ecco quale fu la prima impressione che ebbi di Logan Hunt.
Un fischio irriverente perforò l'aria.
Un altro ragazzo invase il mio campo visivo. Aveva capelli biondissimi, quasi bianchi e un viso volpino, furbo. Una scintilla di crudeltà riempiva i suoi occhi azzurri. Alberth Malfoy.
«Che puzza di sanguemarcio che c'è qui.» commentò con un ghigno sinistro sul volto pallido.
Ardin si immobilizzò, come un coniglio davanti ad un branco di lupi. Ed io smisi di respirare completamente.
Io non capivo di cosa stessero parlando. Quella parola non l'avevo mai sentita e seppur avessi intuito fosse un insulto, non riuscivo a capire il motivo di un dispregiativo del genere.
«Hogwarts è caduta davvero in basso se ammette gente come voi.» sputò a terra e Ardin trasalì. Io sarei voluta sparire.
Poi Malfoy tirò fuori la bacchetta e la puntò sul ragazzo accanto a me. Nessuno si mosse ed io guardai le persone dietro di lui, un gruppetto che poi scoprii essere il peggiore di tutta la scuola. Ragazzini appartenenti alle famiglie che inneggiano alla purezza del sangue, nati e cresciuti con la brama di potere, abituati ad ottenere tutto ciò che vogliono.
Logan Hunt rimaneva appoggiato con una spalla allo stipite del scompartimento, l'espressione annoiata, distante. Ma vidi comunque la crudeltà nei suoi occhi, fin troppo simile a quella di Malfoy e gli altri suoi compagni.
«Vediamo che succede se-»
«Lascialo stare.» non mi resi conto di aver parlato finché gli occhi di tutti furono su di me. Il silenzio divorava l'aria e la paura mi infiammò il petto, mi fece tremare le mani.
Le nascosi dietro la schiena.
«Abbiamo un'aspirante grifondoro qui? Coraggiosa e stupida come tutti quelli che appartengono a quell'insulsa casa?» un altro ragazzo si intromise, con gli incisivi all'infuori e il volto allungato come quello di un cavallo. Le sue labbra erano tirate in un sorriso divertito, sarcastico. Ruben Flint.
Fece un lungo passo verso di me, ma io ne feci uno indietro. E tutti ridacchiarono.
Ma non Logan Hunt. Lui mi squadrava attentamente di sottecchi, come se stesse valutando le mosse di una partita a scacchi.
«Come ti chiami, ragazzina?» mi additò colui che mi si era avvicinato, ed io serrai le labbra in una linea sottile.
Seppur non sapessi ancora come girassero le cose nel mondo magico, avevo capito che i cognomi lì erano molto importanti. Un po' come a casa mia, tra i Babbani, dove i ricchi ridevano sempre in faccia ai poveri campagnoli come me.
«Andiamo.» la sua voce mise tutti sull'attenti, come un generale di fronte al suo esercito. Malfoy e Flint si girarono verso Hunt, che fece segno loro di andare avanti con un cenno del capo. Un ordine muto che loro ascoltarono subito.
Se ne andarono così, senza guardarsi indietro.
Così il mio primo giorno ad Hogwarts imparai che nel mondo magico c'erano persone d'élite, maghi che avevano più diritto ad esserlo di molti altri. Imparai che Hunt era un cognome che faceva sussurrare chiunque quando uno di loro passava per i corridoi di scuola, Serpeverde fino al midollo, presuntuosi nella loro superiorità.
Drake, il primogenito, cupo e silenzioso, aveva maledetto un ragazzo durante il suo ultimo anno, finendo per essere espulso. Alexis, altezzosa e arrogante, finì Hogwarts con ottimi voti e seppur fosse la più gentile dei fratelli, conservava sempre un'ombra ovunque andasse.
E Logan, il più piccolo, era il più crudele di tutti. Attaccava briga con chiunque lo ostacolasse e si divertiva ad infierire su chi non poteva più difendersi. Giocava a quidditch e grazie a lui la casa dei Serpeverde vinse la coppa. Finiva spesso in punizione perché non riusciva a controllare quella rabbia bruciante che gli corrodeva l'animo e più volte aveva usato magie terribili su altri ragazzi, mentre i suoi compagni se la ridevano. Lui invece sorrideva solo quando causava del male a qualcuno.
Finché nell'estate tra il sesto e il settimo anno, qualcosa cambiò. Nessuno sapeva cosa fosse successo in quei tre mesi passati a casa, ma quando tornò ad Hogwarts lui vedeva i Thestral e tutti sapevano cosa volesse dire.
Logan Hunt era stato toccato dalla morte.
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