CAPITOLO 2
«RIccioli d'oro!» la voce di Ethan è squillante quando si siede accanto a me, in uno dei tanti divani gialli della sala comune dei Tassorosso. Ha tra le mani delle pergamene e non devo neanche guardarlo in faccia affinché io sappia cosa vuole da me.
«La tua fidanzata è in Corvonero, perché non te li fai correggere direttamente da lei i compiti?» sbuffo solamente, notando già un errore di grammatica nel titolo.
«Leyla già pensa che io sia stupido, se le do da leggere i miei temi mi lascia.»
Una risata sfugge alla mia bocca «Farebbe bene. Hai sbagliato a scrivere perfino la parola licantropo! Ci va solo una C.»
Ethan sbuffa un'imprecazione e ruba una penna d'oca dal tavolo dove due ragazzini del secondo anno stanno studiando.
Un coro di proteste riempie l'aria ed Ethan fa un cenno con la mano «Sisi ve la restituisco, mi serve un secondo per impedire che Haley decurti i punti ai Tassorosso per la mia dislessia.»
Due paia d'occhi si focalizzano su di me ed io sento le mie guance diventare rosse.
«Punto primo: non sono più un prefetto, non posso togliere punti a nessuno. Secondo: tu non sei dislessico. Dovresti smetterla di raccontare bugie, altrimenti ti cresce il naso.»
Ethan mi mostra un ghigno divertito «O magari qualcos'altro.»
Inarco un sopracciglio nella sua direzione, colpendolo con le pergamene «Ci sono dei bambini qui!» sibilo e il mio amico scoppia a ridere, una di quelle risate di pancia, belle da vedere e ascoltare, tanto che anche a me scappa un sorriso, che cerco di nascondere, senza successo.
Poi delle voci attirano la nostra attenzione e le nostre risate si trasformano in espressioni confuse, attirati da delle urla all'entrata della sala comune.
Scatto in piedi, la bacchetta in mano e seguita da Ethan, compio un passo solo prima che una scena terribile si apra davanti ai miei occhi: due ragazzi stanno trascinando un loro coetaneo, reggendolo per le braccia perché non riesce a stare in piedi. Il suo volto è tumefatto e la camicia della divisa è strappata in più punti.
Cosa è successo? Chi è stato a fare una cosa del genere?
«Cosa-» cerco di dire, ma uno dei ragazzi si volta a guardarmi con la paura negli occhi e solo ora riconosco Cal, che ha preso in mano il ruolo da prefetto da appena due giorni.
«Alcuni Serpeverde lo hanno accerchiato e lo hanno picchiato, noi siamo arrivati il prima possibile, ma lo abbiamo trovato in questo stato.»
«Fatelo stendere subito sul divano.» Dico, ed Ethan accorre ad aiutarli e ora che vedo da più vicino i danni che gli sono stati inflitti, mi rendo conto che questo non è un pestaggio normale. Questa è tutta opera di magia e maledizioni minori.
«Erano in quattro, non ho visto i loro volti, ma...parlavano di un signore oscuro.»
Bisogna chiamare il capo della casa dei Tassorosso, avvisarla di ciò che è successo. E avvisare gli altri prefetti. E anche il preside.
«Ho bisogno che andiate a chiamare la professoressa Elise. Ditele quello che è successo e di portare con sé dell'essenza di Dittamo. Io cercherò di-» deglutisco a vuoto, Cal che mi guarda speranzoso, adesso accanto a Yuki, l'altro prefetto.
Devo dare il buon esempio, sono dell'ultimo anno!
«Voi siete stati bravissimi e coraggiosi. Lui starà bene, ve lo giuro, ma dovete andare ora a chiamare la professoressa.» Li incito con un piccolo sorriso e loro annuiscono rapidi prima di lasciare la sala comune, gli altri studenti che ormai si sono stretti intorno a me, curiosi e agitati.
«Epismendo!» mormoro puntando la bacchetta sul volto del ragazzino, che fin da subito riprende colore e i lividi perdono il blu aggressivo, sgonfiandosi. Anche i tagli superficiali al sopracciglio e labbro guariscono, tanto che il ragazzo sbatte un paio di volte le palpebre, ancora incosciente, ma sollevato.
Riesco a guarire anche parte delle ferite sul suo petto, ma alcune bruciature rimangono, facendomi storcere la bocca.
«Hai fatto ciò che potevi, Hal. Vedrai che adesso arriva la professoressa, lei saprà cosa fare.» interviene Ethan, la fronte corrucciata.
«Si sarebbe già dovuto svegliare, e poi hai sentito cosa hanno detto i prefetti.» Mi alzo per guardare il mio amico negli occhi, che si passa una mano sui capelli colorati di verde, segno che è agitato ma non vuole darlo a vedere.
«Non so che maledizione abbiano potuto usare quelle serpi, ma Haley...lui è un nato babbano.»
Mi volto di scatto a guardare il ragazzino ancora svenuto e finalmente senza il volto tumefatto riconosco in lui uno studente del quarto anno nato da genitori babbani. Frederik Gauns.
Proprio come me.
Non è la prima volta che i Serpeverde compiono atti del genere, ma da quando sono ad Hogwarts, i casi sono aumentati esponenzialmente rispecchiando la guerra silenziosa ed invisibile che succede nel mondo magico.
Si vocifera che un signore oscuro stia facendo la sua ascesa, convincendo i suoi seguaci a compiere atti disumani proprio come questo. E l'obiettivo sono sempre loro: i mezzosangue, i nati babbani e i babbani stessi. Nessun altro.
«Fate passare!» la voce imperiosa della professoressa Elise mi riscuote dai miei pensieri e subito compare una donna formosa e alta che sgomita tra gli studenti, il vestito sporco di terra e con delle foglie attaccate ai capelli castani.
«Professoressa sono riuscita a curare le ferite più comuni ma la mia magia non ha avuto effetto sulle bruciature.»
«Non si preoccupi signorina Mainz, ha fatto bene a dire di procurare l'essenza di dittamo. Vedrà che con questo spariranno in pochi minuti.» la donna sventola una boccetta con del liquido ambrato al suo interno e con gesti esperti versa qualche goccia sulle bruciature lungo il petto del ragazzino.
Il corpo martoriato ha qualche spasmo prima di rilassarsi nuovamente sui cuscini del divano e lentamente le bruciature cominciano a ritirarsi, lasciando dietro di sé pelle liscia e bianca.
«Ora sarà meglio portarlo in infermeria da Madame Hella, così potrà essere seguito dalle sue mani delicate.»
Accanto a me Ethan tossisce, coprendo un «Delicate un corno» appena sussurrato.
«E complimenti ai due prefetti che hanno saputo rispondere con coraggio alla chiamata di un loro coetaneo. E ovviamente alla nostra Haley Mainz che ha saputo curarlo. Quaranta punti per Tassorosso!»
«Solo?» sento Ethan dire ed io gli pesto il piede, mettendolo a tacere.
La professoressa Elise non è mai stata una di manica larga.
«Grazie professoressa.» Diciamo in coro.
«Mainz e i due prefetti con me dal preside, vuole vedervi. Bisogna mettere luce a questa faccenda. Maloly, lei e un altro di sua scelta scorteranno il ferito in infermeria. Siate prudenti. Per tutti gli altri, state sempre sull'attenti, ho come l'impressione che tempi difficili ci attendono.» Gli ordini della professoressa sono secchi ed io ho appena il tempo mettermi addosso il mantello che vengo sospinta da mani gentili.
«Ho sentito che lei è tra i candidati per diventare Caposcuola, Mainz. Le faccio i miei auguri: sarebbe un grande onore per la casa dei Tassorosso.» Il colore rosso mi tinge le guance e non ho il coraggio di aprire bocca, sorridendo appena.
Sono stata prefetto per gli ultimi due anni e sono molte le volte che ho ricevuto dei complimenti, ma nonostante questo non mi sono ancora abituata.
È strano, sembra ieri che tornavo a casa da scuola con le scarpe rotte nel mio paesino di campagna. Ora invece i professori si complimentano con me, ho degli amici, ho voti eccellenti in quasi tutte le materie (D'accordo, trasfigurazione non è il mio forte) e sono contenta della mia vita. Hogwarts è davvero diventata casa mia.
E ora che qualcuno sta minacciando di rovinarla, un sapore amaro mi riempie la bocca al solo pensiero.
Hogwarts non ha mai visto il male. Non c'è stato un tempo in cui io non mi sia sentita al sicuro tra le mura del castello, ma quest'anno, prima di salire sul treno, una strana sensazione mi ha bloccato il respiro in gola.
La sera autunnale qui cala molto facilmente e i corridoi sono illuminati dalle torce che danno un'aria sinistra alle ombre e agli anfratti più angusti. I dipinti appesi alle pareti ci seguono mormorando, chiedendo del ragazzino ferito, ma la professoressa Giuno li mette a tacere con uno sguardo severo, lasciando sul pavimento orme sporche di terra.
«Dovremo aumentare le ronde dei prefetti e anche quelle dei due Capiscuola. Negli anni scorsi non è mai stato necessario, ma...» la frase della donna finisce nel vuoto e Cal e Yuki si voltano a guardarmi, apprensivi, tanto che mi devo mettere in mezzo a loro, le braccia appoggiate sulle loro spalle.
«Siete due studenti perfettamente capaci di gestire la situazione. So che vedere il vostro amico in quello stato vi ha spaventato, ma siete stati bravissimi a tornare alla sala comune.»
«Cercavamo te.» Confessa Cal e quello mi fa stringere il cuore. Sono i due ragazzi con cui ho legato di più all'interno dei Tassorosso senza contare Ethan e ogni tanto vengo rimproverata da quest'ultimo di atteggiarmi un po' troppo come sorella maggiore nei loro confronti.
«Chiunque sarebbe stato capace di fare quello che ho fatto io.» Scrollo le spalle e poi continuo a parlare, ragionando ad alta voce «E poi se ci devono essere delle ronde più consistenti potete chiedere ai Capiscuola di organizzarsi con dei studenti volontari.»
«Buona idea Mainz.» Commenta la professoressa e Yuki mi tira i capelli, improvvisamente imbronciata.
«Non sarai tu Caposcuola?»
«Chi lo sa? Deve decidere il preside chi far diventare Caposcuola. E poi non sarò la sola, dovrà esser scelto anche un ragazzo.»
«E quando sarà deciso?» gli occhi quasi viola della ragazza mi guardano speranzosi ed io le sorrido.
«Se non oggi, domani, credo.»
Il resto della camminata viene svolto in silenzio, finché non arriviamo alla porta dell'ufficio del preside, protetta da due gargoyle di pietra che ogni volta mi mettono i brividi.
La professoressa Giuno sussurra la parola d'ordine e i due Gargoyle ci lasciano passare, facendo comparire dietro di loro una scala in pietra molto ripida, che ogni volta mi lascia senza fiato.
Forse dovrei cominciare a fare cardio sul serio, invece che sgattaiolare nelle cucine per farmi regalare dagli elfi domestici gentili della cioccolata.
Quando arriviamo in cima sono pronta a sventolare bandiera bianca, ma i miei occhi incontrano quelli di una persona che mai mi sarei aspettata di vedere qui, a quest'ora, subito dopo quello che è successo.
Logan Hunt mi osserva imperturbabile, l'espressione come scolpita nel granito. Ha addosso l'uniforme dei Serpeverde, lo stemma verde e argento che sembra brillare alla fioca luce delle torce, prima che lo copra incrociando le braccia al petto. Ha i capelli mossi tirati leggermente all'indietro e due occhiaie livide, che contrastano con il verde delle sue iridi.
«Buonasera Hunt. Vi lascio un secondo soli che devo scambiare due parole con il preside.» Le parole della professoressa appaiono ovattate mentre sbatto le palpebre un paio di volte, quasi stessi uscendo da uno strano sogno.
«Coraggioso da parte tua farti vedere in giro dopo quello che è successo, Hunt.» La voce di Cal risuona chiara ed io mi volto nella sua direzione con un sopracciglio alzato.
Grandioso, tra tutti, deve attaccar briga proprio con Logan Hunt.
«Quello che è successo non mi riguarda.»
«Strano, perché sono stati proprio i tuoi amici serpi a pestare Frederik.»
«Bada a come parli, ragazzino.» Ringhia Hunt compiendo un passo in avanti, ma io sono pronta a mettermi in mezzo, oscurando il mio compagno di casa alla sua vista.
«Lascialo stare.»
E questo gesto lo fa bloccare per un secondo, come se fosse stupito di ciò che ho fatto ed io devo scacciare un ricordo accaduto molto tempo fa, che ogni tanto torna fuori a tormentarmi.
Il treno. Ardin. I Serpeverde che ridevano di un mezzosangue. Logan che si godeva la scena.
«Tieni in riga i tuoi ragazzini.» Ribatte con un cenno, ed io trattengo a malapena il verso indignato che mi gratta la gola.
Trattenere i miei ragazzini? Non sono nessuno per comandare quelli della mia casa, ma se anche fosse non sarebbero comunque animali da tenere in riga.
Ma chi si crede di essere questo qua?
Sento Cal borbottare qualcosa dietro di me poco prima che la porta dell'ufficio venga spalancata e il preside Albus Silente si faccia vedere, interrompendo qualsiasi scontro stesse per nascere.
Forse qualcuno lassù ogni tanto mi ascolta.
«Haley, Cal, Yuki, venite. Logan a te chiedo di pazientare ancora un pochino.»
Hunt sbuffa alzando gli occhi al cielo, ma torna ad appoggiarsi alla parete con fare noncurante, ed io osservo allibita la sua reazione, chiedendomi come mai il preside non l'abbia ancora punito. Ma tutti sanno che Albus Silente, preside da pochi anni, è un mago un po' particolare.
Il suo studio è colmo di strani oggetti e con gli occhi mi perdo a guardare tutti i libri antichi che decorano la stanza, insieme a pietre dalle forme strane e particolari vasetti che sembrano contenere il nulla. Scorgo addirittura un pensatoio e una fenice che se ne sta appollaiata sul suo crespo, guardandoci con i suoi occhi scuri ed eterni.
«Prego ragazzi miei, sedetevi e raccontatemi ciò che è successo.» Il tono del mago è garbato e i suoi modi gentili si rispecchiano nel suo viso cordiale, decorato da qualche ruga qua e là tipica di un uomo sui sessant'anni.
Anche se nessuno sa la vera età del preside, molti dicono che abbia molti più anni di quelli che dimostra.
«Io e Cal stavamo tornando dalla Sala Grande quando abbiamo sentito delle urla nei corridoi che portano ai sotterranei. Frederik è nostro amico e abbiamo riconosciuto subito la sua voce, così siamo accorsi, ma siamo arrivati comunque troppo tardi. Abbiamo visto solo dei mantelli svanire nell'oscurità del corridoio e il nostro amico a terra sanguinante.»
«Capisco.»
«E Signore, abbiamo sentito che stavano parlando di un certo signore oscuro, ma solo Frederik potrà dirvi ciò che hanno detto con esattezza.» Aggiunge Cal, ed io mi volto a guardare attentamente il preside, che non lascia trasparire nulla dalla sua espressione.
«Capisco.»
«E Frederik è un nato babbano, Signore.» Ripeto ciò che mi ha fatto notare Ethan, facendo comparire un lampo preoccupato negli occhi del preside prima che scompaia, così rapido che mi chiedo se l'ho visto veramente.
«Dobbiamo avvertire tutti i prefetti. Domani i Capiscuola avranno il compito di informarli dell'accaduto e di aumentare le ronde. E i professori in classe dovranno monitorare la situazione, vedere se ci sono dei comportamenti sospetti tra i ragazzi.» Sembra quasi che parli tra sé e sé, lo sguardo perso nel vuoto.
«Signore, mi scusi, lei non ha ancora proclamato i nuovi Capiscuola.» La professoressa sposta il peso da un piede all'altro, quasi in imbarazzo e stavolta un sorriso si apre sul volto di Albus Silente, le rughe che scompaiono per un attimo.
«Perché avrei dovuto invitare qui Haley Mainz e Logan Hunt, altrimenti?»
Spazio Autrice
ECCOCI QUA CON LOGAAAAAN. E le cose cominciano a farsi interessanti, direi 🤭🤭🤭
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