CAPITOLO 1
Haley
«Cosa vuol dire che i caposcuola non sono ancora stati eletti?» la voce di Ethan assume una nota acuta, quasi stridula. Ed io gli intimo di abbassare la voce con uno sguardo, i ragazzi del primo anno che sfilano di fronte a noi per la cerimonia di smistamento.
Hanno i visi morbidi tipici della fanciullezza e nei loro occhi scorgo paura ma anche emozione nel trovarsi finalmente ad Hogwarts. Alcuni di loro non hanno mai sentito parlare di magia fino a qualche mese prima, mentre altri conoscono questo posto perché provengono da famiglie di maghi.
In ogni caso la bellezza di questo posto incanta chiunque, le candele che galleggiano sopra le nostre teste e piatti dorati che si riempiono a comando delle migliori leccornie. Vedo alcuni di loro sorridere ammirati.
Anche io, che sono ormai all'ultimo anno, mi emoziono come se fosse la prima volta.
Hogwarts è casa ormai e il pensiero di doverla lasciare alla fine di questo anno, mi rattrista più del necessario.
«Il preside è ancora indeciso. Ha mandato una lettera ai possibili candidati ma si prenderà ancora un paio di giorni per decidere.» ribatto con un sussurro mentre il primo bambino si avvicina titubante al cappello parlante, la professoressa McGranitt che lo solleva severa sopra la sua testa.
È una donna che non deve avere più di quarant'anni, ma raramente l'ho vista sorridere. Porta i capelli corvini legati in uno chignon basso e stretto e un cappello a punta le copre la fronte liscia e priva di rughe.
«Ma non si è mai sentita una cosa del genere!» ribatte il mio amico, stavolta guardandomi negli occhi. Ethan ed io siamo amici dal primo giorno ad Hogwarts, quando ci hanno fatto salire su quella barchetta traballante e fatto attraversare il lago oscuro. Io avevo una paura matta di cadere in acqua, ma lui continuava a far dondolare la barca perché si sporgeva di continuo oltre il bordo per avvistare il calamaro gigante, di cui aveva sentito parlare nel treno.
Un po' l'ho odiato in quel momento, ma quando ci siamo fermati sugli scogli per andare all'ingresso, lui mi ha aiutato a scendere, ridendo del mio colorito verdognolo. Poco dopo siamo stati entrambi smistati in Tassorosso e da quel momento siamo diventati inseparabili.
Per mia sfortuna, perché oltre ad essere iperattivo, è anche un grande oratore ed è tremendamente difficile farlo stare zitto.
«Aspetta. Quindi vuol dire che tu sei una possibile candidata?» ragiona poi a voce alta, passandosi una mano nei capelli verde acceso, che sembrano virare verso il blu, prima di tornare al loro colore. I suoi occhi nocciola seguono il mio movimento quando mi sistemo meglio sulla panca.
Un'ovazione da parte del tavolo dei Corvonero segna il primo smistamento andato a buon fine.
Ed Ethan si volta subito, allungandosi un pochino per osservare meglio. Ma i suoi occhi non sono rivolti al nuovo arrivato ma bensì ad un volto in particolare al centro del tavolo: una ragazza dai capelli corvini e occhi di ghiaccio, pallida, con le mani costantemente sporche di carboncino.
Leyla si accorge subito dello sguardo del ragazzo, perché si volta verso di lui con un sorriso dolce, per poi mimare "mi devi due galeoni, tesoro".
Ethan e Leyla sono ufficialmente una coppia da un anno ormai, dopo ben cinque anni di solida amicizia, cominciata a causa di uno scherzo da parte del mago durante la lezione di incantesimi. Da quel giorno siamo diventati un trio e fin da subito è stato chiaro che quei due sarebbero finiti insieme. O almeno, io lo pensavo ma loro non ne volevano sapere.
Ciechi anche davanti all'evidenza.
«Avete scommesso sul risultato del primo smistamento?» sibilo ed Ethan si volta nuovamente a guardarmi, un sorriso stampato sul volto di chi la sa lunga.
«Oh andiamo Haley, rilassati! Sembri il Barone Sanguinario, tutta seria e cupa.»
La tentazione di sferrargli un pugno è tanta, ma proprio in quel momento attorno a noi esplodono voci e applausi, mentre una bimba dalle guance rosse e paffute viene a sedersi al nostro tavolo. Mi ritrovo ad applaudire anche io, un sorriso tenero che mi tira le guance.
Quanto vorrei tornare indietro nel tempo a quel momento così idilliaco e spensierato.
«Ecco, molto meglio, sei quasi carina quando sorridi.» Ethan mi pungola un'altra volta, e stavolta gli lancio un pezzo di pane, colpendolo in mezzo alla fronte.
Poi un ragazzino viene smistato nella casa dei Serpeverde, fischi e urla che riempiono la sala grande mentre le altre tavolate si fanno più silenziose, segno che tutti sappiamo che qualcosa sta cambiando.
Strane voci, sussurri tra i vicoli di Diagon Alley mi hanno fatto rabbrividire. Parole oscure, di un mago potente senza volto, che sta prendendo il potere illuminando la notte con la sua magia verde. Sparizioni di persone che non passano inosservate ai giornali babbani e nati babbani che non fanno ritorno a casa dopo lavoro.
Attacchi nel nome della purezza del sangue.
Osservo la lunga tavolata, vedendo i ragazzini ridacchiare e scambiarsi spallate amichevoli, seguiti dai più grandi che si complimentano con i nuovi arrivati. Stanno festeggiando, contenti, come normali ragazzi.
Eppure, uno di loro non sta scherzando con gli altri.
Logan Hunt guarda con fare annoiato ciò che lo circonda, i capelli del colore della pece che gli ricadono in onde morbide sulla fronte, la divisa perfettamente stirata che gli calza a pennello sulle spalle e braccia muscolose, riempite a causa di anni passati a giocare a Quidditch.
Una ragazza accanto a lui, dai capelli bianchissimi, simili a quelli di un furetto albino, gli parla con fare cospiratorio, gli occhi quasi neri che non si staccano neanche per un secondo dal volto del ragazzo.
È Blas, una giocatrice della squadra di Quidditch dei Serpeverde.
Ma la ragazza deve avergli detto qualcosa, perché un paio di occhi verde scuro incrociano i miei, freddi, annoiati, quasi come se non fosse davvero qui. Lontano, perso. Logan mi squadra attentamente e qualcosa nel mio petto si infiamma, costringendomi a distogliere lo sguardo, una sensazione strana, che non riesco a decifrare.
Finita la cerimonia di smistamento tutti cominciano a mangiare, rimpinzandoci fino a stare male. Ed io sono una tra quelle, soprattutto quando davanti a me compaiono i dessert. Poi è ora di accompagnare quelli del primo anno nella sala comune dei Tassorosso, un incarico svolto dai prefetti Cal e Yuki, che mi salutano calorosamente prima di partire.
Sono un mago e una strega del quinto anno, conosciuti durante il mio ruolo da prefetto e da allora è un po' come se li avessi presi sotto la mia ala, aiutandoli nei compiti e a star lontano dai guai. Soprattutto per Cal.
Yuki viene ad abbracciarmi, i lunghi capelli ricci e scuri che sobbalzano ad ogni suo movimento. È minuta, la pelle chiara di chi ha passato tutta l'estate ad evitare il sole e gli occhi simili a due ametiste, di un blu così intenso da sembrare viola.
«Spero che Silente scelga te come caposcuola.» sussurra prima di chiamare a raccolta i ragazzini che si guardano intorno con aria sperduta. Cal mi fa un cenno con la mano, la pelle abbronzata di chi invece il sole sembra vederlo tutto l'anno, seguendo la sua amica.
«Quei due sono cresciuti così tanto. Cal potrebbe candidarsi come battitore.» commenta Ethan accanto a me, studiando il ragazzo mentre ci volta le spalle.
«Ah stai già selezionando i tuoi giocatori, capitano?» chiedo e il mago fa spallucce, il mantello lungo fino ai piedi che lo fa sembrare improvvisamente più maturo e responsabile. Due parole che stonano se affiancate ad Ethan Maloly.
«Serpeverde ha vinto ogni anno la coppa di quidditch, da quando Hunt ha cominciato a fare il capitano. Ma quest'anno sarà diverso perché io ho tutta l'intenzione di stracciare quelle serpi.»
Il Quidditch non è uno sport che amo particolarmente. Mi annoia, per cui non vado mai a vedere le partite della scuola, soprattutto perché odio quando la competitività si trasforma in una scusa per insultare deliberatamente i tifosi della squadra avversaria.
Non che gli sport babbani siano tanto meglio. Nel mondo magico esiste il quidditch e nel mondo da dove provengo c'è il calcio, che forse è ancora peggio.
Almeno nel quidditch ci sono quattro palle a cui stare attenti.
«Se mettessi nello studio anche un solo briciolo di energia che usi per giocare, saresti nella Casa dei Corvonero a studiare e risolvere indovinelli.»
«Vero, ma sarei uno di quei noiosi corvi-» si rende conto dell'errore ancora prima di finire la frase, ma io sono altrettanto veloce.
«Oh questo lo dico a Ley!» esclamo ridendo, scappando quando comincia a rincorrermi, trattenendo a stento un sorriso.
Mi muovo a zig zag attraverso i corridoi colmi di studenti che rientrano nei loro dormitori, fino ad arrivare davanti alle botti che precludono l'entrata alla sala comune dei tassorosso, nello stesso corridoio delle cucine del castello. Mi piego sulle ginocchia, cercando di recuperare il fiato, mentre Ethan appare accanto a me con un secondo di ritardo, senza alcun problema di respirazione.
Forse dovrei cominciare a fare più attività fisica.
«Dovresti cominciare a fare più cardio.» commenta senza risparmiarsi ed io gli mostro un gestaccio, che lui incassa ridendo.
«Tu stai seduto su una scopa per tre volte a settimana, neanche quello è cardio.»
Ethan si volta a guardarmi, un sorriso frizzantino sul suo volto abbronzato «Infatti a quello ci pensa Leyla.»
Mi alzo di scatto, il volto in fiamme mentre Ethan scoppia in una risata fragorosa.
«Dovresti vedere la tua faccia!»
«Dovrei colpire la botte sbagliata solo per farti travolgere da un'ondata di aceto.» dico cercando di riprendere il controllo della situazione, l'imbarazzo che mi macchia gli zigomi e il collo.
Ma Ethan mi precede, colpendo la botte giusta a ritmo di "Tosca Tassorosso", che abbiamo imparato il primo anno qui.
Subito il passaggio si apre e noi entriamo, venendo avvolti dal profumo delle piante rampicanti appese al soffitto e dall'odore del legno delle travi che sorreggono un piccolo soppalco che porta ai dormitori. Divani e poltrone dai colori che ricordano la terra e le sue sfumature sono sistemati in modo tale da creare piccoli salottini in cui parlare, leggere e studiare. Sulla sinistra c'è il caminetto acceso e nonostante il pavimento sia di pietra, c'è un tiepido calore nell'intera sala, dovuto anche ai tappeti circolari posti sotto i divani.
Alle pareti sono appesi diversi quadri che ritraggono personaggi famosi appartenuti alla casa dei tassorosso e tutti si muovono da una cornice all'altra per salutare i nuovi arrivati. Altre piante e fiori decorano la stanza, posti in vasi di terracotta decorati e lampade colorate creano una luce soffusa, accogliente.
Casa.
Un braccio pesante mi circonda le spalle ed Ethan sospira accanto a me, guardandosi intorno.
«Questo è il nostro ultimo anno, Haley. Rendiamolo magnifico, d'accordo?»
E in quel momento tutto diventa più luminoso, l'oscurità messa da parte.
Rendiamolo magnifico.
Spazio Autrice
Ecco a voi il primo capitolo! È bello scrivere nuovamente di Haley ed Ethan, mi erano mancati quei due rompiscatole. 🥹💞
Vi auguro una buona giornata ❤️
-Tay
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