"Immagina"- Zayn Malik
<<Perché con te deve essere tutto così complicato!>> dicesti mettendoti le mani nei capelli e sospirando pesantemente. Zayn guardò altrove sbuffando a sua volta. Poi replicò: <<Cosa è complicato, cosa?! Tu sei complicata!>>. Alzasti un sopracciglio negando con la testa. <<Me ne vado>> dicesti. Zayn ti rispose: <<Brava! Tanto sai fare solo quello!>> ti gridò dietro. Ti innervosisti moltissimo; volevi controbattere, ma decidesti di tacere per non rendere la lite ancora più concitata.
Passò una settimana circa dal momento in cui avevi litigato con il tuo fidanzato e da allora non vi eravate più visti. Lui aveva lasciato momentaneamente la casa in cui convivevate per andare a stare da un suo amico.
Passò ancora una settimana in cui nessuno di voi due si era fatto sentire con l'altro. Eri molto angosciata per la situazione, lui ti mancava molto, ma, in realtà non avevi intenzione di andare ancora una volta a chiedergli scusa. In realtà, probabilmente, prima o poi lo avresti fatto perché non sopportavi la sua assenza e avevi bisogno di un dialogo con lui, ma solo non per il momento. Ti chiedevi come passasse le giornate, se stesse bene, se ti pensasse e soprattutto se gli mancassi come lui mancava a te.
Una notte, verso le undici di sera, mentre eri nel letto nella fase del dormiveglia, sentisti il telefono poggiato sul tuo comodino squillare.
Immediatamente ti spaventasti poiché pensasti che fosse successo qualcosa a qualcuno: le chiamate durante la notte non erano mai rasserenanti. Prendesti di scatto il cellulare un po' preoccupata e sperando che non fosse successo niente a nessuno dei tuoi cari e notasti subito il nome del contatto che ti chiamava: Zayn.
Sospirasti e rispondesti subito, curiosa di sapere cosa volesse da te.
<<Pronto?>> dicesti con voce leggermente assonnata. Dall'altro capo del telefono subito risaltò una voce che non era quella di colui che ti aspettavi: <<T/N, ciao, sono io, John, l'amico di Zayn. Scusa se ti chiamo a quest'ora, ma è un'emergenza, potresti subito raggiungerci all'indirizzo...>> il ragazzo ti dettò l'indirizzo, ma tu in preda al panico non capisti assolutamente nulla. Con la mente eri rimasta al "è un'emergenza".
La paura e lo sgomento ti pervasero in quel momento. <<John a-aspetta...come "emergenza" è successo qualcosa a Zayn? Cosa è successo?>> chiedesti con la voce tremante. <<T/N, ti spiego dopo, per favore ora raggiungici in via...>> il ragazzo ripeté la via e tu subito schizzasti fuori dal letto per metterti qualcosa addosso e precipitarti in macchina per guidare sin lì.
Fu una corsa in macchina alquanto movimentata. Cercasti di concentrarti il più possibile sulla strada per non fare incidenti, ma la tua mente era occupata a pensare ai peggiori scenari: cosa era successo a Zayn? Era gravemente ferito? Stava male? Non riuscivi a contenere la tua ansia.
Arrivasti al posto indicato. Avevi una sensazione di nausea data dall'agitazione e il tuo viso pallido ospitava un'espressione di totale sgomento e sbigottimento.
Suonasti il campanello dell'edificio che ti si presentava davanti al nome che ti era stato indicato. Subito ti venne ad aprire l'amico di Zayn: <<T/N, ti prego, vieni, abbiamo trovato Zayn qui in salotto circondato da bottiglie di birra, alcol e sigarette di non so cosa. Continuava a piangere e a ripetere il tuo nome, diceva che voleva chiamarti, ma non riusciva a muoversi. Abbiamo pensato di chiamare un'ambulanza, ma lui non ha voluto. Voleva che chiamassimo te. Poi prima ha rimesso >>. Ascoltasti con attenzione e con il cuore a mille e totalmente impanicata. <<Dov'è ora?>> chiedesti. <<E' di là in camera da letto...è steso, credo stia dormendo ora>>.
Ti precipitasti subito nella stanza suggerita e la prima visione che ti si presentò davanti fu quella del tuo ragazzo steso nel letto, con il viso esangue, le labbra disidratate e secche socchiuse e gli occhi aperti rossi e irritati probabilmente dal pianto o da qualcos'altro.
Come ti vide il ragazzo debolmente chiamò il tuo nome: <<T/N, sei qui...>> andasti da lui e ti sedesti ad un bordo del letto. Gli accarezzasti il viso e poi i capelli. <<Zayn, ma che cosa hai combinato? Che cosa hai assunto, eh? Sei impazzito? Vuoi andare in coma etilico?>> chiedesti con tono altamente preoccupato. Zayn ti fissò negli occhi e poi ti disse: <<Scusami>> guardasti in basso. <<Come stai ora?>> chiedesti; il ragazzo sussurrò un "meglio" e poi chiuse un attimo gli occhi. <<Visto che hai rimesso dovresti aver espulso un po' dell'alcol che hai assunto, ma ora misuriamo la pressione per sicurezza>>.
Chiedesti all'amico di Zayn, proprietario della casa, se avesse una macchinetta misuratrice per la pressione arteriosa e fortunatamente ce la aveva. Andasti nuovamente dal tuo ragazzo e iniziasti a misurare i battiti e la pressione, che risultava un po' bassa. Pensasti che alla fine fosse normale una leggera ipotensione e ritenesti non necessario portarlo in ospedale visto che ormai la situazione sembrava più o meno stabile. Gli misurasti anche la temperatura e notasti che era nella norma. In tutto questo Zayn continuava a fissarti e ogni tanto a sorridere. Notasti questo suo atteggiamento e dicesti: <<Cosa c'é?>> il ragazzo ti sorrise debolmente: <<Mi piace vedere che ti prendi cura di me e che ti preoccupi per me...>>. Roteasti gli occhi: <<E' logico che mi preoccupo per te, scemo! Mi hai fatto perdere dieci anni di vita!>>. A quella tua reazione a Zayn sfuggì una risata.
<<Mi sembra che tu stia meglio, probabilmente sarà solo stata una forte sbornia. Ora ti porto un po' d'acqua, devi rimanere idratato, sopratutto dopo gli alcolici che hai assunto e soprattutto dopo aver rimesso>>. Portasti l'acqua al ragazzo e lui la bevve.
Ti sedesti nuovamente accanto a lui sul letto e gli accarezzasti nuovamente i capelli scostandoglieli dalla fronte: <<Mi spieghi perché lo hai fatto? Perché ti sei ridotto in questi condizioni?>>. Inizialmente il ragazzo non voleva risponderti, ma poi si convinse a parlare: <<Queste settimane senza di te sono state tremende. Mi sono sentito sprofondare in un vortice di ansia, tristezza e volevo dimenticare per stare meglio. Così ho deciso di bere qualcosa e di rilassarmi fumando>>. Scuotesti il capo: <<Zayn...questo non è un modo per risolvere i problemi, ti fai solo del male...e fai del male a coloro che ti stanno accanto! Mi sono sentita morire quando ho ricevuto la chiamata da parte di John prima. Non farlo mai più, promettimelo. Quando hai questi problemi devi parlarne con qualcuno, non importa chi sia... basta che chiedi aiuto o la prossima volta le conseguenze delle tue azioni saranno molto più gravi e dannose per la tua salute. Questa volta hai rischiato grosso. Ti sei comportato come un bambino!>>. Il ragazzo ti diedi ragione sentendosi in colpa.
<<Beh, è giunto il momento che vada. Riposati.>> così facesti per andartene lasciando lì il ragazzo, ma appena ti alzasti quest'ultimo ti trattenne per un braccio: <<Ti prego, dimmi che tra di noi è di nuovo tutto risolto... io ti amo. Sono stato un cretino a litigare con te l'altro giorno. Non ce la faccio ad averti così lontana e a sapere che tra di noi le cose non vanno. Ti chiedo perdono per i comportamenti da deficiente che ho a volte, per voltarmi male nei tuoi confronti. Ti meriti il mondo intero, io sono perdutamente innamorato di te e spero che tu lo sia ancora di me>>. Guardasti in basso. <<Sì, Zayn, lo sono ancora, follemente, come al solito. Ma non farmi spaventare mai più così, ti prego, mai più>>. Il ragazzo sembrò rinvigorirsi a quelle parole. Si alzò leggermente dalla sua posizione supina e si spinse in avanti per darti un bacio, che ricambiasti. Poi gli desti un altro bacino sulla fronte e sulla guancia. <<Ora dormi. Ci vediamo domani.>> dicesti, ma il tuo ragazzo ti interruppe nuovamente: <<Ti prego portami a casa con te>> ti supplicò. <<Zayn, non sei stato bene, è meglio se rimani tranquillo qui almeno questa notte, il moto della macchina potrebbe darti fastidio e farti rimettere nuovamente. Meglio essere un po' prudenti>> il ragazzo iniziò a lagnarsi a quelle parole: <<Dai, amore, voglio stare con te, a casa nostra, ne ho abbastanza di stare qui...>>.
Dopo varie suppliche alla fine portasti Zayn a casa e lo facesti coricare nel vostro letto. Gli rimboccasti le coperte, proprio come una mamma fa con il suo bambino, e gli desti un altro bacio sulla fronte. Ti mettesti nel letto accanto a lui.
<<Voglio stare solo con te>> disse il ragazzo abbracciandoti e appoggiando la sua testa sul tuo petto. Tu sorridesti e gli accarezzasti la schiena dolcemente. <<Anche io voglio stare solo con te. Ora però dormi, è già l'una e mezza di notte>>.
Così, insieme, vi addormentaste dolcemente.
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