"Immagina"- Steve Rogers
RAGAZZI LO SO CHE VI HO SCOCCIATI CON STEVE ULTIMAMENTE, MA PROMETTO CHE PER ORA QUESTO E' L'ULTIMO CAPITOLO SU DI LUI. GLI ALTRI DUE PRECEDENTI ERANO SU RICHIESTA, MA QUESTO MI ANDAVA DI FARLO PERCHE' ERO ISPIRATA.
Tu: In realtà è facile. Basta scaricare i files in una schedina a parte da inserire nel dispositivo, così non avrai più problemi di memoria.
Ti trovavi nella torre degli Avengers. Eri lì come "ospite" in quanto, dopo un salvataggio da parte di Captain America durante un volo in aereo verso Londra che stava per farti perdere la vita, l'uomo aveva deciso di tenerti con sé, prima di capire come farti ritornare a casa. Nel frattempo, tu avevi portato una ventata dall'allegria in mezzo a tutti quei supereroi. Ogni giorno facevi scoprire cose nuove del "mondo degli adolescente", tipo gli stupidi balletti virali sulle varie piattaforme social, nuovi trend e musica dei tuoi artisti preferiti. Eri un po' diventata la mascotte della Stark Tower. In particolare avevi legato con Tony e Clint, che ti seguivano incantati da ogni tua stupidaggine.
In quel momento in particolare, stavi spiegando a Steve come risolvere un piccolo problemino di memoria del suo cellulare, che era stracolmo di memoria per le continue foto che scattava senza rendersene conto, poiché non sapeva usare "quell'affare", come lo chiamava lui.
Tu: In realtà potresti cancellarle anche quelle foto senza inserire una SD, tanto a che ti servono?
Chiedesti tu un po' ironica sapendo già la risposta a quella domanda.
Steve: T/N, lo sai che non so farlo!
Il Capitano se ne andò un po' imbronciato lasciandoti lì a ridere a crepapelle per la sua reazione.
Passarono circa due ore. Nonostante ti divertisse la compagnia degli Avengers, questi ultimi erano spesso molto occupati per le varie faccende delle missioni e altro, così eri destinata a passare molto tempo da sola. Notasti che in quelle orette di noia, non avevi proprio visto, neanche di sfuggita, Steve. Ti trovavi molto bene con lui comunque e, in realtà, avevi anche una piccola cotta nei suoi confronti. "Speriamo non se la sia presa troppo..." pensasti all'episodio di prima, così decidesti di andarlo a cercare. Lo trovasti in una delle tante stanze della torre intento a cercare di cancellare quelle foto dal cellulare. Quella vista ti sciolse il cuore: Steve era troppo tenero! L'uomo infatti sussurrava tra sé e sé "Forza, dai, so che ce la puoi fare. Cancellati, ti prego!" mentre stava quasi per prendere a pugni il telefono cellulare che aveva tra le mani. Ti avvicinasti a lui ridacchiando:
Tu: Da' qua Capitano, te lo sistemo io.
Velocemente selezionasti tutte le foto e le cancellasti. L'uomo sembrò essere ancora imbronciato, ma ti ringraziò gentilmente in una maniera un po' più fredda del solito. Ti sedesti su un divanetto lì accanto a lui per scusarti se qualche tuo comportamento di prima lo avesse infastidito.
Tu: Cap, mi dispiace di averti rattristato prima. Non volevo prenderti in giro. Ho sentito del fatto che tu non sei di questa epoca eccetera...
L'uomo sorrise debolmente.
Steve: Scuse accettate. So che a volte sono un po' permaloso, ma...davvero, questi cosi - disse riferendosi ai dispositivi tecnologici di vario tipo- non li capisco proprio.
Tu: Nah, ce la farai benissimo a capirli.
Gli desti una pacca leggerissima sul braccio sorridendo. L'uomo sembrò sussultare a quel tocco. Ti sembrò infastidito. Cercasti di non farci molto caso, ma rimanesti un po' male a quella sua reazione. Vedesti così di cambiare argomento.
Tu: Ti volevo chiedere, magari oggi possiamo vedere se ci sono voli disponibili per il mio ritorno a casa. Il biglietto mi è stato rimborsato dopo l'incidente dell'aereo, ma non ho ancora prenotato un altro volo, poiché dopo quell'episodio tutte le piste sono state chiuse, sono inagibili. Ti va di accompagnarmi per vedere qual è la data più vicina per una partenza? I miei sono molto preoccupati, nonostante sappiano mi trovi in mani sicure.
Chiedesti. In quella settimana trascorsa con Steve, facevi tutto con lui. Lo guardavi lavorare annoiata, pranzavate insieme, si prendeva cura di te. Era un rapporto tipo fratello maggiore-sorellina minore. Lui era molto protettivo, ma anche tremendamente severo e serio. Si scandalizzava mentre ascoltavi la musica odierna colma di linguaggi scurrili e strabuzzava gli occhi, mentre tu ridevi divertita. Era capitato che tu dicessi "Ehi, Steve. Senti questa poesia!" e poi facevi partire un verso pieno di parole volgari di una canzone di Nicki Minaj. In quelle occasioni ridevi davvero come una matta vedendo la faccia sconcertata del Capitano, ma dopo dovevi sorbirti una delle sue ramanzine sul comportamento.
Steve ti rispose con aria seria alla tua richiesta.
Steve: Sì, T/N. Ti accompagnerò, speriamo ci siano voli disponibili il prima possibile.
Annuisti. Poi chiedesti:
Tu: Ehi, ti va se stasera ti faccio vedere nuovamente quello show divertentissimo con le Kardashian e ordiniamo la pizza? Ti prego, non mi va di mangiare ancora "proteine e fibre" come dici tu. In questi giorni sono praticamente diventata una verdura!
Dicesti sbuffando. Poi vedesti Steve irrigidirsi e innervosirsi, ma non sapevi perché. Subito sbottò abbastanza acido:
Steve: T/N capisci che non dobbiamo fare tutto insieme?! Non puoi arrivare qui da un giorno all'altro e sconvolgermi la vita! Non posso comportarmi come se fossi il tuo babysitter, perché ultimamente è proprio così! Non c'é bisogno che tu sia così appiccicosa. Hai diciotto anni, ma ti comporti come se ne avessi quattro.
Quelle parole ti ferirono tremendamente. Cercasti di trattenere le lacrime.
Tu: Perché fai così, era solo una pizza...Ma ok, farò come dici tu. Stasera dormirò in aereoporto e vedrò se domani mattina c'é un volo immediato disponibile. Ti giuro che non mi vedrai più. Grazie per quello che hai fatto per me, mi hai letteralmente salvato la vita.
Steve aveva significato molto per te in quella settimana, ti aveva salvato la vita da un incidente in aereo, ti aveva protetta e si era preso cura di te sino a quel momento. Non volevi lasciarlo andare, ma dovevi. Non pensavi di essere stata una sofferenza per lui in questo tempo. Facesti per andar via, ma Cap ti prese per un braccio e poi si mise una mano sulla fronte.
Steve: La tua immaturità non ha limite, vedi? Senti le cose che dici! Come puoi dormire da sola in un aereoporto?!
Stavi davvero per crollare emotivamente. Non pensavi che il "grande Cap" potesse essere così a volte.
Tu: Dimmi tu che devo fare! Prima mi dici di andarmene e poi, quando tento di farlo dici che sono immatura. A volte non ti capisco...
Stev: No, non capisci, non puoi capire. Perché in realtà mi sono stancato del tuo modo di fare. In questi giorni hai sconvolto tutto. Mi sono stancato di vedere la tua roba in giro per il mio appartamento, di seguirti in tutto altrimenti tu, distratta come sei, ti fai investire da qualcuno anche se ti trovi su un marciapiede! Sono stanco di arrivare sempre tardi a lavoro perché tu non sai come cucinarti un pancake. Sono stanco di vederti lì la mattina che dormi beatamente sul mio letto e pensare quanto tu sia bella. E la frenesia che mi prende di baciarti e abbracciarti quando ti vedo in cucina, mentre metti in disordine mezzo mondo perché vuoi provare a farti un uovo al tegamino. Io non ti voglio vicino perchè tu mi fai provare questo e questo non va bene...non dovrebbe essere così. Dunque è meglio se ti allontani da me il prima possibile.
Rimanesti di stucco. Che cosa aveva appena detto Steve?! Volevi dire qualcosa, ma non sapevi che dire. Tu provavi qualcosa nei suoi confronti, ma non credevi che il Capitano sarebbe mai stato interessato ad una come te: una ragazza al suo primo anno di college un po' pazzerella.
Tu: Steve, io...
L'uomo ti interruppe prima che completassi la frase.
Steve: Non c'é bisogno che tu dica niente. Lo so che è sbagliato, ma purtroppo è successo. Lo so che tu sei troppo giovane e non so come io abbia fatto ad essere così attratto da te. So solo che è da anni che non provo una tenerezza simile per una persona e so anche che tutto questo è tremendamente sbagliato.
Ti avvicinasti a Steve.
Tu: No, non è sbagliato. Tu sarai sempre più grande di chiunque sia ancora vivo su questa terra, insomma sono davvero poche le vecchiette ultracentenarie ancora in cerca di una relazione - a ciò l'uomo rise -. Qual è il problema, Steve? Hai paura di essere "ridicolo" ai miei occhi? Hai paura di un rifiuto - il Capitano guardò in basso evidentemente in imbarazzo e alquanto angosciato-? Perché se questo è il problema, allora non devi essere così triste - alzò la testa, vedesti un barlume di luce nei suoi occhi -. Steve, io non ho intenzione di rifiutarti...tu mi piaci. Pensavo di essere solo una stupida ragazzina che si è presa una cotta per il "ragazzo d'oro d'America", ma adesso che tu mi hai detto che anche io ti piaccio: qual è il problema?
Sorridesti speranzosa.
Steve: T/N, tu sei troppo piccola...cosa diranno i tuoi genitori? Io non ho intenzione di "giocare" con te e poi lasciarti andare, non è il mio modo di fare.
Tu: Non hai mica chiesto di sposarmi! Potremmo semplicemente iniziare una frequentazione e poi...chissà. I miei, in ogni caso, non avrebbero nulla da dire sul "ragazzo d'oro d'America"...tu sei perfetto, nessuno potrebbe mai trovare difetti in te.
Rispondesti con i tuoi occhi persi nei suoi.
Steve: Ma T/N io voglio assicurarmi di non rubarti via del tempo. Tu sei giovane e se vuoi avere storielle con altri ragazzi della tua età: è più che lecito! Hai il diritto di divertirti e non posso e non voglio essere d'intralcio.
Tu: Tu non mi ruberai tempo. Proviamoci Steve, cosa potrebbe succedere? Al massimo dovremo sposarci eh, vabbé...cose che capitano.
Dicesti infine ironica provocando anche una risata nell'uomo accanto a te. Poi ti avvicinasti a lui prendendo le sue mani nelle tue.
Tu: Basta discutere. Io sono dentro tutto questo, ci voglio provare. Tu?
L'uomo sospirò e annuì convinto con l'aria di chi si era appena tolto un peso dal cuore.
Tu: Bene...ora andiamo a casa, perché è ora di "Keeping up with the Kardashian" e dobbiamo ancora ordinare la pizza! Ah, ovviamente quel po' che è rimasto del gelato al cioccolato nel frigo è mio ovviamente - il Capitano iniziò a ridere -. Vabbé, facciamo che lo divido con te, ma solo un pochino!
Facesti un gesto con la mano per indicare una quantità ridotta. Steve vedendoti fare quel gesto ti trovò super dolce, ti posò un bacio sulla fronte e ti mise una mano intorno alle spalle mentre vi incamminavate verso il parcheggio dove c'era la sua moto che vi avrebbe condotti a casa.
Steve: Ehi, signorina ricordati che comunque devi prendere questi biglietti per tornare a casa. Stasera chiami i tuoi e li avvisi che tra domani e dopodomani prenoterai il volo e entro la fine della settimana sarai a casa. Devi parlare loro di noi, mi raccomando. Andremo molto lentamente in questa nostra "frequentazione".
Annuisti roteando gli occhi.
Tu: Sì, Capitano...
Steve ricominciò a parlare con la sua aria seria, ma che ti faceva sempre ridere un sacco:
Steve: Ah, e stasera dopo la pizza e quelle oche che guardi in TV, vai subito a nanna!
Ridesti e continuasti:
Tu: Ok, Capitano. Però tu stanotte dormi con me e non sul divano come fai sempre, vero?
L'uomo arrossì e si irrigidì. Tu notando ciò cercasti di convincerlo:
Tu: Dai, non dobbiamo fare niente di che, solo dormire!
Appena udì quelle parole Steve quasi saltò in aria.
Steve: T/N! Ci mancherebbe altro! Sei ancora troppo piccola - disse riferendosi a ciò che avevi appena detto con aria scandalizzata -! "Non dobbiamo fare niente..."- ripeté facendoti il verso e scuotendo il capo in segno di disapprovazione-. Come devo fare con te, eh?
Disse in fine con aria giocosa.
Tu: Lo so che mi ami in realtà!
Dicesti ironica, ma vedesti il Cap diventare rosso dall'imbarazzo ancora una volta. Capendo la situazione tentasti di rimediare:
Tu: Okkkay...facciamo che sto zitta finché non avrò la pizza in bocca, va.
Steve rise andando su e giù con una mano sulla tua schiena. Poi ti rispose:
Steve: Sì, mi sa che è meglio.
Rideste sonoramente entrambi.
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