Sono al Verdant, seduta al bancone con un drink che non sto nemmeno sorseggiando.

La musica è alta, le luci pulsano, ma io sono immersa in una bolla di irritazione.

Tommy è dall’altra parte della sala, circondato da persone che pendono dalle sue labbra.

Ride, scherza, quel sorriso sfrontato che mi ha sempre affascinata e fatto infuriare allo stesso tempo.

Non so perché ho accettato di vederlo stasera.

Forse una parte di me sperava che fosse diverso.

Che il ragazzo che conoscevo, quello che era sempre lì per me e non solo per se stesso, fosse ancora nascosto sotto quella maschera di arrogante noncuranza.

Ma più lo guardo, più mi convinco che non è più lo stesso.

Si accorge che lo sto fissando.

Mi lancia uno di quei sorrisi che fanno perdere la testa a chiunque… e si dirige verso di me.

Perfetto.

Proprio quello di cui avevo bisogno.

-T/n,- dice con quel tono pieno di sicurezza, sedendosi accanto a me -Non ti diverti?-

Lo guardo con un’espressione che spero trasmetta tutta la mia frustrazione -Non mi sembrava una serata da "divertiamoci". Sai, considerando che non mi hai nemmeno salutata quando sono arrivata.-

Alza le mani in segno di resa, ma il sorriso non si smorza -Mi spiace, sono stato un po’... occupato.-

-Occupato? Certo, fare il re della festa è un lavoro impegnativo- rispondo, il sarcasmo che gocciola dalle mie parole.

-T/n, non fare così.- Si avvicina, e il suo tono diventa più basso, più intimo -Sai che non è come sembra.-

-Come sembra?- scatto, girandomi verso di lui -Tommy, tutto in te grida che non ti importa di niente e nessuno. E io… io non voglio essere solo un’altra persona a cui non importa.-

Per un attimo, vedo qualcosa cambiare nei suoi occhi.

Qualcosa di più profondo, quasi doloroso.

Ma dura un secondo, prima che il solito Tommy torni alla ribalta -Non è vero. Mi importa di te.-

Scuoto la testa, frustrata -Non puoi continuare a fare il bello e dannato e poi venire da me a dirmi che ti importa. Non funziona così.-

Mi alzo, pronta a andarmene, ma lui mi afferra delicatamente il polso -Aspetta.-

Il suo tocco è caldo, e c’è qualcosa nella sua voce che mi blocca.

Lo guardo, e prima che possa dire qualcosa, si china su di me e mi bacia.

Il mondo si ferma.

Le sue labbra sono morbide, e per un momento mi lascio andare.

È un bacio pieno di emozioni contrastanti: frustrazione, desiderio, qualcosa che potrebbe essere persino rimpianto.

Ma poi mi rendo conto di quello che sta succedendo e mi stacco, il cuore che batte all’impazzata.

-No,- sussurro, la voce spezzata -Non puoi fare così, Tommy. Non puoi semplicemente… baciarmi e aspettarti che tutto vada bene.-

Lui mi guarda, e per la prima volta sembra veramente vulnerabile -T/n, io…-

-Lo so che hai i tuoi problemi- lo interrompo, scuotendo la testa -Ma io non posso essere la tua ancora se tu non vuoi essere salvato.-

Mi stacco del tutto, prendendo un respiro profondo -Ho bisogno di una pausa, Tommy. Non posso continuare così.-

Lui non dice niente.

Rimane lì, a guardarmi mentre mi allontano.

Anche se ogni fibra del mio corpo vorrebbe girarsi e tornare da lui.