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Stu Macher ‼️ [Scream]

Immagina per Gr37a_18
Spero ti piaccia 💚

Sono sul divano di Stu Macher, il che, già di per sé, dovrebbe essere un cattivo segno.

Voglio dire, siamo a casa sua, senza testimoni, e il ragazzo ha il sorriso di chi non sa esattamente cosa siano i limiti personali.

È una cosa che mi dovrebbe spaventare, ma, stranamente, è proprio ciò che mi affascina.

Stiamo guardando un film.

Beh, io sto guardando un film.

Stu, invece, sembra più interessato a contorcersi in pose improbabili per afferrare le patatine sul tavolino, cosa che sta facendo da un’ora buona.

Ha addosso una felpa grigia un po' troppo grande e i soliti jeans scoloriti che sembrano aver visto la guerra, eppure c’è qualcosa di ipnotico in lui.

Forse è quel sorriso storto, il modo in cui ride anche quando non c’è nulla di divertente, o il fatto che, nonostante la sua aura da casinista, è incredibilmente bello.

-Questo film è una schifezza-

La sua voce mi distrae, e gli lancio uno sguardo di traverso -L’hai scelto tu-

Si stringe nelle spalle, sfoggiando un’espressione da innocente che non gli appartiene affatto -Sì, ma pensavo ci sarebbero stati più morti. Lo sai, sangue, urla, viscere… Il classico-

Ovviamente -Stu, è una commedia romantica-

Lui ride, quella risata un po’ troppo forte, un po’ troppo teatrale, che dovrebbe darmi sui nervi ma che, invece, mi fa sorridere.

Non mi dà mai retta, non sul serio, ma c’è qualcosa in lui che mi spinge a restare.

E, oggi, forse più che mai, mi accorgo che lo voglio.

Non in modo romantico, però.

Niente di zuccheroso o sdolcinato.

Io voglio Stu Macher sotto di me, per terra, sul divano, dove capita.

E, per la prima volta, decido che non starò a pensarci due volte.

Mi sporgo verso di lui.

All’inizio non sembra nemmeno accorgersene, troppo preso a masticare rumorosamente.

Tipico -Stu-

-Hmm?- Non si gira nemmeno, gli occhi fissi sullo schermo.

Alzo un sopracciglio.

Davvero? -Stu-

Finalmente si volta verso di me, e per un momento vedo un lampo di curiosità nei suoi occhi scuri -Che c’è?-

Non rispondo.

Non a parole, almeno.

Mi avvicino ancora di più, fino a sentire il calore del suo corpo contro il mio, e prima che possa aprire bocca per fare una delle sue solite battute, lo bacio.

La sua reazione è un misto tra sorpresa e soddisfazione, il che non mi sorprende.

Stu è uno di quelli che amano essere sorpresi, ma ancora di più amano vincere.

E, a quanto pare, io sono il premio di questa sera.

Si lascia andare subito, come se fosse nato per questo.

Una mano si infila nei miei capelli, l’altra mi afferra per la vita, e il bacio si fa più profondo, più intenso.

Stu non è delicato, ma non mi aspettavo nulla di diverso.

È selvaggio, imprevedibile, un po’ troppo impaziente.

Ma c’è qualcosa di incredibilmente eccitante nel modo in cui si abbandona completamente a quello che sta succedendo.

Mi ritrovo seduta a cavalcioni su di lui, e per un momento penso che potrebbe fare una battuta stupida.

Ma non lo fa.

Invece, i suoi occhi sono fissi nei miei, e per la prima volta vedo un lato di Stu che non avevo mai visto prima.

Non il clown della classe, non il casinista che ama provocare tutti.

Solo lui.

-Tu sei un bel problema, lo sai?- mormora, con quel sorriso storto che mi fa venir voglia di baciarlo di nuovo.

-E tu parli troppo-

Lo zittisco con un altro bacio, e questa volta è lui a prendere il controllo.

Le sue mani sono ovunque, e ogni tocco sembra bruciare sulla pelle.

Il divano scricchiola sotto di noi, ma non me ne importa nulla.

Non mi importa di niente, in realtà, tranne che di Stu e del modo in cui riesce a farmi perdere la testa con così tanta facilità.

Le sue mani si muovono con una sicurezza che, per un attimo, mi fa pensare che forse lo abbia già fatto altre mille volte.

Non mi sorprenderebbe.

Mi bacia con una fame che non mi aspettavo, mordicchiando il mio labbro inferiore e strappandomi un gemito che non riesco a trattenere.

Lo sento sorridere contro le mie labbra, soddisfatto come sempre.

Le sue mani scendono lungo i miei fianchi, forti e sicure, e afferrano l’orlo della mia maglietta.

-Posso?- mormora, anche se le sue dita si muovono già per sollevarla.

-Sei incredibilmente arrogante, sai?- rispondo, ma mi sollevo quel tanto che basta per aiutarlo a togliermela.

La sua risata è bassa, roca, e mi scivola lungo la schiena come un brivido -Mi piace pensare di essere sicuro di me-

Mi scompiglia i capelli con una mano prima di lasciare che i suoi occhi si posino su di me, come se stesse ammirando un’opera d’arte -Wow. Sei proprio— -

-Se dici una stupidaggine, giuro che me ne vado-

Non lo faccio, ovviamente.

Non ne ho nessuna intenzione.

Lui scuote la testa, il sorriso che si allarga ancora di più -Oh no, non dirò niente. Non vorrei mai rovinare il momento-

Le sue mani tornano a muoversi, questa volta più lente, quasi esplorative.

Si fermano appena sotto il bordo del mio reggiseno, e la sua espressione cambia leggermente.

Più seria.

Più affamata.

-Posso andare avanti?- chiede, la sua voce più bassa, quasi un sussurro.

Annuisco.

È strano, ma quel suo improvviso bisogno di chiedere il mio permesso mi fa sentire ancora più elettrizzata.

Come se, nonostante tutto il suo essere casinista e arrogante, avesse ancora bisogno di una mia conferma.

Le sue dita si infilano sotto le spalline del reggiseno, abbassandole lentamente, mentre la sua bocca si muove lungo il mio collo, lasciando una scia di calore e brividi.

La sua lingua si muove contro la mia pelle, seguita dai suoi denti, e quando mi mordicchia delicatamente l’incavo della spalla, mi sento perdere la testa.

-Stu…-

La sua risata è di nuovo lì, bassa e soddisfatta, ma non mi lascia nemmeno il tempo di lamentarmi.

Le sue mani si muovono ancora più in basso, scivolando lungo la mia schiena per sganciare il reggiseno con una facilità che mi fa alzare un sopracciglio.

Mi lascia andare abbastanza a lungo da liberarmi del reggiseno, poi le sue mani sono di nuovo su di me, questa volta più sicure, più possessive.

Le sue dita sfiorano la mia pelle, tracciando linee invisibili che mi fanno rabbrividire, mentre la sua bocca si sposta dal mio collo al mio petto, lenta e deliberata.

Mi lascio cadere indietro sul divano, le mani che trovano la strada nei suoi capelli disordinati, e lo tiro, incapace di resistere al bisogno di sentirlo ancora più vicino.

Stu non si fa pregare.

Anzi, sembra più che felice di assecondarmi.

La sua bocca si chiude attorno a un punto sensibile, e quando succhia leggermente, non riesco a trattenere un gemito che riempie l’intera stanza.

Lui lo sente, ovviamente, e lo prende come un invito a continuare.

-Mi piace sentirti così- mormora contro la mia pelle, la sua voce così bassa e roca che quasi non sembra la sua -Fallo di nuovo-

E io lo faccio, perché come potrei non farlo?

Le sue mani si muovono ancora, sfiorando la mia pelle come se fosse fatta di seta, e quando una scivola lungo la mia schiena per fermarsi sulla mia coscia, sento il cuore battere più veloce.

Ma non mi lascio intimorire.

Se c’è una cosa che so di Stu, è che ama una buona sfida.

E io non ho intenzione di lasciargli il controllo così facilmente.

Mi raddrizzo, i capelli disordinati che mi ricadono sul viso, e lo fisso negli occhi con un sorriso.

Stu alza un sopracciglio, sorpreso e, per una volta, persino un po’ disarmato.

Forse pensava di avere la situazione in pugno, ma sono io che decido le regole, ed è ora che lo capisca.

Prima che possa dire qualcosa, le mie mani afferrano il bordo della sua felpa, tirandola verso l’alto -Toglila- ordino, la voce ferma, ma non troppo seria.

Mi piace giocare con lui.

Stu ride, quella risata roca che mi manda un brivido lungo la schiena, ma non si fa pregare.

Si sfila la felpa con un movimento fluido, lasciando il torso scoperto.

La sua pelle è calda, con qualche cicatrice qua e là che racconta storie di notti troppo selvagge.

-Sei soddisfatta?- chiede, inclinando la testa mentre il suo sorriso storto torna a farsi largo sul viso.

-Vedremo- rispondo, lasciando che le mie dita traccino lentamente la linea del suo petto, scendendo verso i suoi addominali.

È incredibilmente definito, ma non in modo artificiale.

Sembra tutto parte del suo essere naturale, disordinato, perfetto.

Le sue mani tornano a posarsi sui miei fianchi, ma questa volta sono io a fermarlo -No, adesso tocca a me-

-Oh?- Gli piace l’idea, lo vedo dal modo in cui si appoggia al divano, lasciando che io prenda il comando -Sono tutto tuo-

Scendo con le mani lungo il suo petto, esplorandolo con lentezza.

Mi piace vedere come reagisce ai miei tocchi, come il suo respiro si fa più irregolare e come i suoi occhi si socchiudono leggermente.

Voglio sentirlo perdere il controllo, come ha fatto con me.

Mi inclino in avanti e lascio che le mie labbra seguano la stessa traiettoria delle mie mani, baciando e mordicchiando ogni centimetro di pelle che riesco a raggiungere.

Quando arrivo alla linea dei suoi jeans, sento il suo corpo tendersi leggermente sotto di me, ma non è impaziente.

Si sta godendo ogni secondo, e anche io.

-Dio, T/n- mormora, la voce appena un soffio.

Alzo lo sguardo per incontrare il suo, e mi piace vedere quanto sia perso in quel momento.

Ma non gli do tregua.

Mi sposto di nuovo verso l’alto, lasciando che i miei fianchi si premano contro i suoi, i miei movimenti deliberatamente lenti, provocatori.

Sussurra, le sue mani che si posano di nuovo sui miei fianchi, questa volta senza fermarsi.

Per un attimo sembra che stia lottando con sé stesso, cercando di decidere se lasciarmi il controllo o riprenderlo.

Ma c'è qualcosa di diverso, quasi vulnerabile, nel modo in cui mi guarda.

È raro vederlo così, e ne approfitto.

Le sue mani si muovono lungo i miei fianchi, tracciando linee calde sulla mia pelle, ma io gliele fermo di nuovo -Aspetta- sussurro, la mia voce ferma ma dolce, e lui inclina leggermente la testa, incuriosito.

Stu non è abituato a dover aspettare, ma stavolta lo fa, e il fatto che rispetti i miei tempi mi fa venire voglia di lasciarmi andare ancora di più.

Mi abbasso per baciarlo di nuovo, ma non con la stessa urgenza di prima.

Questa volta voglio assaporare ogni momento.

Le mie labbra si muovono sulle sue con lentezza, mordicchiando leggermente il suo labbro inferiore, e lui risponde con un sospiro profondo, le sue mani che si stringono appena sui miei fianchi, come se stesse cercando di trattenersi.

Sento il suo respiro diventare più irregolare, e mi fermo per osservare la sua espressione.

Gli occhi sono socchiusi, e il suo solito sorriso da spaccone è sparito, sostituito da qualcosa di più sincero.

Mi piace vederlo così, perso nel momento, senza maschere né battute.

-Stu…- Il suo nome mi sfugge dalle labbra, e lui solleva una mano per spostarmi una ciocca di capelli dal viso.

È un gesto semplice, quasi dolce, ma che racchiude tutta l’intensità del momento.

-Dimmi- mormora, la sua voce più bassa e roca del solito.

-Voglio…- Mi interrompo, cercando di mettere ordine nei miei pensieri.

Non so nemmeno io cosa voglio davvero dire.

O forse sì, ma non ho bisogno di dirlo.

Lui sembra capirlo comunque.

Le sue mani tornano a muoversi, stavolta più lente, e i suoi occhi non lasciano i miei nemmeno per un secondo.

È strano pensare a quanto sia solito scherzare su tutto e quanto, invece, ora sia serio.

C'è una tensione quasi elettrica tra di noi, un'intensità che cresce a ogni tocco, a ogni respiro.

Ci spogliamo con una lentezza che sembra deliberata, come se volessimo prolungare il momento il più possibile.

Ogni pezzo di tessuto che scivola via è come un peso che si solleva, lasciando solo noi due, senza filtri.

Stu mi osserva con una calma che non gli avevo mai visto prima, le sue mani che seguono ogni curva del mio corpo con una delicatezza che non mi aspettavo.

Mi fa sentire desiderata, come se, per una volta, non fosse solo un gioco per lui.

Quando finalmente mi abbasso su di lui, è come se tutto il resto scomparisse.

Non c’è più il divano, la stanza, il film dimenticato sullo schermo.

Ci siamo solo noi due, i nostri respiri che si intrecciano, i movimenti che si sincronizzano, la sensazione di essere totalmente presenti l’uno per l’altra.

Le sue mani si stringono sui miei fianchi mentre mi sistemo sopra di lui, lentamente, lasciando che ogni movimento sia un invito reciproco.

Stu si morde il labbro, i suoi occhi fissi nei miei, e per la prima volta lo vedo senza maschere, senza il solito sarcasmo a filtrare le sue emozioni.

Mi muovo lentamente, lasciando che la connessione tra noi si costruisca passo dopo passo.

Quando finalmente lo sento dentro di me, il suo respiro si spezza in un sussurro appena percettibile -Dio, T/n...- mormora, la sua voce così bassa che sembra quasi tremare.

Chiudo gli occhi per un istante, lasciandomi travolgere dalla sensazione.

È intenso, travolgente, quasi troppo.

Ma è anche perfetto.

Stu mi tiene salda, le sue mani guidano i miei movimenti con una delicatezza che non mi aspettavo da lui.

È diverso da tutto quello che pensavo di sapere su di lui, e questa scoperta mi manda un brivido lungo la schiena.

I nostri corpi si muovono insieme, trovando un ritmo che è solo nostro.

Ogni movimento è un invito a lasciarci andare, a essere completamente presenti l’uno per l’altra.

Stu non distoglie mai lo sguardo dal mio, e ogni tanto il suo sorriso storto riappare, come se non potesse fare a meno di mostrarmi quanto gli piaccia vedermi così, persa in lui.

Quando finalmente raggiungiamo il culmine, è come se tutto il mondo si fermasse.

C'è solo il suono dei nostri respiri che si mescolano, il battito dei nostri cuori che si sincronizza.

Mi lascio cadere su di lui, esausta, e per un attimo restiamo lì, avvolti l’uno nell’altro, senza bisogno di dire nulla.

Dopo qualche istante, però, la sua risata rompe il silenzio.

È bassa e roca, come sempre, e la sento vibrare contro il mio corpo -Sai, non pensavo di sopravvivere alla serata, ma devo dire che questo è un bel modo di rischiare la vita-

Alzo la testa per guardarlo, fingendo di essere offesa -Davvero? È questa la prima cosa che dici?-

Lui mi sorride, quel sorriso malizioso che conosco fin troppo bene -Oh, vuoi che dica altro? Ok. Sei incredibile. Davvero. Dovremmo farlo più spesso- Mi stringe un po’ più forte, come se temesse che potessi scappare.

Non posso fare a meno di ridere, scuotendo la testa.

-Ammettilo-

Sbuffo, ma non posso negarlo.

C’è qualcosa in Stu che, nonostante tutto, mi tiene legata a lui.

Qualcosa di più profondo di quanto vorrei ammettere.

Dopo un po’, ci sistemiamo sul divano.

Lui mi tira verso di sé, avvolgendomi con una coperta che sembra presa da qualche vecchio film horror, e inizia a giocare con i miei capelli -Dovresti restare a dormire qui- dice con un tono che è a metà tra un ordine e una preghiera -Il divano è comodo, e io sono una compagnia fantastica-

Lo fisso per un momento, cercando di capire se sta scherzando.

Ma poi vedo il modo in cui mi guarda, e capisco che, per una volta, è serio -Va bene- rispondo, appoggiando la testa contro il suo petto -Ma solo se prometti di non russare-

-Io? Russare? Mai successo- La sua risata riempie la stanza, e mi ritrovo a sorridere di nuovo, rilassata come non mi sentivo da tempo.

Stu non smette mai di guardarmi, i suoi occhi fissi nei miei, e per un attimo penso che potrei perdermi completamente in lui.

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