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Spencer Reid [Cm]

Sono seduta alla mia scrivania, l’ennesima giornata di lavoro alla BAU che sembra non finire mai.

Sono stanca, ma il chiacchiericcio di Derek, appoggiato con nonchalance alla mia scrivania, mi strappa un sorriso.

Sta raccontando qualcosa su una delle sue imprese sportive e, come al solito, il suo tono di voce è una miscela perfetta di entusiasmo e autocelebrazione.

Non posso fare a meno di ascoltarlo mentre tamburello con la penna sul bordo della tastiera.

Spencer è seduto davanti alla sua scrivania, giusto accanto alla mia, completamente immerso in un libro dalla copertina consunta.

Lo sguardo è concentrato, le sopracciglia leggermente aggrottate come se stesse leggendo qualcosa di fondamentale per la salvezza dell’umanità.

Ogni tanto si passa una mano tra i capelli, arruffandoli ancora di più.

È buffo, e io cerco di non guardarlo troppo spesso per non tradire l’evidente interesse che provo nei suoi confronti.

Non che lui se ne accorgerebbe: probabilmente lo scambierebbe per una curiosità scientifica.

Derek dice qualcosa e, senza smettere di leggere, Spencer risponde al volo con un commento preciso e, ovviamente, illuminante.

Io cerco di nascondere un sorrisetto: come fa a tenere testa a Morgan mentre legge un libro? È quasi sovrumano.

-Reid, sai che non è normale leggere mentre parli con noi mortali, vero?- borbotta Derek ridendo.

Garcia appare dal nulla, trascinandosi dietro una scia di profumo dolce e una cascata di colori improbabili -Morgan, vieni, c’è un’emergenza. Non posso fare i biscotti senza di te!-

Derek sbuffa ma la segue, lasciandomi sola con Reid.

Ottimo. Proprio quello che speravo e temuto allo stesso tempo.

Lo osservo per un attimo, cercando di trovare il coraggio di aprire bocca.

Lui sembra completamente ignaro della mia presenza, o almeno così pare. Con Spencer è difficile dirlo.

-Spencer- dico, la voce più calma di quanto mi aspettassi.

Lui alza gli occhi dal libro, sorpreso -Sì?-

-Pensi di aver voglia di vanire a mangiare una pizza con me?- Non so dove trovo il coraggio per dirlo così, senza preamboli, ma ormai è fatta.

Mi guarda per un istante, il suo cervello probabilmente processa l’invito come un algoritmo complesso.

Poi annuisce, un sorriso incerto che si fa strada sulle sue labbra -Sì, mi piacerebbe-

Il sollievo mi investe come un’onda calda -Bene. Allora usciamo insieme dopo il lavoro?-

-Sì, va bene-

---

La sera arriva più in fretta di quanto mi aspettassi, e Spencer e io usciamo dalla BAU insieme, camminando fianco a fianco.

Troviamo una pizzeria tranquilla e ci sediamo in un angolo appartato.

Lui sfoglia il menu con la stessa attenzione con cui leggerebbe un trattato di astrofisica, e io cerco di non ridere.

Quando finalmente ordina una margherita semplice, mi chiedo come possa essere così... Spencer.

Parliamo di tutto e di niente mentre aspettiamo le pizze.

Lui si illumina mentre mi spiega la storia delle origini della pizza napoletana, ed è affascinante, anche se probabilmente non ricorderò metà delle informazioni che mi sta dando.

Io faccio qualche battuta, e lui ride, una risata leggera che mi fa venire voglia di sentirla di nuovo.

Dopo cena, usciamo dalla pizzeria e passeggiamo senza una meta precisa.

È una serata fresca, ma non fredda, e la città ha quell’atmosfera rilassata del tardo dopocena.

Passiamo davanti a un cinema, e vedo la locandina di un film che amo: "Blade Runner."

Stanno facendo una proiezione speciale.

Mi fermo e guardo la locandina, poi mi volto verso Spencer.

-Ti andrebbe di vedere un film?- chiedo, cercando di non sembrare troppo nervosa.

Lui segue il mio sguardo verso la locandina, e i suoi occhi si illuminano -Blade Runner? Certo, è uno dei miei film preferiti-

Entriamo e ci sediamo in sala, quasi vuota.

L’atmosfera è perfetta: il suono leggermente ovattato, il buio confortante.

Spencer sembra a suo agio, e io mi rilasso un po’.

Quando arriva la scena finale, quella con il monologo di Roy Batty, non posso resistere - Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi- comincio a sussurrare -navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,
come lacrime nella pioggia-

Con la coda dell’occhio vedo Spencer che mi guarda, sorpreso -È tempo di morire- conclude.

Mi fa sentire incredibilmente felice.

In un impulso di coraggio, allungo la mano e prendo la sua.

La sua pelle è calda, e lui non si ritrae.

Anzi, intreccia le dita alle mie.

Appoggio la testa sulla sua spalla, e rimaniamo così, immobili, mentre i titoli di coda scorrono sullo schermo.

Quando le luci si accendono, non facciamo cenno di alzarci.

È come se fossimo sospesi in una bolla di tranquillità.

-Mi piaci- dico, rompendo il silenzio.

Lui si volta verso di me, gli occhi spalancati -Il film?- chiede, confuso.

Scuoto la testa e sorrido -No, Spencer. Tu-

Per un istante mi guarda come se cercasse di decifrare un codice segreto.

Poi, piano, il suo sorriso si allarga -Anche tu mi piaci- mormora, quasi sottovoce, come se fosse un segreto da custodire.

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