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Rafe Cameron [Outerbanks]

Immagina per -MaybeMe
Spero ti piaccia 💚

La prima cosa che vedo quando apro la porta è il livido sullo zigomo di Rafe.

È un viola acceso, come se qualcuno avesse deciso di fare pratica di pittura sul suo viso con il colore sbagliato.

-Cos’hai combinato stavolta, Cameron?- chiedo, appoggiandomi allo stipite della porta, le braccia incrociate.

Rafe alza una mano e si tocca il viso con aria noncurante -Niente. Un malinteso-

-Un malinteso?- alzo un sopracciglio -Sembra che qualcuno ti abbia dato un pugno per chiarire il malinteso-

Sorride.

Quel sorriso storto, il tipico sorriso di chi sa di essere un disastro ambulante e ne va pure fiero -Forse se lo meritava-

Scuoto la testa e gli faccio cenno di entrare -Avanti, raccontami di questa tua ennesima avventura da film di serie B mentre ti metto del ghiaccio-

Rafe entra, muovendosi con quella sua strana combinazione di arroganza e noncuranza.

Si lascia cadere sul mio divano come se fosse casa sua, le gambe aperte, il braccio disteso lungo lo schienale.

Quando torno con un sacchetto di spinaci surgelati, lo vedo che sta sfogliando il mio libro lasciato sul tavolino.

-Lo sai che è maleducato toccare le cose degli altri senza permesso, vero?- dico, lanciandogli il sacchetto.

Lo afferra al volo con una prontezza sorprendente, se lo preme sul viso e mi lancia uno sguardo divertito -E tu lo sai che è maleducazione lasciare libri così noiosi in giro, vero?-

-È un classico- ribatto, sedendomi accanto a lui, ma a distanza di sicurezza.

Con Rafe, è sempre meglio mantenere un po' di spazio.

È un campo minato con le gambe.

Lui si sistema meglio sul divano, mi guarda per un attimo e poi sorride di nuovo -Ti preoccupi sempre così tanto per me?-

-Solo quando sembri sul punto di autodistruggerti, quindi sì, sempre-

Ci guardiamo per un momento, e c’è qualcosa di diverso nei suoi occhi.

È uno sguardo che non so decifrare, un misto di sfida e dolcezza, e mi fa sentire un po’ troppo consapevole del fatto che siamo soli.

-Sei così seria, a volte- dice, abbassando il sacchetto di spinaci e inclinandosi leggermente verso di me -È come se avessi paura di lasciarti andare-

Sbuffo -Non tutti possiamo essere un Cameron, Rafe. Qualcuno di noi deve mantenere un minimo di controllo-

Sorride ancora, ma stavolta è diverso.

Più lento.

Più... intenzionale.

-Sai che potresti lasciarti andare con me, vero?-

Mi irrigidisco leggermente.

La stanza sembra improvvisamente troppo piccola, l’aria troppo calda -E perché mai dovrei?-

Lui si avvicina un po’ di più, e il suo sguardo si ferma sulle mie labbra per un attimo prima di risalire ai miei occhi -Perché sai che lo vuoi-

Mi viene da ridere.

È nervoso, un suono che cerco di soffocare.

-Funziona?- chiede, e quel sorriso malizioso è così disarmante che mi ritrovo a chiedermi come sia possibile che un idiota del genere mi faccia sentire così viva.

Invece di rispondere, scuoto la testa e cerco di alzarmi, ma lui mi afferra delicatamente per il polso -Aspetta-

La sua voce è bassa, quasi un sussurro, e c’è qualcosa in quel tono che mi fa fermare.

-Cosa vuoi, Rafe?- chiedo, cercando di mantenere un minimo di controllo sulla situazione.

Lui si avvicina ancora, il suo viso a pochi centimetri dal mio, il livido che sembra meno importante ora -Forse voglio vedere se hai ragione. Se riesci davvero a mantenere il controllo-

Prima che possa rispondere, le sue labbra sono sulle mie.

È un bacio che non ha niente di timido o esitante.

È sicuro, audace, e mi toglie letteralmente il respiro.

Per un attimo, il mondo smette di esistere.

Non ci sono più i problemi, il caos, le battute taglienti.

Ci siamo solo io e lui, e il modo in cui le sue mani salgono a sfiorarmi il viso, come se fossi qualcosa di prezioso.

Quando ci stacchiamo, lui mi guarda con quegli occhi che sembrano sempre sapere qualcosa che io non so -Allora? Com’è andata con il controllo?-

Arrossisco, cosa che detesto fare, e scuoto la testa.

-Adorabile- ribatte, appoggiandosi al divano con un’aria soddisfatta.

Il mio cuore martella nel petto, e la mia mente si divide tra il desiderio di prenderlo a schiaffi per la sua arroganza e quello di... beh, fare qualcosa di molto meno casto.

-Adorabile, eh?- sibilo, fingendo un'aria di sfida mentre mi avvicino a lui.

Rafe si limita a sorridere, quel sorriso storto che sa di guai e che mi manda in tilt ogni volta -Adorabile. E terribilmente sexy quando fai quella faccia arrabbiata-

Lo guardo per un istante, i suoi occhi che sembrano quasi sfidarmi a fare qualcosa di avventato.

E per una volta, decido di non combattere l’istinto.

Mi alzo in piedi, lo vedo seguirne i movimenti con uno sguardo confuso, e poi mi siedo a cavalcioni su di lui.

-Ok- mormoro, mentre le mie mani scivolano sui suoi fianchi e si ancorano lì -Vediamo chi ha il controllo adesso-

Lo vedo deglutire, la sua sicurezza un po’ incrinata, ma solo per un secondo.

Poi le sue mani trovano la mia vita, si stringono lì con una forza che è tutto tranne che timida.

-Non pensavo che avessi il coraggio- dice piano, la sua voce più bassa del solito, leggermente roca.

-Non pensavi che avessi il coraggio di cosa? Mostrarti chi comanda?- ribatto, inclinandomi verso di lui.

Le sue mani si muovono lentamente lungo la mia schiena, sfiorando la stoffa della mia maglietta e mandandomi una scossa lungo la spina dorsale -Forse. O forse pensavo che avessi paura di volere qualcosa che non puoi controllare-

-E chi dice che non posso controllarti?-

Non gli lascio il tempo di rispondere.

Mi abbasso verso di lui e lo bacio, e stavolta sono io a prendere l’iniziativa.

Le sue labbra sono calde e morbide, e il suo respiro si mescola al mio mentre approfondisco il bacio.

Le sue mani si stringono sui miei fianchi, tirandomi un po’ più vicina a lui, e sento un leggero gemito che si perde tra di noi.

Il bacio si fa più intenso, le sue mani si spostano dai miei fianchi alle mie cosce, tracciando cerchi lenti e ipnotici sulla mia pelle.

Mi sento come se stessi per perdere completamente il controllo, ma per qualche motivo, con lui, non sembra così spaventoso.

Quando finalmente mi stacco, entrambi siamo senza fiato.

I suoi occhi sono scuri, pieni di qualcosa che non riesco a definire del tutto, ma che mi fa sentire come se fossi l’unica persona al mondo.

-Chi comanda adesso?- sussurro, le mani ancora intrecciate nei suoi capelli.

Rafe sorride, quel sorriso sfrontato e irresistibile, e si avvicina di nuovo -Direi che è una lotta serrata-

-Vedremo- ribatto, mentre le sue mani tornano a scivolare lungo la mia schiena e il mondo intorno a noi svanisce ancora una volta.

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