Rafe Cameron [Outerbanks]
Immagina per PotatoStation
Spero ti piaccia 💚
Rafe Cameron è un disastro ambulante, e io sono abbastanza intelligente da saperlo.
Ma c'è qualcosa di affascinante in un disastro, no?
Un po' come guardare una tempesta in arrivo: sai che dovresti correre, ma rimani lì, incantata.
Oggi lo trovo sulla veranda, seduto su una sedia a dondolo che cigola sotto il suo peso, il sole gli colpisce i capelli biondo scuro, facendoli brillare come se fossero fili d'oro.
Indossa una maglietta bianca che gli sta troppo bene, e quei soliti jeans strappati che sembrano una dichiarazione di guerra al buon senso.
Mi appoggio alla porta, braccia incrociate, fingendo disinteresse.
Lui alza lo sguardo e sorride in quel modo che mi fa sempre venire voglia di lanciare qualcosa nella sua direzione.
È un sorriso pigro, tutto denti perfetti e arroganza.
-T/n- dice, con la voce un po' troppo bassa, come se il mio nome fosse un segreto da custodire -Stavi spiando?-
-Sei tu che sei difficile da ignorare- rispondo, alzando un sopracciglio -Come un temporale. O un incidente stradale-
Lui ride, e il suono è più morbido di quanto mi aspettassi -Sai che ti piace- ribatte, sporgendosi all’indietro, mani dietro la testa, come se fosse padrone del mondo.
O almeno del mio.
-Oh sì, mi piace proprio guardarti mentre rovini la tua stessa vita- ribatto, avvicinandomi con passo lento, perché so che lo fa impazzire.
-Almeno qualcuno si diverte- I suoi occhi azzurri sono intensi, quasi ipnotici, e per un secondo dimentico come si respira.
Mi fermo a pochi passi da lui -Sai qual è il tuo problema, Rafe?- chiedo, inclinando leggermente la testa.
-Dimmelo tu- risponde, con quel tono strafottente che mi fa venir voglia di schiaffeggiarlo o baciarlo.
Ancora non ho deciso.
-Ti piace fingere di non aver bisogno di nessuno. Ma in realtà…- Mi piego verso di lui, abbastanza vicino da sentire il suo respiro, e sorrido -Hai bisogno di più di quanto vuoi ammettere-
Per un momento, il mondo si ferma.
La sua facciata sicura vacilla, e vedo un lampo di qualcosa nei suoi occhi.
Vulnerabilità, forse?
O è solo l’ombra del tramonto che si riflette nelle sue iridi?
Non lo so, ma non importa, perché in quell'istante lui si alza.
Non me lo aspettavo.
È rapido, deciso, e all'improvviso è davanti a me.
Alto, imponente, il suo sguardo è una sfida -E di cosa avrei bisogno, esattamente?- domanda, la voce roca, quasi un sussurro.
-Di qualcuno che ti faccia stare zitto- rispondo, e prima che possa pentirmene, lo bacio.
Le sue labbra sono morbide, calde, e il primo tocco è una scintilla che accende tutto.
È come cadere e volare allo stesso tempo.
Mi stringe con forza, una mano che si perde nei miei capelli, l’altra che scivola sulla mia schiena, e sento il battito del suo cuore sotto le mie dita.
È rapido, selvaggio, proprio come lui.
Il bacio diventa più profondo, urgente, come se cercassimo entrambi qualcosa che non sappiamo nemmeno definire.
Il mondo intorno a noi si dissolve, lasciando solo il suono dei nostri respiri e il calore dei nostri corpi.
Quando finalmente ci separiamo, siamo entrambi senza fiato.
I suoi occhi sono più scuri, e per la prima volta, sembra davvero vulnerabile -Sei un problema- mormora, con un sorriso storto.
-E tu sei un disastro- rispondo, sorridendo -Ma forse possiamo esserlo insieme-
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