Peter Parker [Marvel]
L’orologio sulla parete segna le 23:47.
Il libro che stavo leggendo è chiuso sulla mia pancia da almeno mezz’ora, il che significa che il mio piano di tenermi occupata mentre aspettavo Peter è miseramente fallito.
Non che sia una novità.
Ormai dovrei esserci abituata.
Il mio ragazzo ha la pessima abitudine di lanciarsi dai palazzi nel cuore della notte, e io ho quella ancora peggiore di preoccuparmi per lui.
Sbuffo e mi sistemo meglio sul suo letto. Il materasso affonda leggermente sotto il mio peso, le coperte profumano di sapone e di Peter.
Il buio della stanza è rotto solo dalla luce fioca che filtra dalla strada, sufficiente a distinguere le sagome dei mobili.
Mi stringo nelle spalle e chiudo gli occhi per un secondo. Solo un secondo.
Poi, all’improvviso, sento un rumore.
Un 'tump' sordo, seguito da un fruscio di tessuto.
Apro gli occhi giusto in tempo per vedere una figura muoversi nella penombra. La finestra è aperta, e una sagoma familiare si sta sfilando qualcosa dalla testa.
Peter.
Rimango immobile, osservandolo in silenzio.
Si sta togliendo la tuta di Spider-Man con l’automatismo di chi l’ha fatto mille volte, il corpo ancora teso per l’adrenalina della notte.
I muscoli della schiena si flettono leggermente mentre si libera del tessuto aderente, lasciandolo scivolare a terra con un movimento rapido.
Ed è a questo punto che accende la luce.
Peter salta indietro di almeno un metro, gli occhi spalancati come se avesse appena visto un fantasma.
Io, invece, sono comodamente sdraiata sul suo letto, con il libro ancora poggiato sulla pancia e un sopracciglio alzato.
-Ehi-
Lui sbianca -T/n?! Ma che cav—Cosa ci fai qui?-
-Aspettavo te- Scrollo le spalle con aria innocente -Sorpresa?-
Peter porta una mano sul cuore, come se stesse cercando di non morire sul colpo.
-Sorpresa un corno! Stavo per avere un infarto- sbotta, il respiro ancora irregolare.
Poi realizza un dettaglio importante. Abbasso lo sguardo, e sì. Confermo. Peter Parker è attualmente davanti a me in tutta la sua gloria da supereroe… in mutande.
Ridacchio ancora mentre lui si affretta verso l’armadio, rovistando freneticamente tra le magliette.
I capelli scompigliati gli cadono sulla fronte mentre si muove, e i muscoli delle spalle si tendono quando finalmente tira fuori una maglia a caso, probabilmente la prima che gli capita tra le mani.
Se la infila con troppa foga e per poco non si strozza con il colletto.
Quando finalmente riesce a sistemarla addosso, si gira verso di me -Okay. Ora puoi smetterla di ridere-
-Ma io non sto ridendo-
-Ti vedo, T/n-
Faccio un respiro profondo e assumo l’aria più seria possibile.
-Peter- Allargo le braccia, facendo un piccolo cenno con le dita -Vieni qui-
Si passa una mano tra i capelli, mordendosi il labbro come se fosse combattuto.
Ma poi i suoi occhi incontrano i miei, e la tensione nel suo corpo si scioglie.
E alla fine, cede.
Con un sospiro sconfitto, si avvicina e si lascia cadere sul letto accanto a me, accucciandosi contro il mio petto.
-Sei un disastro- gli sussurro tra i capelli, circondandolo con le braccia, ha un taglio in fronte.
-Lo so- mormora contro il tessuto della mia maglietta.
Sorrido e gli sfioro i capelli con le dita.
È ancora umido di sudore e odora di notte e di vento. Il suo respiro si fa più regolare mentre si lascia andare al mio abbraccio, il viso nascosto nell’incavo del mio collo.
Rimaniamo così per un momento, in un silenzio confortevole.
Poi sento un leggero solletico sulla pelle.
Un bacio.
Piccolo, morbido, appena accennato.
Peter si muove appena, le labbra che sfiorano la mia clavicola, poi il collo.
-Ehi, Peter?- mormoro.
-Mmh?-
-Ti amo-
Un altro bacio, più vicino alla mascella. Poi uno sulla guancia, lieve come una piuma.
Mi stringe un po’ di più, le sue mani calde contro la mia schiena, e io chiudo gli occhi, godendomi la sensazione.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro