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Patrick Jane [The Mentalist]

Ambientato nella stagione 6 (contiene spoiler)

Le luci bianche dell'ufficio dell'FBI brillano impietose, accentuando la tensione che mi si stringe addosso come una morsa.

Patrick Jane è tornato.

Dopo due anni di silenzio assordante, eccolo qui, a sorridere con la solita faccia imperturbabile, come se nulla fosse cambiato.

Ma io sono cambiata.

E non riesco a fare finta di nulla.

Gli altri agenti ci osservano, percependo la mia rabbia che pulsa nell'aria.

Sta parlando con Cho come se non fosse successo nulla.

-Quindi è così?- gli dico, con il tono tagliente che non riesco a contenere -Te ne vai per due anni, senza una parola, e poi torni qui, come se nulla fosse?-

Jane, con il suo sorriso enigmatico, cerca di rispondere -T/n, io…-

-No!- lo interrompo, alzando la voce -Non osare fare quella tua solita scenetta, Patrick! Sai cosa? Non voglio nemmeno sentirlo. Sai cosa hai fatto? Mi hai lasciata qui, distrutta, mentre tu…- La voce mi si spezza, ma mi riprendo subito -Mentre tu scappavi dal tuo stesso dolore, dal tuo stesso passato.-

Silenzio.

Gli altri agenti mi guardano, imbarazzati.

Mi rendo conto di quanto sto esagerando e abbasso lo sguardo, il viso che brucia di vergogna.

-Mi dispiace,- dico, rivolta agli altri -Non dovevo. Scusatemi.-

Poi, senza guardare Jane, mi giro e mi dirigo verso il bagno.

Chiudo la porta e mi appoggio al lavandino, il respiro irregolare.

Non voglio piangere, ma le lacrime escono lo stesso, tradendomi.

Mi sforzo di ricompormi, asciugandomi il viso ma non riesco a smettere.

Le emozioni sono troppe, troppo intense.

La porta del bagno si apre lentamente.

Lisbon.

-T/n?- chiede, con la sua solita voce gentile ma ferma -Va tutto bene?-

Mi giro di scatto e cerco di darmi un contegno -Sì, tutto bene. Scusa per la scenata di prima. Non so cosa mi sia preso.-

Lei mi osserva, sapendo bene che sto mentendo.

Si avvicina con calma -Non devi scusarti. È normale essere arrabbiata. Hai tutte le ragioni del mondo.-

Le lancio un debole sorriso, ma non rispondo.

Lisbon sospira e appoggia una mano sulla mia spalla.

-Lui è fuori. Vuoi che gli dica di andarsene? O… posso farlo entrare?-

Mi lascio cadere sul bordo del lavandino, fissando un punto indefinito sul pavimento.

Dopo qualche secondo, annuisco.

Lisbon esce, e poco dopo la porta si riapre.

Non lo guardo subito, ma sento la sua presenza nella stanza.

Jane si avvicina piano, fermandosi a pochi passi da me.

-Credo che sia il caso di ricominciare da cap,- dice con quella voce che è sempre stata al tempo stesso rassicurante e irritante -Ciao, io sono Patrick Jane. Piacere di conoscerti.-

Lo guardo, incredula, ma il suo sorriso disarmante mi fa cedere un po’.

Non rispondo, mantenendo il mio silenzio ostinato.

Lui sospira, passandosi una mano tra i capelli biondi, visibilmente a disagio -Mi dispiace, T/n. Mi dispiace davvero tanto. So di aver sbagliato. So che ti ho fatto del male. E non posso fare altro che chiederti scusa, anche se so che non basta.-

Non dico niente, anche se il mio cuore batte all’impazzata.

Jane tira fuori una moneta dal taschino e la fa sparire con un gesto rapido, per poi farmela ritrovare nella mia mano.

È il suo solito trucco, ma non posso fare a meno di sorridere.

-Vedi? Ce l’ho ancora, il mio tocco magico- dice con un tono leggermente più leggero.

Lo guardo per un lungo istante, il sorriso che mi sfugge dalle labbra -Posso abbracciarti?- chiedo piano, quasi senza accorgermene.

Non risponde.

Si avvicina e mi abbraccia lui, stringendomi forte contro di sé.

La sua presa è calda, rassicurante, e improvvisamente sento tutto il peso degli ultimi due anni sciogliersi un po’.

-Mi perdonerai mai?- mormora contro i miei capelli -Ti amo. Mi dispiace tanto. Non avrei mai dovuto lasciarti.-

Mi stringo ancora di più a lui, il viso contro il suo collo.

Gli lascio piccoli baci lungo la pelle, risalendo verso il viso.

Lo guardo negli occhi, e il suo sguardo è sincero, vulnerabile come non l’ho mai visto.

-Lo so che mi ami- gli dico, sorridendo piano.

Poi lo bacio, finalmente, e in quel momento tutto il resto scompare.

Patrick mi tiene stretta, come se avesse paura di perdermi di nuovo.

Quando ci separiamo, i suoi occhi si fissano nei miei, e vedo una vulnerabilità che non aveva mai mostrato prima.

-T/n,- sussurra, accarezzandomi il viso con una tenerezza che mi fa stringere il cuore -Non volevo andarmene, non davvero. Ma dopo… dopo quello che è successo con McAllister non riuscivo a sopportare l’idea di farti passare attraverso tutto quel dolore con me. Pensavo di proteggerti, ma ho solo peggiorato le cose.-

Lo guardo, il mio respiro ancora irregolare.

Le sue parole sono sincere, ma non bastano a cancellare il vuoto che ha lasciato.

-Patrick- dico piano, finalmente usando il suo nome -Non puoi semplicemente sparire e tornare come se nulla fosse successo. Mi hai fatto credere che non contassi niente per te. E ora torni e pensi che un trucco con una moneta possa sistemare tutto?-

Lui abbassa lo sguardo, e per un attimo sembra più piccolo, più fragile -Non penso che sia così semplice. Lo so. Ma sono qui per rimediare, se me lo permetterai. Perché ti amo. E perché non posso immaginare di passare un altro giorno senza di te.-

Sospiro, passando una mano tra i capelli per calmarmi.

La sua sincerità mi disarma, ma non posso lasciarlo cavarsela così facilmente.

-Non sarà facile- gli dico, la voce ferma -Non mi fido di te come prima. E non so se potrò mai dimenticare quello che hai fatto.-

-Non voglio che dimentichi- risponde subito, con una determinazione che mi sorprende -Voglio solo che mi lasci provare. Posso dimostrarti che non ti lascerò mai più. Non importa quanto ci vorrà.-

Lo osservo, cercando di capire se posso fidarmi di lui, se posso davvero lasciarlo entrare di nuovo nella mia vita.

Alla fine, mi arrendo al desiderio che sento nel cuore.

Gli sfioro il viso con una mano, tracciando con le dita i contorni che conosco così bene.

-Stavolta non ci sono seconde possibilità,- lo avverto -Se sparisci di nuovo, è finita per sempre.-

Jane annuisce, avvicinandosi lentamente -Non ti lascerò più. Mai più... Anche perché non ho più nessun Jhon il Rosso a cui dare la caccia-

Questa volta sono io a baciarlo, con una passione che non riesco a trattenere.

È come se tutto il dolore, la rabbia e l’amore si fondessero in quel momento, cancellando ogni dubbio.

Jane mi stringe forte, e sento il battito del suo cuore contro il mio.

Per la prima volta in due anni, mi sento intera.

Quando ci separiamo, lui sorride, quel sorriso vero, senza filtri, che raramente mostra.

-Quindi… posso considerare questa una ripartenza?- chiede con un leggero tono scherzoso.

Lo colpisco leggermente al petto, ridendo piano -Non rovinare il momento.-

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