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Patrick Jane [The Mentalist]

Ci sono giorni in cui ti svegli con la sensazione che il mondo stia cospirando contro di te.

Oggi è uno di quei giorni.

Il mio umore è una tempesta silenziosa, il cielo grigio sopra la mia testa sembra un riflesso fedele di come mi sento dentro.

E no, non sto esagerando.

Il motivo?

Non ho passato l’esame che mi sono dannata l’anima a studiare.

E ora devo tornare qui al CBI, dove ogni criminale risolto sembra ricordarmi quanto sia incapace nel resto della mia vita.

Mi siedo alla mia scrivania, affondando le spalle e cercando di mimetizzarmi con l’arredamento.

Ma c’è qualcuno che non mi lascia mai sfuggire.

Patrick Jane.

Seduto al solito posto, con quell’aria rilassata da chi ha capito tutti i segreti della vita tranne come fare il caffè, mi osserva.

Lo sento, anche se non lo guardo.

E quando finalmente alzo lo sguardo, eccolo lì.

Mi fissa con un sorriso pigro, la testa appoggiata alla mano, i capelli biondi spettinati quel tanto che basta per sembrare perfettamente imperfetto.

-C’è qualcosa di diverso oggi- dice con quella voce morbida, come se stesse rivelando un segreto.

Sbuffo -Sei troppo perspicace, Jane. È snervante-

Lui ride piano, e il suono è come una carezza -Non è perspicacia, è semplice osservazione. Sei triste-

Colpita e affondata.

Cerco di ignorarlo, ma sento già che sta per insistere.

Patrick Jane non molla mai quando vede qualcuno giù di corda.

È un fastidio, ma il tipo di fastidio che ti scalda il cuore.

-Vuoi parlarne?- chiede, inclinando la testa.

Sembra davvero interessato.

Non so se lo fa per abitudine o per sincera preoccupazione, ma non importa.

Mi arrendo.

-Non ho passato un esame- ammetto, con un sospiro esasperato -Ci ho messo settimane per prepararmi e… niente. Fallimento totale-

Patrick rimane in silenzio per un attimo, poi si alza dalla sua poltrona e si avvicina alla mia scrivania, sedendosi sul bordo -Sai- dice -una volta non ho passato un esame di ipnosi-

Lo guardo, alzando un sopracciglio -Stai cercando di farmi sentire meglio con una storia inventata?-

-Non è inventata- replica, divertito -Era un esame improvvisato, il soggetto era il mio insegnante. Non si è mai addormentato, ma si è messo a ridere così forte che mi ha fatto passare comunque. Direi che è stato un successo-

Non posso fare a meno di sorridere, anche se cerco di trattenermi -Non credo che i miei professori riderebbero- commento -A meno che non si voglia ridere di me-

Patrick inclina la testa, il sorriso si addolcisce -Se ti giudichi solo in base ai fallimenti, ti perdi tutto il resto-

Le sue parole colpiscono nel segno, e per un attimo non so cosa rispondere -È solo che… mi sembra di non essere mai abbastanza-

La sua mano si posa sulla mia spalla, leggera come una piuma -Non c’è un ‘abbastanza’ da raggiungere. Sei già tutto ciò che devi essere-

Lo guardo, e per la prima volta oggi, sento che posso respirare un po’ meglio.

Il nodo nello stomaco si scioglie lentamente, e quando alzo lo sguardo verso di lui, vedo solo sincerità.

Mi alzo, istintivamente.

E prima di rendermene conto, le mie braccia sono intorno a lui.

Lo stringo forte, come se potesse impedire al mondo di continuare a girare.

Patrick non esita nemmeno per un secondo, mi avvolge in un abbraccio caldo, sicuro.

-Grazie- sussurro contro la sua spalla.

-Per cosa?- domanda.

-Per essere qui-

Mi stacco appena, solo per guardarlo negli occhi, e prima che possa cambiare idea, mi sollevo leggermente sulle punte e lo bacio.

Le sue labbra sono morbide, lente, come se stesse assaporando ogni secondo.

Il tempo si ferma, e in quel momento non ci sono esami, fallimenti o preoccupazioni.

Solo noi.

Quando ci separiamo, lui mi guarda con quel sorriso che sembra un segreto condiviso solo tra noi -Dovremmo farlo più spesso- commenta, con un tono divertito.

-Lo prenderò in considerazione- rispondo, il cuore che batte forte ma finalmente sereno.

Ci sediamo di nuovo, ma stavolta vicini, e lui si appoggia con il gomito sul tavolo, studiandomi -Sai cosa potremmo fare adesso?-

-No- rispondo, curiosa.

-Guardare un film. Magari uno stupido. Con popcorn bruciati e battute pessime-

Rido, e il suono sembra più dolce ora -Sembra perfetto-

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