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Negan Smith‼️[Twd]

Immagina per Delfino_Spastico
Spero ti piaccia 💚

Mi ritrovo, per l’ennesima volta, a chiedermi cosa diavolo ho fatto nella vita per meritarmi una situazione del genere.

Sono in una stanza illuminata male, l’aria sa di legno vecchio e whisky scadente, e davanti a me c’è lui: Negan, l’uomo che sembra aver rubato un’intera scorta di testosterone dalla natura stessa.

Alto, spalle larghe, una mascella che potrebbe scolpire il marmo, e quel sorriso sghembo che urla "problemi".

Ecco, c’è una cosa che ho capito di Negan: è il classico tipo che entra in una stanza e ti fa venire voglia di chiudere a chiave il cuore, le gambe e forse anche il frigo, perché sì, questo uomo potrebbe rubarti anche l’ultima fetta di torta al cioccolato senza battere ciglio.

-Allora, tesoro- dice, appoggiandosi al tavolo di legno con quell’aria da padrone del mondo -che ne dici di smetterla di guardarmi e iniziare a fare qualcosa di più interessante?-

Sbatto le palpebre.

Mi sistemo meglio sulla sedia, cercando di sembrare disinvolta, anche se il mio cervello è praticamente un plotone di esecuzione emotivo.

-Non so di cosa stai parlando- rispondo, sollevando il mento in un atto di ribellione che probabilmente morirà nel giro di cinque minuti.

Negan ride.

È un suono basso, profondo, e maledettamente irritante.

-Oh, lo sai benissimo di cosa parlo, tesoro- dice, avvicinandosi.

Le sue mani sono infilate nelle tasche della giacca di pelle.

Lo odio. Ok, no. Non proprio. Ma vorrei farlo, perché ogni fibra del mio essere mi sta urlando di stare lontana da lui, mentre il resto di me sta già preparando la strada per un disastro epico.

Si ferma davanti a me, così vicino che posso sentire il profumo della sua colonia.

-Sai una cosa?- mi dice, abbassandosi quel tanto che basta per guardarmi dritto negli occhi -Mi piaci, T/n. Sei tosta. Non come le altre-

Lo guardo, cercando di capire se sta prendendomi in giro o se è serio.

Con Negan è sempre un gioco di specchi, e francamente non so se voglio scoprire cosa c’è dietro.

-Non mi conosci nemmeno- ribatto, cercando di ignorare il modo in cui il suo sguardo mi scivola addosso, come se stesse valutando ogni centimetro del mio corpo.

-Oh, ma non devo conoscerti per sapere che mi piaci- risponde lui, con quel sorriso da canaglia che dovrebbe essere illegale.

Nessuno dovrebbe essere così dannatamente irresistibile.

-Sei bellissima- dice, e c’è qualcosa nella sua voce che mi fa venire voglia di credergli, anche se so che probabilmente lo dice a tutte.

-Tesoro, stai tremando- dice con quel tono basso e roco.

È a un soffio da me, e posso sentire il suo respiro caldo contro la mia pelle.

-No- mento, la mia voce un po’ troppo acuta per essere credibile.

Cerco di indietreggiare, ma la mia schiena incontra il bordo del tavolo.

Fantastico.

-Oh, ma sì che tremi- ribatte, alzando una mano e facendola scivolare lungo il mio braccio.

Il tocco è leggero, quasi provocatorio, ma il calore che mi lascia dietro è innegabile.

Prima che io possa rispondere, le sue mani sono ai lati del mio viso, e le sue labbra sono sulle mie.

È tutto tranne che gentile. Mi bacia con la ferocia di un uomo che non chiede permesso, che prende ciò che vuole, e mi rendo conto che, in questo momento, sono io ciò che vuole.

Le sue mani scivolano giù, afferrando la mia vita e tirandomi contro di lui.

Il contatto è elettrico. Il suo corpo è caldo, solido, e il modo in cui mi tiene mi fa sentire come se fossi l’unica cosa che conta.

Le sue labbra si spostano sul mio collo, lasciando una scia di morsi leggeri e baci che mi fanno rabbrividire.

Il suo petto è scolpito e non posso fare a meno di seguirne i contorni con le dita, come se stessi tracciando una mappa.

-Non guardarmi così, T/n, é solo la prima notte di nozze- mi dice.

-E come ti sto guardando?- rispondo, il fiato corto.

Negan è paziente. Terribilmente paziente, come un predatore che sa esattamente quando colpire. Le sue mani si avvicinano al mio corpo con una lentezza esasperante, sfiorandomi appena, come se volesse prolungare ogni secondo di questa tortura.

La prima cosa che fa è prendere il controllo del mio mento, alzandolo delicatamente con due dita.

Il contatto è lieve, ma sufficiente a farmi sentire in trappola, prigioniera del suo sguardo.

Mi studia come se fossi un segreto da svelare, il suo pollice che sfiora la mia guancia, poi si muove verso l’angolo della mia bocca.

-Sai cosa mi piace di te, T/n?- sussurra, il suo tono un mix di scherno e desiderio -Che fai tanto la dura, ma il tuo corpo non mente mai-

Le sue dita scivolano lungo il mio collo, il pollice che traccia un percorso lento sulla pelle tesa.

La sua mano si sposta sulla mia spalla, poi lungo il braccio, il calore del suo tocco sembra aumentare, inchiodandomi sul posto.

La sua mano sinistra si insinua dietro di me, trovando la mia schiena.

Le sue dita si muovono lungo la colonna vertebrale, lente, decise, ogni centimetro una nuova scintilla.

Quando raggiunge la base della mia schiena, esercita una leggera pressione, avvicinandomi a lui.

Siamo così vicini che posso sentire il calore del suo corpo attraverso i vestiti.

-Non ti preoccupare, tesoro- dice con quel sorriso che non lascia scampo -So esattamente cosa sto facendo-

L’altra mano si muove verso la mia vita, poi sale lungo il mio fianco.

Il suo tocco è diverso, più fermo, come se volesse marchiarmi.

Quando le sue dita raggiungono il bordo della mia maglietta, indugia per un momento, osservandomi.

E poi decide di andare oltre.

Le sue mani si infilano sotto il tessuto, i palmi caldi contro la mia pelle.

Le dita si aprono, esplorano, tracciando percorsi che non avevo mai immaginato potessero essere così sensibili.

Si soffermano sui miei fianchi, poi risalgono lentamente verso la mia vita, ogni movimento deliberato, ogni tocco una dichiarazione.

Quando le sue mani raggiungono le costole, si ferma per un momento, il suo sguardo che incrocia il mio.

È un gioco di potere, e lui sa di averlo vinto.

Mi guarda come se fossi già sua, e il peggio – o il meglio – è che ha ragione.

Il pollice di una delle sue mani si sposta più in alto, sfiorando la curva appena accennata sotto il seno.

Il tocco è così delicato che quasi non sembra reale, ma il mio corpo reagisce immediatamente, un brivido che mi attraversa mentre un gemito mi sfugge, basso, quasi impercettibile.

Negan sorride, soddisfatto -Ecco- mormora, abbassandosi appena per sussurrarmi all’orecchio -Questo è il suono che volevo sentire-

Il suo sorriso si allarga mentre il pollice si muove con più sicurezza, tracciando cerchi lenti e deliberati.

-Hai idea di quanto sia difficile trattenersi con te?- sussurra contro il mio orecchio, il calore del suo respiro che mi fa rabbrividire.

La sua mano, ancora nascosta sotto il tessuto, si sposta più in alto, le dita che finalmente si chiudono intorno al mio seno con una pressione perfetta: ferma, sicura, ma non troppo.

Il pollice scivola sulla pelle sensibile, sfiorando il mio capezzolo sopra la stoffa del reggiseno.

La sensazione è un’esplosione di calore, un colpo diretto che mi fa inarcare leggermente la schiena.

-Dannazione, T/n- ringhia, abbassando lo sguardo per guardarmi -Guarda come reagisci a ogni mio tocco. Sei perfetta-

Non gli rispondo.

Ogni parola che potrei dire sarebbe soffocata dal fiato corto e dai gemiti che non riesco più a trattenere.

E lui lo sa, perché sorride di nuovo, quella maledetta piega arrogante delle sue labbra.

La mano libera non resta a guardare.

Scende lungo il mio corpo, accarezzando la curva dei miei fianchi e fermandosi per un momento sul bordo dei miei pantaloni.

Le sue dita si infilano sotto il tessuto con una lentezza esasperante, come se volesse vedere quanto tempo posso resistere prima di implodere.

Mi aggrappo alle sue spalle, le dita che affondano nella pelle calda attraverso il tessuto della sua maglietta.

Lui sorride di nuovo, questa volta con una punta di trionfo, e si spinge oltre.

Le sue dita esplorano lentamente, trovando ogni punto sensibile, ogni angolo nascosto che mi fa trattenere il fiato.

È troppo, e al tempo stesso non è abbastanza.

-Oh, tesoro- mormora, la voce come velluto grezzo -Sei già pronta per me, vero?-

Un gemito mi sfugge, il mio corpo che risponde prima che io possa dire qualsiasi cosa.

Lui sorride di nuovo, un sorriso pericoloso, e questa volta non c’è più nessuna esitazione.

Le sue dita iniziano a muoversi con una precisione che mi lascia senza fiato, trovando un ritmo che mi fa perdere ogni contatto con la realtà.

Quando il suo pollice si unisce al gioco, premendo con una delicatezza perfetta sul punto più sensibile, mi lascio andare completamente.

La mia testa si appoggia contro la sua spalla, il mio respiro irregolare contro il suo collo, e il mio corpo si muove contro di lui, incapace di resistere alla marea di sensazioni che mi travolge.

-Ecco- mormora, le labbra che si posano sul mio orecchio -Questo è quello che volevo. Lasciati andare, T/n. Lasciati andare con me-

E io lo faccio.

Negan non si ferma, non rallenta.

Le sue mani si muovono con una sicurezza che non lascia spazio a dubbi, scivolando sul mio corpo come se gli appartenessi da sempre.

-Sai una cosa?- mormora, la voce roca contro la mia pelle mentre le sue dita continuano a giocare con me, mantenendo il controllo completo della situazione -Non credo di aver mai desiderato nessuna delle altre così tanto-

Mi fa fare un passo indietro, solo per un istante, e perdo subito il calore del suo corpo.

È insopportabile, quasi doloroso, ma dura poco.

Le sue mani si spostano sui miei fianchi, forti e possessive, mentre mi costringe a sdraiarmi.

-Stai ferma- ordina.

Lo sento armeggiare con la fibbia della sua cintura, il metallo che tintinna prima che il tessuto ceda, e quando abbassa i pantaloni, l’aria nella stanza sembra caricarsi ulteriormente.

Le sue mani tornano su di me, questa volta scivolando lungo la curva dei miei fianchi, il contatto caldo che contrasta con il fresco del tavolo sotto di me.

Quando afferra i miei pantaloni e li abbassa con un movimento deciso, il freddo dell’aria mi fa rabbrividire, ma il modo in cui le sue mani mi toccano subito dopo mi incendia.

-Cristo, T/n- sussurra, la sua voce quasi spezzata -Sei una visione-

Lo sento avvicinarsi, il calore del suo corpo che torna a premere contro il mio, e il peso del suo desiderio contro di me è impossibile da ignorare.

Le sue mani si muovono, forti e decise, accarezzandomi, tracciando ogni curva come se volesse imprimersi ogni dettaglio nella mente.

-Sei pronta per me?- chiede, il tono basso, quasi gutturale, mentre le sue dita si fermano per un istante, indugiando, esplorando.

Non rispondo a parole. Un gemito sfugge dalle mie labbra, e il modo in cui mi muovo contro di lui è tutto ciò che gli serve sapere.

-Sì, è quello che pensavo- mormora, e poi lo fa.

Si spinge dentro di me con un movimento lento, deliberato, come se volesse far durare quel primo momento per sempre.

Il suo corpo si unisce al mio con una forza che mi toglie il fiato, e per un attimo tutto ciò che esiste è lui.

-Dannazione- ringhia, stringendo i miei fianchi mentre si ferma per un istante, permettendo ai nostri corpi di adattarsi l’uno all’altro.

E poi inizia a muoversi.

Ogni spinta è decisa, intensa, il ritmo che cresce lentamente fino a diventare un crescendo di piacere e dominio.

Le sue mani mi tengono ferma, i suoi fianchi che premono contro di me con un ritmo che mi fa dimenticare tutto.

Non c’è niente di gentile in quello che sta facendo, eppure è perfetto.

-Guardati- dice, la sua voce un ringhio mentre si abbassa, afferrando una manciata dei miei capelli e tirandomi leggermente indietro -Stai perdendo la testa, vero? Ti piace quando ti prendo così, quando ti faccio mia-

Le sue parole mi mandano in frantumi.

Non so più distinguere il piacere dalla realtà; tutto ciò che rimane è il modo in cui il mio corpo risponde a lui, il modo in cui ogni fibra di me sembra bruciare.

E poi, proprio quando penso di non poter più resistere, sento il suo corpo tendersi contro il mio, la sua presa che si fa più forte, il suo respiro che si spezza.

Lui mi trascina con sé, attraverso il confine, e insieme cadiamo in quell’abisso di puro piacere.

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Mi ritrovo sdraiata accanto a lui, la testa appoggiata sul suo petto, mentre le sue dita disegnano cerchi pigri sulla mia schiena.

È un momento di quiete, dolce e inaspettato, che mi fa dimenticare, almeno per un istante, che questo probabilmente è stato il peggior errore della mia vita.

-Allora, tesoro- dice, la voce piena di un’ironia mal celata -Com’è stato? Sii onesta-

-Come se avessi bisogno di sentirtelo dire- ribatto.

Lui ride, un suono basso e profondo che mi fa vibrare il petto -Già, hai ragione. Lo so già-

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