Matthew McConaughey [Attore]
Immagina per Sogia2809
Spero ti piaccia 💚
La stanza è in penombra, illuminata solo dalla luce fioca che filtra dalle veneziane abbassate.
Il profumo di carta, inchiostro e un leggero sentore di legno riempie l’aria.
Il mio cuore batte forte mentre fisso l’uomo seduto alla scrivania.
Matthew McConaughey – o meglio, il professor McConaughey – mi guarda con quegli occhi che sembrano scrutarmi fin dentro l’anima.
Dovrei dire qualcosa.
Dovrei ringraziarlo per avermi appena fatta passare l’esame di diritto penale con due sole domande.
Dovrei prendere il mio zaino e andarmene, come una studentessa diligente e rispettosa.
E invece, resto immobile.
Lui sospira, chiude gli occhi per un istante, poi li riapre lentamente, come se stesse cercando di mettere a fuoco la situazione.
O forse, come se stesse cercando di convincersi che ignorare l’attrazione tra noi sia la cosa giusta da fare.
Peccato che io non sia brava a ignorare le cose.
Mi avvicino piano, quasi senza accorgermene, il battito del cuore nelle orecchie.
Alzo una mano e, con un gesto che sa tanto di suicidio accademico, gli sfioro il viso.
La sua pelle è calda sotto le mie dita, la barba leggera accarezza il palmo della mia mano.
Apre gli occhi di scatto. Mi fissa. Siamo vicini. Troppo vicini.
E poi accade.
Le sue labbra si schiudono e le mie le trovano senza esitazione. Il bacio è lento all’inizio, una danza esitante tra il giusto e lo sbagliato, ma poi lui affonda una mano tra i miei capelli e tutto esplode. Il bacio diventa affamato, intenso, profondo. La sua lingua sfiora la mia, e io mi perdo.
Dio, è un bacio da film.
Quando ci stacchiamo, i miei polmoni bruciano, e non so se sia per la mancanza d’aria o per il desiderio che mi ribolle nello stomaco.
Lui mi guarda con un’espressione indecifrabile, poi abbassa lo sguardo, prende un foglio e segna qualcosa con la penna.
Lo passa lentamente verso di me.
Abbasso gli occhi e leggo, é un numero di telefono.
-Vuoi mangiare qualcosa con me una di queste sere?-
Il mio cervello, che fino a un attimo fa era un ammasso di ormoni impazziti, si riaccende per dirmi che questa è una pessima idea.
-È... è così sbagliato...- mormoro, sentendo il calore salirmi alle guance.
Lui solleva un sopracciglio, un sorriso appena accennato sulle labbra -È un no?-
Deglutisco -Sì-
Lui inclina la testa.
-Voglio mangiare qualcosa con lei-
Un sorriso pieno, quello che ho visto mille volte a lezione, illumina il suo viso.
-Chiamami Matt-
Dio santo.
-D’accordo... Matt.-
Si alza dalla scrivania, mi accompagna alla porta.
Prima che io possa girare la maniglia, si china di nuovo e mi bacia, stavolta più dolcemente, quasi come una promessa.
Poi esco.
E so già che sarà impossibile concentrarmi su diritto penale per il resto della mia vita.
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