Matt Murdock [Marvel]
Cammino lungo il marciapiede deserto, stringendo le braccia attorno al mio corpo.
Il freddo della notte mi penetra nelle ossa, mentre i miei passi risuonano troppo forte nell’eco inquietante della città.
Dovrei davvero smetterla di fare tardi in ufficio, penso mentre un brivido mi corre lungo la schiena.
Hells Kitchen non è proprio il luogo più sicuro, eppure mi ostino a camminare da sola.
Il lampione sopra di me sfarfalla e poi si spegne del tutto.
Il buio mi avvolge in un istante.
Il mio cuore inizia a battere più forte e il mio respiro si fa corto.
Un rumore di passi, prima lontano, ora sempre più vicino.
Mi fermo.
Non sono sola.
-Ehi, dolcezza, che fai tutta sola a quest’ora?- La voce ruvida di un uomo mi gela il sangue.
Cerco di accelerare il passo, ma due figure mi bloccano la strada.
Uno mi strappa lo zaino dalla spalla mentre l’altro mi afferra il polso, tirandomi violentemente verso di lui.
Urlo, ma la mia voce si spegne nel silenzio della strada.
-Lasciami andare!- grido, divincolandomi.
-Non così in fretta- ghigna il primo, mentre il secondo mi spinge contro il muro con una forza che mi toglie il respiro.
Mi dibatto con tutta me stessa, ma le loro mani sono ovunque.
Sono terrorizzata, ma non voglio arrendermi.
Chiudo gli occhi.
Ti prego, qualcuno…
Un tonfo sordo.
Poi un altro.
Apro gli occhi di scatto e vedo uno dei delinquenti crollare a terra come una marionetta senza fili.
L’altro è sollevato per la giacca e scaraventato contro il muro con una violenza che mi lascia senza parole.
Nella penombra, riesco solo a vedere una figura nera muoversi con agilità sovrumana.
Colpi rapidi, precisi, finché non resta nessuno in piedi.
L’uomo mascherato si gira verso di me.
Resto immobile, col fiato corto e il cuore che martella nelle orecchie.
La sua figura è avvolta dall’ombra, ma un raggio di luce fioca illumina la parte bassa del suo viso: la pelle leggermente ruvida dalla barba di un giorno e un taglio netto delle labbra che si chiudono in una linea seria.
-Grazie…- mormoro, stringendo il mio cappotto come se potesse proteggermi.
Lui non dice nulla.
Mi avvicino di un passo -Grazie per avermi salvata-
Silenzio.
Lui si volta come per andarsene, ma qualcosa nel suo atteggiamento mi blocca.
Mi sento strana, come se la risposta fosse già davanti a me.
I pezzi del puzzle si muovono nella mia mente e la mia voce esce senza che riesca a fermarla.
-Sei tu-
Lui si ferma di colpo e scuote appena la testa.
Un gesto lento, quasi stanco.
Mi avvicino ancora.
Il respiro mi trema mentre la luce rivela qualcosa che conosco fin troppo bene: la forma del mento, il profilo delle labbra, la linea sottile di una cicatrice lungo la mascella.
-Matt…- sussurro.
Lui non si muove.
La mia mano si alza tremante mentre il mio cuore sembra voler scappare dal petto.
Afferro delicatamente il bordo della maschera nera che copre i suoi occhi e la tiro via, piano, come se stessi sfogliando la pagina più delicata di un libro.
Eccolo lì.
Matt Murdock, uno dei miei migliori amici, con l’espressione tesa ma vulnerabile.
I suoi occhi, ciechi ma incredibilmente espressivi, sembrano guardarmi come se volessero dire milioni di cose che non riescono a pronunciare.
-Oh, Matt…- sussurro ancora.
Non so nemmeno cosa voglio dire, ma il mio cuore è un nodo di emozioni.
Alzo una mano e gli sfioro il viso.
Le mie dita seguono con delicatezza il profilo della sua mascella, tracciando la curva della sua guancia e fermandosi sulla sua pelle calda e ruvida.
Lui chiude gli occhi e si abbandona al mio tocco, come se quel gesto potesse curare ogni ferita.
La sua mano si solleva e, con la stessa esitazione, mi sfiora il viso.
È un contatto leggero, timido, eppure sembra elettricità pura che si irradia sulla mia pelle.
Il suo pollice sfiora la mia guancia, scendendo fino alla mia bocca.
Non mi rendo conto di quanto mi stia avvicinando fino a quando le nostre labbra si sfiorano appena.
È dolce, come una carezza.
Le sue labbra sono calde e morbide, in contrasto con la freddezza della notte che ci circonda.
Chiudo gli occhi e mi lascio andare, perdendomi in quel momento che sa di tutto ciò che non abbiamo mai detto.
Lui mi bacia lentamente, con delicatezza, come se avesse paura di rompermi.
Quando ci stacchiamo, resta in silenzio.
Le sue labbra si incurvano in un sorriso lieve, quasi impercettibile -Devo tornare a casa- dice con voce roca.
Annuisco, non fidandomi ancora della mia voce.
-Vieni con me?- aggiunge poi, con una dolcezza che quasi mi spaventa.
Gli sorrido, prendendogli la mano con decisione -Dove vuoi, Matt-
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro