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La mia migliore amica [Cm]

Immagina per lucy08novembre2001
Spero ti piaccia 💚

Il telefono vibra sul tavolo, interrompendo il concerto monotono di tasti premuti e stampanti che sputano carta.

È gennaio, e fuori dalla finestra vedo solo grigio: il cielo, il cemento, perfino i miei pensieri.

"Mamma" lampeggia sullo schermo.

Lo prendo con un sospiro.

Non sono pronta a rispondere, ma lo faccio comunque.

-Emily- La voce di mia madre è incrinata.

Già so che non sarà una telefonata piacevole.

-Mamma, tutto bene?- provo a suonare allegra, ma dentro di me il presentimento si aggrappa come una morsa.

-È nonna Violet…- Fa una pausa, il silenzio pesa più delle parole -Sta morendo-

La notizia mi colpisce, ma non è una sorpresa.

Nonna ha novantuno anni, nata nel 1921, e da un po’ di tempo la sua salute è peggiorata.

Ma sentirlo dire ad alta voce è un’altra cosa.

È reale.

-Arrivo il prima possibile-

Non ci sono domande, solo la necessità di essere lì.

Chiudo il telefono, prendo i giorni di permesso.

Nessuno in ufficio fa storie.

---

Quando arrivo a casa di nonna, il solito profumo di lavanda è più forte, mescolato a un odore che non riesco a definire, qualcosa che sa di vecchio e di medicinali.

Mi accoglie Elizabeth, mia madre, con il volto segnato dalla stanchezza.

Mi conduce in camera da letto di nonna.

Violet è lì, più piccola di quanto ricordassi, avvolta in coperte pesanti che sembrano inghiottirla.

La sua pelle è sottile come carta velina, ma quando mi vede, sorride.

Un sorriso che riscalda la stanza più di qualsiasi stufa.

-Emily, amore mio- La sua voce è debole, ma ancora dolce.

Mi avvicino al letto, prendo la sua mano, che è fragile, quasi trasparente -Ciao, nonna-

Parliamo del più e del meno: il lavoro, il freddo di gennaio, le sciocchezze che si raccontano per allontanare la realtà.

Lei è serena, ma io sento il peso di quello che sta per succedere.

Poi, improvvisamente, cambia discorso.

-Sai- dice, con un tono che non riconosco, come se stesse tornando indietro nel tempo -nel 1938, c’era un fiume. E Lucy-

Mi irrigidisco.

Lucy?

Non ho mai sentito questo nome.

-Chi è Lucy, nonna?-

Lei sorride, gli occhi si perdono in un ricordo lontano -La mia migliore amica-

C’è qualcosa nel modo in cui lo dice.

La frase suona vera e falsa allo stesso tempo.

-Ma quando eravamo in pubblico, doveva farsi chiamare Luke-

Il mondo si ferma -Luke?- chiedo, la mia voce più alta di quanto vorrei.

Lei annuisce, con una dolcezza disarmante -Sì, Luke. Perché Lucy e io non potevamo essere viste come due ragazze insieme- Mi guarda, come se aspettasse che io capissi.

E lo faccio.

Oh, se lo faccio.

-Eravate…- non riesco a dirlo.

-Fidanzate-

La parola cade pesante nella stanza.

Fidanzate.

Mia nonna.

La mia mente si affolla di pensieri.

È stata tutta una recita?

Non conoscevo questa parte di lei.

L’adorabile vecchina che mi raccontava storie della guerra, che faceva i biscotti migliori del mondo… era innamorata di una ragazza.

Poi la sua voce si spezza -Lucy è morta il 19 novembre del 1938-

Non riesco a rispondere subito.

Aspetto che continui, perché so che c’è di più.

E non voglio sapere, ma devo.

-Joseph… suo fratello… ci vide una sera. Stavamo... Ci stavamo baciando nella stanza di Lucy- Le sue mani tremano al ricordo -Ci minacciò. Disse che lo avrebbe detto a suo padre. Così siamo scappate. Pensavamo di poter scappare insieme… ma il fiume era gelido, e Lucy non ce l’ha fatta-

Il silenzio nella stanza diventa insopportabile.

Le lacrime mi pungono gli occhi, ma le trattengo.

-E tu?- riesco a dire solo questo.

Lei mi guarda, con occhi pieni di rimpianto -Io sono sopravvissuta. E per tanto tempo ho voluto che non fosse così-

---

Non riesco a dormire quella notte.

Le parole di nonna continuano a risuonare nella mia testa.

Come è possibile che non abbia mai saputo nulla di Lucy?

Mi alzo dal letto e inizio a cercare informazioni.

Trovo vecchi articoli di giornale sull'annegamento di una giovane ragazza, Lucy, novembre 1938.

Tutto combacia.

Il giorno dopo, con l’aiuto di un collega, riesco a rintracciare Joseph.

Ha novantaquattro anni.

Vado a trovarlo in una casa di riposo.

-Lei è qui per Lucy?- chiede subito.

La sua voce è debole, ma le sue parole pesano come macigni.

Annuisco.

-Non volevo…- dice, con un’espressione vuota -Non volevo che morisse. Solo che capisse. Che…- Si interrompe, le mani che si stringono al bracciolo della sedia.

Capisco.

Non voleva ucciderla, ma la paura ha distrutto tutto.

---

Scrivo un libro.

Racconto la loro storia.

Con l’aiuto di Rossi, lo intitolo La mia migliore amica.

Quando viene pubblicato, corro da nonna con la prima copia.

Le sue mani tremano mentre lo sfoglia.

Sorride, piange, poi mi guarda -Hai fatto bene, Emily. Lucy lo avrebbe amato-

Quella notte, se ne va in silenzio, come una candela che si spegne.

Ma per me, nonna Violet non è mai stata così viva.

E ora, finalmente, nemmeno Lucy è più sola.

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