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Klaus Michealson [Tvd]

Sono qui per Stefan.

Mi ha mandato a chiedere qualcosa a Klaus – non chiedetemi cosa, me lo sono dimenticata nel momento stesso in cui sono entrata.

Ora mi aggiro per il salotto, cercando di non toccare nulla, perché tutto sembra troppo prezioso o troppo letale per le mie mani mortali.

Poi il mio sguardo si posa su una tela appoggiata contro il muro.

Il dipinto è di un fiocco di neve.

È così dettagliato che sembra quasi reale, ma ha qualcosa di triste.

Solitario.

Un po' come lui, a dire il vero.

E forse, se sono onesta, anche un po' come me.

-Ti piace?- La sua voce arriva all'improvviso, facendomi sobbalzare.

Mi giro, trovandomelo davanti.

È appoggiato allo stipite della porta, le mani infilate nelle tasche dei pantaloni, con quell'aria rilassata e autoritaria che sembra essergli naturale.

-È... bello- rispondo, cercando di mantenere un tono neutro.

-Solo bello?- chiede, avvicinandosi lentamente.

Faccio spallucce, evitando il suo sguardo che sembra sempre scavarmi dentro -Bello e triste. Solitario-

Lui si ferma accanto a me, fissando la tela con un’intensità che quasi mi fa sentire di troppo -Interessante osservazione- mormora, prima di guardarmi di lato.

Lo guardo, prendendo un respiro profondo -Come noi- rispondo semplicemente.

Klaus alza un sopracciglio, il suo volto resta impassibile, ma c’è qualcosa nei suoi occhi che si muove -Come noi- ripete, quasi assaporando le parole.

Prima che possa rispondere, cambio argomento.

Non sono pronta per affrontare l’abisso emotivo che sembra spalancarsi quando lui mi guarda in quel modo.

-Stefan mi ha mandato qui per parlarti. Loro... stanno pianificando qualcosa, Klaus.-

Lui si irrigidisce leggermente, ma il suo viso rimane calmo, come se la cosa non lo toccasse -E tu?- chiede, spostando il suo sguardo su di me -Da che parte starai, T/n?-

La domanda mi colpisce più di quanto dovrebbe.

Non è solo curiosità; c’è un bisogno sincero nella sua voce.

Lui sta chiedendo a me, a noi, e per la prima volta mi rendo conto di quanto conti davvero la mia risposta.

Mi avvicino un passo, cercando il suo sguardo -Io sto dalla tua parte, Klaus. Sempre-

Lui si sporge leggermente verso di me, la sua presenza è quasi schiacciante -E perché?-

Mi prendo un attimo, cercando le parole giuste.

Poi mi rendo conto che non c’è altro modo per dirlo -Perché ti amo-

La sua espressione cambia.

Per un istante, il re ibrido, il mostro, il manipolatore scompare, lasciando spazio a qualcosa di più umano.

Qualcosa di vulnerabile.

Klaus mi guarda come se non credesse a ciò che ha appena sentito.

-Dillo di nuovo- sussurra, la sua voce è bassa, quasi spezzata.

-Ti amo- ripeto, senza esitazione -Non importa cosa succede, non importa cosa vogliono gli altri. Io ti amo, Klaus-

Per un lungo istante, resta immobile.

Poi, lentamente, alza una mano e la posa sulla mia guancia.

Il suo tocco è così delicato, così diverso dalla sua reputazione, che il mio cuore perde un battito.

Prede una ciocca di capelli e me la sposta indietro, scoprendomi il viso.

-Non sai quanto tempo ho aspettato di sentirti dire queste parole- mormora.

Non mi dà il tempo di rispondere.

Le sue labbra si posano sulle mie con una dolcezza che non avrei mai immaginato.

Non è il Klaus freddo e calcolatore che conosco, ma un uomo che si concede per un attimo di essere vulnerabile.

La sua mano scivola sulla mia nuca, mentre io mi aggrappo alla sua camicia, come se temessi che questo momento potesse svanire da un momento all’altro.

Quando si stacca, non si allontana.

Resta vicino, la sua fronte che sfiora la mia, e i suoi occhi nei miei sembrano cercare conferma.

-Tu sei il mio tutto, T/n- mormora, la sua voce un sussurro tra noi.

Sorrido, passando una mano lungo la sua guancia -E tu sei tutto ciò di cui ho bisogno-

Rimaniamo abbracciati, i nostri occhi che si spostano verso la tela del fiocco di neve.

Per la prima volta, non mi sembra più così solitario.

Non lo siamo più.

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